[6] E. Rybakina b. [5] J. Pegula 4-6 6-4 6-3

Il talento di Elena Rybakina ha la meglio sulla perseveranza di Jessica Pegula nella prima semifinale delle WTA Finals in scena a Riad; dopo poco più di due ore di tennis a tratti spettacolare ma costellato di parecchi errori, soprattutto da parte di chi ha vinto, il verdetto premia chi ha osato di più, rischiando molto ma non tirandosi mai indietro nonostante le alterne vicende dei propri tentativi.
Del resto, Rybakina sta giocando così: dallo US Open in avanti colpisce con più coraggio, a volte con avventatezza, ma sempre guardando avanti e fidando nelle proprie, notevolissime risorse. I risultati più recenti la premiano, dapprima con l’ingresso nelle magnifiche otto e ora con la partecipazione alla finale che la vedrà impegnata con Sabalenka o con Anisimova. Jessica Pegula ha inviato pochi colpi vincenti, troppo occupata a capire e a neutralizzare le sfuriate della kazaka; anche il suo post-New York è stato positivo, ma la rivale di oggi era difficilmente controllabile e l’impegno da lei profuso per allungare gli scambi e propiziarne gli errori non ha dato i frutti sperati. Brava comunque, ma la stagione per lei finisce qua.
Primo set: troppi errori per Rybakina, Pegula contiene e vince 6-4
Il primo scambio degno di menzione lo ammiriamo nel secondo game, con Pegula alla battuta, e Rybakina conclude il palleggio con un dritto flat incrociato; la kazaka impressiona per come il suo drive sia già all’altezza del confronto per sicurezza e precisione, ma l’americana cancella i brutti pensieri con l’appoggio del servizio. Con tali presupposti il break nel gioco seguente è sorprendente, perché la ragazza newyorchese si arrampica benissimo per controllare il kick sulla seconda palla della rivale e perché la numero sei del seeding si fa sorprendere fuori posizione sui contrattacchi di Jessica e proprio il dritto deraglia malamente.
Se Pegula è più concreta in questo primo giro di pista, la Rybakina super-allenata di questi tempi sa toccare le sue vette migliori e ripara immediatamente lo squilibrio nel punteggio; il match è già caldo, se la prima palla è troppo timida oppure non entra, entrambe spingono in ribattuta e per chi serve sono dolori. Elena scrive 2-2 con un dritto inside out semplicemente portentoso ma prima di mettersi comoda sulla sedia ha già subito un nuovo break perché Pegula rimanda colpi di fionda nei pressi dell’ultima riga e si avvale di qualche attimo di indolenza della kazaka nata a Mosca per riprovare la fuga.
Dopo sei giochi si può affermare che la statunitense serve meglio (70% di prime palle contro 56%) e che la kazaka è più aggressiva, quando può scagliare il dritto in progressione fa spettacolo e mette paura all’avversaria, ma perde il controllo dei colpi in troppe occasioni; Pegula ha bisogno di cinque palle-game per ottenere il 4-2 ma la sua determinazione ha ragione della foga della rivale, che non va per il sottile e alterna colpi vincenti a brutti svarioni. Jessica si avvale anche della soluzione in contropiede per inaugurare il decimo game, ma non riesce a spostare Rybakina dalla posizione centrale, da cui trova con il rovescio l’angolo del 30 pari. Jessica chiede così aiuto alla battuta e il 6-4 è suo: per lei due colpi vincenti, per Rybakina 5 ace ma ben 25 errori non forzati.
Secondo set: la kazaka serve meglio e pareggia il conto
La kazaka ha perso di misura nonostante il numero di errori non degno dell’evento: c’è da chiedersi cosa potrebbe succedere se durante la seconda frazione non si fa prendere dalla fretta e seleziona con maggiore cura l’istante dell’affondo. Rybakina rifulge da subito per come impatta la sfera gialla e nel secondo game sale facilmente 0-40, ma di nuovo Pegula sgrana la prima battuta per ricucire lo strappo nel punteggio e smorzare l’entusiasmo della rivale.
Il secondo 0-40 consecutivo in favore di chi ha perso il primo parziale è però la prova che qualcosa sta mutando tra le duellanti: Elena intercetta meglio in fase di risposta, il suo colpo è meno definitivo e per lei diminuiscono le situazioni di rischio. La scelta paga, il break arriva e, a corredo di quanto descritto, anche la battuta principale della vincitrice di Wimbledon 2022 torna a ruggire, castigando le velleità dell’americana alla ricerca del contro-break: lo score premia così la numero sei del seeding con il 4-1 dopo quasi mezz’ora di gioco.
Rybakina si porta sul 5-2 difendendo il turno di battuta senza cedere un sol punto; nel set non ha ancora concesso una palla-break, la maggiore regolarità del proprio colpo di inizio gioco ha sicuramente una parte importante nel trasmetterle tranquillità e nel permetterle un forcing maggiormente ragionato, anche se gli errori non mancano. Tutto questo fino al 5-3, quando la kazaka aggancia il 30-0 e pasticcia fino a subire il poker del contro-break. Dietro la sua espressione assonnata e indolente, Pegula lavora con maestria per contenere e raccogliere il game e ingaggia lotta nel gioco successivo per conquistare il 5-5.
L’americana si serve del chop di dritto per togliere ritmo all’avversaria, che cade in errore ma si rialza aggredendo in risposta con il dritto; Jessica manca tre palle-game, annulla un setpoint ma sulla seconda palla-break un rovescio incrociato la trafigge. È il colpo che pareggia il conto dei set: Rybakina sbaglia ancora tanto (23 errori non forzati) ma serve benissimo (84% di prime palle) e vanifica gli sforzi della statunitense, il cui rendimento della battuta principe cala su percentuali vicine al 50%.
Terzo set: Rybakina annulla due palle-break e finisce per vincere 6-3
Il match si ribella a ogni pronostico, la costanza di Pegula annega Rybakina nel suo mare di errori, dal quale riemerge con soluzioni eleganti ed esplosive: Elena concede due palle-break già nel terzo gioco con alcune sciocchezze, ma redime le brutture con un ritorno imperioso costellato da colpi a tutto braccio che le consentono di fuggire la trappola.
Ecco nel sesto game un nuovo capovolgimento di fronte: Rybakina toglie la mordacchia al dritto inside in e abbaia in questo modo fino allo 0-30, che diventa 15-40 e poi break, nonostante un ace; è forse la svolta, Elena invece cede subito il vantaggio, appesantendosi con uno 0-40 da cui non fa ritorno. Chi sciupa con meravigliosa dissennatezza e chi raccoglie ogni cosa con praticità e intelligenza: Pegula cerca il 4-4 e si spinge fino al 40-15 ma un nastro sfavorevole suona la riscossa della kazaka, che alza il manometro della pressione e toglie la battuta all’americana. Rybakina serve così per il match, questa volta il contro-break non arriva e per la vincitrice di Ningbo arriva l’ingresso in finale.
O que achou dessa notícia? Deixe um comentário abaixo e/ou compartilhe em suas redes sociais. Assim conseguiremos informar mais pessoas sobre o que acontece no mundo do tênis!
Esta notícia foi originalmente publicada em:
Fonte original
