Alexander Zverev si presenta a Wimbledon da numero 3 del mondo, nonostante la stagione non esaltante che sta vivendo. Il tedesco non ha mai trovato il feeling giusto con i campi dell’All England Club, dove non è mai andato oltre gli ottavi di finale. Chissà cosa avrà in serbo per lui questa edizione. Intanto esordirà lunedì sul Campo centrale contro Arthur Rinderknech.
D: Sascha, contento di essere tornato a Wimbledon?
ZVEREV: “Molto contento. Ovviamente è un posto molto speciale per tutti. E sono anche molto felice di essere sul Campo Centrale lunedì, è sempre un onore”
D: Hai detto qualche tempo fa che alcune persone ti hanno dato per spacciato a causa di qualche sconfitta in questa stagione. Sei arrivato a Wimbledon con il doppio delle partite sull’erba rispetto all’anno scorso. Che aspettative hai per te stesso in questo torneo?”
ZVEREV: “Ho avuto una preparazione abbastanza buona. Ho giocato una finale, una semifinale, ho lavorato bene in quei tornei. Penso che la gente si dimentichi che sono ancora il numero 3 del mondo e anche numero 3 nella race. Ho avuto forse qualche sconfitta qua e là, che è normale, magari inaspettata, ma dopotutto sento che la mia forma è tornata nelle ultime settimane, negli ultimi mesi. Non vedo l’ora di giocare i Championship. Penso di poter giocare bene qui”
D: Come veterano del circuito…
ZVEREV: “Veterano? Davvero? È la prima volta che mi chiamano ‘veterano’ (sorride)”
D: Che ne dici di ‘non novità’? Quali fattori pensi che causino più stress mentale durante una stagione così faticosa?
ZVEREV: “Penso che sia semplicemente la continuità di non avere pause. È un argomento di cui si parla da tanto tempo. Semplicemente non credo che abbiamo una vera off-season. Non credo che abbiamo tempo per riposare mentalmente, fisicamente e tutto il resto. Ma tutto sommato, non voglio lamentarmi, perché amo essere un tennista. Amo giocare a tennis. Amo fare le cose che faccio. Ci stiamo tutti lamentando da un punto di vista molto, molto privilegiato, no? Credo che tutti noi guadagniamo piuttosto bene. Giriamo per il mondo. Alloggiamo nella maggior parte dei casi in hotel a cinque stelle. Siamo quasi sempre in posti bellissimi. Sì, a volte magari ti viene voglia di sederti sul divano a non fare nulla, ma questa è la vita che abbiamo scelto. In tutta onestà, è sempre stato il mio sogno diventare un tennista. Sento che sto vivendo quel sogno e me lo sto godendo“
D: L’altro giorno Taylor parlava — non so se l’hai visto — degli highlights. Diceva, scherzando, che in una partita contro Fonseca c’erano tutti colpi di Joao. Ti capita mai di guardare gli highlights delle tue partite e pensare se riflettano davvero il match oppure che ti facciano sembrare più forte o magari peggiore?
ZVEREV: “Se guardi gli highlights, ti fanno sempre sentire meglio con te stesso, no? (sorride). Penso che ci siano giocatori per cui, in generale, ci saranno sempre più video di highlights rispetto ad altri, il che non significa necessariamente che siano migliori. È solo lo stile di gioco, il fattore intrattenimento che portano in campo. Sicuramente Carlos Alcaraz è uno di questi, Joao Fonseca è uno di questi, Bublik… Avranno sempre più spazio negli highlights anche se magari perdono le partite. Non so esattamente cosa abbia detto Taylor, non l’ho visto. Ma se si riferiva a questo, allora sì. Per esempio, uno come Taylor, che è fondamentalmente potenza pura, forse non avrà lo stesso spazio negli highlights. Ma questo non significa affatto che sia un tennista peggiore rispetto a quei giocatori“
D: A proposito di giocatori che guardano i reels degli highlights…
ZVEREV: “Se lo chiedi a Bublik, allora probabilmente sì. Penso che i top player, invece, non tanto. Loro cercano semplicemente di vincere“
D: È la prima volta che non vedremo i giudici di linea a Wimbledon. Preferisci l’occhio umano o la chiamata elettronica? Quanto ti fidi dell’attuale sistema elettronico?
ZVEREV: “Mi piace il sistema elettronico. Non mi dispiace affatto. Penso che ci siano stati alcuni tornei in cui non ha funzionato bene. A Madrid, per esempio, non funzionava bene. Ci sono stati diversi episodi in cui ha commesso errori. Ma alla fine, credo che renda il gioco più equo. Penso che ormai non ci siano più errori. In generale, non mi dispiace il sistema elettronico“
D: A proposito di provare cose nuove nel tennis, ovviamente agli US Open c’è molto entusiasmo per il torneo di doppio misto. Secondo te, il tennis dovrebbe fare di più per sperimentare nuovi format e trovare modi nuovi per coinvolgere maggiormente il pubblico?
ALEXANDER ZVEREV: “È divertente che tu lo dica, perché faccio parte del consiglio dei giocatori. Proprio ieri abbiamo discusso di quanto il tennis sia cresciuto negli ultimi 20, 25 anni. La risposta è no, perché il tennis sta crescendo di anno in anno. L’interesse dei fan cresce ogni anno. I ricavi, gli introiti crescono annualmente. Penso che sia divertente quello che stanno facendo agli US Open con il doppio misto, ma in generale credo che il nostro sport sia uno sport molto antico, classico. I fan che abbiamo vogliono vedere proprio questo. Non credo che dobbiamo sperimentare più di quanto stiamo già facendo. Penso che il tennis, in generale, stia andando molto bene“
D: Dove ti trovavi e cosa ti passava per la testa durante la finale del Roland Garros tra Alcaraz e Sinner, ammesso che tu abbia avuto modo di guardarla?
ZVEREV: “Ero sul campo da golf a Maiorca (sorride). In realtà ho visto solo il tie-break del set decisivo. A parte quello, stavo cercando di capire come evitare lo slice. È più su quello che ero concentrato durante la partita. Ho guardato il tie-break, ed è stato esaltante. Ovviamente è stata una grande partita, una di quelle storiche che la gente ricorderà. Non ne ho visto molto in diretta. Ho visto il tie-break. Il resto del tempo stavo giocando a golf (sorride)”
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Autor: Beatrice Becattini