Non era tra i favoriti per il titolo, ma nessuno si aspettava di vederlo uscire già al primo turno. Alexander Zverev, testa di serie numero 3 a Wimbledon, saluta immediatamente il torneo dopo una battaglia di cinque set contro il francese Arthur Rinderknech (7-6, 6-7, 6-3, 6-7, 6-4). Una sconfitta che sorprende ancor di più considerando che il tedesco arrivava da una finale e una semifinale sull’erba, a Stoccarda e Halle. Ma è nel post-partita che arriva il vero colpo di scena: in conferenza stampa Zverev si apre, rivelando un malessere personale che va ben oltre il campo da gioco. “Mi sento molto solo nella vita. Non provo più gioia, nemmeno quando vinco”, ha dichiarato con disarmante sincerità.
D: Pensi che una delle chiavi del match che ti ha portato alla sconfitta sia stata il fatto che lui è venuto spesso a rete, mettendoti subito sulla difensiva? O c’è stato qualcos’altro?
ZVEREV: No, penso in generale che lui abbia giocato una partita fantastica. Non sono sicuro che abbia mai giocato così bene in vita sua. Io sono stato troppo difensivo in alcune occasioni che ho avuto. Però nel quinto set pensavo di averlo in pungo. Ho perso il servizio da 40-0, il che è stato… non sfortunato, perché è stato un mio errore. Era nelle mie mani, quindi… non posso dire di essere stato sfortunato o altro. L’ho mollata io. Ho lasciato andare la partita nel quinto set.
D: Cosa senti di diverso ora rispetto a gennaio, quando sei arrivato in finale in Australia? È una questione fisica, mentale, o entrambe?
ZVEREV: Direi più mentale, probabilmente. È strano, a volte mi sento molto solo là fuori. Ho difficoltà a livello mentale. L’ho detto già dopo l’Australian Open. Sto cercando dei modi per uscirne, ma mi ritrovo sempre nello stesso buco, in un certo senso. In generale, mi sento molto solo nella vita in questo momento, ed è una sensazione per niente piacevole.
D: Capisco che la sconfitta sia molto recente. Guardando indietro, hai avuto diversi allenatori negli anni, come Ivan Lendl, Juan Carlos Ferrero. Pensi che per ricostruire serva magari coinvolgere qualcun altro?
ZVEREV: Forse. Come ho detto, è un momento diverso per me. Non riesco a parlare chiaramente adesso. Ma credo che avrò delle risposte per il torneo in Canada. Non è una sensazione legata solo al campo da tennis, è una sensazione di vita in generale. Come ho detto, non mi sono mai sentito così prima.
È difficile per me trovare gioia al di fuori del campo da tennis in questo momento. Non è una scusa. Arthur meritava di vincere oggi. Non è per questo. È qualcosa che sento da mesi. Mi sento davvero, davvero solo. Non so… non mi era mai successo prima.
Non ho le risposte adesso.
D: Prima del torneo, hai parlato con i media dicendo che sei il numero 3 al mondo, ricordando a tutti che sei un contendente. Sembravi molto fiducioso. Cos’è cambiato tra quel momento e l’ingresso in campo per il primo turno, considerando anche che altri top 10 hanno avuto problemi al debutto?
ZVEREV: Per essere onesto, non credo di aver giocato una partita terribile. Non l’ho mai brekkato, il che dice molto su di lui.
Ieri ho giocato davvero bene. Oggi il terzo set non è stato buono, il quarto l’ho giocato bene, e nel quinto ho fatto bene a parte quel game stupido. Tennisisticamente — anche se è strano dirlo dopo una sconfitta al primo turno — non credo che il problema sia il tennis in questo momento. È qualcos’altro che devo trovare dentro di me. Ancora una volta, è difficile spiegarlo perché non ho ancora le risposte. Ho un mese prima del torneo in Canada. Vedremo cosa succede. Ma qualcosa dentro di me deve cambiare, e non si tratta di dritto o rovescio in questo momento.
D: Cosa provi o cosa ti dici quando sei in campo e ti senti solo? E come pensi di affrontare queste sensazioni? Fai terapia? O pensi di iniziare?
ZVEREV: Sì, forse. Forse per la prima volta nella mia vita ne avrò bisogno. Ho vissuto molte difficoltà. Tante difficoltà con i media. Tante difficoltà nella vita in generale. Ma non mi sono mai sentito così vuoto. Mi manca la gioia. Mi manca la gioia in tutto ciò che faccio. Non riguarda solo il tennis. Mi manca anche al di fuori.
Anche quando vinco, come a Stoccarda o ad Halle, non provo quella sensazione che avevo una volta, quella felicità, quell’entusiasmo, quella motivazione a continuare. Ora non c’è. Ed è la prima volta nella mia vita che sento questo.
D: Sei sempre stato vicino a vincere uno Slam. Ti senti ancora vicino, o adesso ti sembra più lontano?
ZVEREV (sorridendo): In questo momento preciso?
D: Parlando in generale, guardando ad Australian Open o US Open, dove normalmente saresti uno dei favoriti. Ti senti ancora così?
ZVEREV: Di nuovo, devo risolvere prima con me stesso. Devo risolvere i miei problemi, e poi…a livello tennistico sì. Mi sento ancora uno dei migliori al mondo. Ma ripeto, il tennis non è il problema adesso.
D: Hai ancora il desiderio dentro di te, la voglia di vincere?
ZVEREV: Di vincere uno Slam? Sì. Non so bene come rispondere… perché è quella sensazione di andare a dormire e non avere motivazione per il giorno dopo, non avere voglia di svegliarsi e andare al lavoro. Credo che tutti l’abbiano provata, indipendentemente dal lavoro che fanno.
Ma da atleta, questa cosa si riflette molto sulla performance.
Ed è quello che mi sta succedendo adesso.
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Autor: Jenny Rosmini