A. Rinderknech b. [3] A. Zverev 7-6(3) 6-7(8) 6-3 6-7(5) 6-4
La serata di lunedì sembrava la classica serata dello scampato pericolo, per Alexander Zverev: nel corso del secondo set, prima dell’interruzione per via del coprifuoco di Wimbledon, aveva annullato tre set point – di cui uno in risposta – riuscendo in qualche modo ad andare a dormire in parità (6-7, 7-6) e a raffreddare l’entusiasmo di un Rinderknech in stato di grazia. La giornata di oggi doveva essere, di conseguenza, la giornata del sospiro di sollievo, della prosecuzione serena e dell’esperienza del campione. E invece. E invece, fin dai primi minuti di gioco, ci siamo resi conto che la situazione, per Zverev, se possibile, era diventata perfino più seria: la nottata di riposo aveva trasformato Rinderknech, rendendolo ancora più agguerrito e, allo stesso tempo, aveva anestetizzato i colpi di Zverev, rendendoli ancora più innocui.
Il francese, alla ripresa del gioco, dominava il terzo parziale, vincendolo per 6 a 3 con due break, uno in apertura, e uno in chiusura: Arthur, nel quarto set, dopo aver annullato quattro palle break, arrivava ad un passo dall’impresa sul 5 a 3 del tie break, senza però riuscire a chiudere la pratica, perchè la tensione di Wimbledon è un’altra cosa, e i colpi di sbarramento di Zverev – ma solo quelli – sotto pressione riescono a fare il loro dovere. Sascha, ormai sull’orlo dell’eliminazione, vinceva quattro punti consecutivi e il tie break, diventando inevitabilmente (e forse per la prima volta) il favorito della partita: ma nel terzo game del quinto e decisivo set accadeva l’incredibile (o quasi), con il numero 3 che costruiva il suo personalissimo auto-sabotaggio, perdendo il servizio da 40-0 (2-1 Rinderknech). Il francese, a quel punto, si ritrovava in vantaggio in un match che non doveva più esistere e riusciva a gestire le emozioni della partita più prestigiosa della carriera: nell’ultimo gioco il braccio tremava ma, al terzo match point, Rinderknech approfittava della solita passività dell’avversario, infilzandolo definitivamente con un bel rovescio in cross in avanzamento: 7-6(3) 6-7(8) 6-3 6-7(5) 6-4 in 4 ore e 44 minuti di gioco e il più classico dei tuffi nell’erba.
A Zverev, alla seconda eliminazione al primo turno di Wimbledon in nove partecipazioni, non sono bastati i 31 ace e il 76% di prime palle in campo: Rinderknech ha interpretato molto meglio dell’avversario le condizioni di gioco e i trucchi di un’erba non necessariamente così rapida ma indubbiamente fresca, tipica dei primi giorni del torneo. Il francese non ha mai perso la battuta (annullando tutte e 9 le palle break concesse) in quasi 5 ore di gioco contro uno dei migliori ribattitori del circuito, che ha condannato sé stesso con una posizione in campo davvero troppo arretrata. Arthur, alla seconda vittoria a Wimbledon della carriera, al secondo turno affronterà il lucky loser cileno Garin.
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Autor: Jacopo Gadarco