Un avvertimento: la prossima avversaria di Jasmine Paolini è, per essere precisi e non fare confusione tra omonime, Yuan Yue. Yue Yuan è infatti una giocatrice cinese di beach volley, che ha anche partecipato alle Olimpiadi di Rio 2016. Precisazione da fare perché quest’ultima ha come nome di famiglia Yue. E in cinese questo, equivalente del cognome, viene per primo (nel linguaggio internazionale il cognome viene dopo e perciò infatti la tennista è riconosciuta come Yue Yuan).
Nativa di Yangzhou, non è propriamente un fenomeno di precocità, visto che ha mosso i primi passi nel tennis che conta soltanto a 24 anni. Il debutto assoluto a livello WTA era in effetti avvenuto da teenager, nel luglio 2018, in doppio nel 250 Jiangxi. Quella crescita che sembrava poter essere dirompente si è però da lì in poi leggermente arenata, e si è tornato ad avere notizie di Yuan soltanto nel 2022, quando finalmente debutta in un tabellone Slam a Wimbledon, da lucky loser. La prima vittoria in un main draw WTA (BJK Cup a parte) arriverà invece qualche mese dopo allo US Open contro Jaimee Fourlis.
In quell’occasione la cinese colse addirittura un insperato terzo turno, arrendendosi 6-0 al terzo contro Pegula. I primi segnali che qualcosa si stesse muovendo, tra l’altro con un’indicazione chiara: Yuan si trova a suo agio sul cemento. E andando avanti negli anni l’impressione è stata confermata. Ancora una volta con Pegula come crocevia, visto che sarà proprio l’americana a battere la cinese nella sua prima finale nel circuito maggiore, a Seoul nel 2023. Un preludio al meglio.
2024: l’anno magico
La carriera di Yuan ha subito una netta impennata in una maniera talmente casuale da sembrare un segno del destino. Nel febbraio 2024, prima di iniziare il torneo di Austin, si trovò a fare colazione con un perfetto sconosciuto nel momento in cui cercava un nuovo coach. Lo sconosciuto in questione era il dominicano José Fernandez-Hernandez, ex n.179 ATP e attuale direttore della Cop Cana Cup, il torneo Challenger che da quest’anno si tiene in Repubblica Dominicana. E che non aveva mai allenato un giocatore professionista. Non poteva immaginare, così come non poteva Yuan, che stava per intraprendere l’incarico più importante della sua vita.
Un paio di mesi dopo quella colazione la cinese, che aveva iniziato il 2024 da n.77 del mondo, si trovava alla posizione n.36 dopo una primavera da sogno. Iniziata appunto con il titolo ad Austin e culminata con i quarti ad Indian Wells. Una scelta curiosa, dettata dalla necessità di trovare una persona disponibile e gentile, che la aiutasse a tenere alta la fiducia in sé stessa. “Volevo solo cercare di trovare l’energia in me stessa”, spiegava Yuan, “sentivo di non avere nulla da perdere. Dovevo essere più coraggiosa e spingermi oltre. A volte, se si ha la sensazione di non avere nulla da perdere, non si può tornare indietro”.
Fernandez ha toccato le corde giuste in una giocatrice 25enne, non più giovanissima, per spingerla al proprio massimo. E ci è pienamente riuscito, come i risultati testimoniano. Una fiducia condivisa tra i due e un rapporto, come spesso si crea tra ragazze e coach, molto stretto e che permette di affrontare in maniera decisa i problemi che si pongono all’ordine del giorno.
La chiave è la fiducia
Sembrerà molto banale, ma a fare la differenza è stata la fiducia. I maggiori consigli del dominicano si sono sempre incuneati su questa linea d’onda: trasmettere a Yuan la consapevolezza di essere un’ottima giocatrice e di avere fiducia in sé stessa. Di non scoraggiarsi e di giocare a testa alta. Oltre alla gratitudine espressa (“ha tutto il mio rispetto per essersi fidata di me ciecamente, e aver aperto le porte ad una nuova esperienza aprendo la mente”) Fernandez ha rivelato che prima di ogni partita dice a Yuan che è più forte della sua avversaria.
E la fiducia, in sé stessa e nel suo coach, ha portato la cinese a vincere partite importanti (la vittoria migliore della carriera è proprio nel magico Indian Wells 2024, contro la n.8 WTA Zheng): “Non credo che tra me e le mie avversarie ci sia una grande differenza tra dritto e rovescio. Ma a volte, quando il punteggio è molto vicino, basta avere più fiducia in sé stesse”. Peccato che dalla scorsa estate in poi le cose abbiano preso una brutta piega per Yuan, con pochi risultati degni di nota e, da novembre in poi, solo due partite vinte di fila, a Brisbane.
Da allora il bilancio è di 1-10, e l’unica vittoria colta è giunta in qualificazioni a Dubai. La cura della fiducia sembra aver esaurito i suoi effetti. E contro un’avversaria come Paolini, che l’ha battuta due volte su due (entrambe in Cina) è improbabile possa rispuntare. Anche perché sulla terra, in tutta la carriera, tolta la BJK Cup sono solo quattro le vittorie di Yuan, una contro una top 50. Al Roland Garros il record, mesto, è invece di 0-1. E, per quanto la storia di Bebo Hernandez sia bella e d’ispirazione, quasi da Libro Cuore…non basta. Non contro la finalista in carica dello Slam rosso.
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Autor: Pellegrino Dell’Anno