Wimbledon, Swiatek: “Finalmente mi diverto a giocare sull’erba. Anisimova? Merita grande rispetto”

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Iga Swiatek è atterrata a Londra con un bagaglio pieno di dubbi irrisolti e incertezze, tennistiche e non, tali da allontanarla dai radar delle attenzioni persistenti e pressanti. Dopotutto, la tennista polacca non aveva mai espresso sull’erba la miglior versione di se stessa e, in seguito a una stagione su terra rossa al di sotto degli standard – piuttosto alti, a dire il vero – cui aveva abituato, forse nessuno si sarebbe aspettato di vederla in finale a Wimbledon. Eppure, la ex numero 1 del mondo, da ottava testa di serie, si contenderà la vittoria all’All England Club con Amanda Anisimova, dopo aver lasciato due soli giochi a Belinda Bencic. Che il feeling tra Iga e i prati stesse maturando lo si era intuito dal raggiungimento dell’ultimo atto del torneo di Bad Homburg, dove, tuttavia, si era spenta sul più bello contro Jessica Pegula. E adesso Swiatek cerca il primo trofeo dal Roland Garros 2024, per mettersi definitivamente alle spalle mesi difficili. Grazie a questo risultato torna numero 4 del mondo; il successo, invece, la riporterebbe sul podio del tennis mondiale.

D: Se qualcuno ti avesse detto all’inizio della stagione che la tua miglior performance in uno Slam fino ad ora sarebbe arrivata qui a Wimbledon, cosa avresti risposto?

SWIATEK: “Non dirò che non ci avrei creduto, perché in un certo senso ci ho creduto e so che nel tennis può succedere di tutto. Penso che avrei pensato di dover fare molto per arrivare a questo punto e imparare prima tante cose. È troppo ipotetico

D: Sembrava che fin dall’inizio di questo torneo l’atmosfera forse fosse leggermente diversa. Di solito arrivi dopo aver vinto il Roland Garros, con una pausa molto breve. Hai sentito qualche differenza, ti sei sentita più sollevata dal non avere le stesse aspettative o ti sei chiesta se questo potesse essere l’anno in cui avresti vinto Wimbledon?

SWIATEK: “Onestamente non lo so. Penso che ormai non avrò più stagioni in cui la pressione non mi venga in qualche modo imposta dalle aspettative esterne. Ogni anno, suppongo, è più o meno lo stesso, ma a volte sento di riuscire a gestirla meglio o a ignorarla; altre volte un po’ peggio. Onestamente, penso sia più facile se non hai vinto il Roland Garros e hai anche avuto più tempo per allenarti. Se vinco il Roland Garros e poi arrivo qui e tutti già mi fanno domande… Mi mettono aspettative altissime. Non mi sembra molto logico. E su questo non ho alcun controllo

D: Se dovessi vincere sabato, entreresti in un gruppo molto ristretto di giocatrici che hanno vinto uno Slam su ciascuna delle tre superfici. È mai stato un obiettivo nella tua mente? Ti sei mai posta questo traguardo, voler essere quella “giocatrice completa” capace di ottenere questo tipo di successo?

SWIATEK: “Non proprio, perché non ho mai pensato che sarebbe stato possibile. Come ho detto dopo la mia ultima partita, non sono il tipo di persona che si pone obiettivi del genere. Vivo torneo dopo torneo. Non è che mi sveglio e penso: “Ok, quest’anno vincerò tre Slam”, perché non è così che funziona per me. Ho obiettivi più terra-terra, tipo allenarmi giorno per giorno. Questo è sempre stato il mio metodo di lavoro

D: Rispetto alle tue prime cinque finali Slam, quanto è diversa questa? La stai forse vivendo con un po’ più di piacere perché all’inizio delle due settimane era qualcosa di un po’ più inaspettato?

SWIATEK: “Ogni Slam è stato totalmente diverso. È difficile paragonare questi percorsi. Ma di sicuro, finora sto apprezzando questa nuova sensazione di sentirmi un po’ più a mio agio sull’erba. Forse ci sto pensando un po’ di più. Sicuramente mi sto divertendo. Ma ovviamente ci sono stati altri Slam in cui ho mi sono divertita

D: Sei un’ispirazione per milioni di giovani in tutto il mondo. I bambini che ti guardano raggiungere la finale di Wimbledon sognano di poter essere un giorno su quello stesso campo. Qual è un consiglio che daresti loro per aiutarli a realizzare quel sogno?

SWIATEK: “Un consiglio che darei è di cercare di avere accanto persone valide, perché anche se è uno sport individuale, non puoi farcela da solo. Di sicuro hai bisogno di persone con esperienza intorno a te, che ti guidino e ti aiutino nei momenti più duri. Ma ovviamente, lavorare sodo. Quando ero a scuola, nemmeno pensavo di poter essere qui. Semplicemente lavoravo. Anno dopo anno, è diventato sempre più possibile”

D: Cosa pensi della sua pausa dal tennis che si è presa Anisimova e del fatto che sia riuscita a tornare a questo livello?

SWIATEK: “Chiunque affronti delle difficoltà e riesca a tornare a un livello ancora migliore merita davvero tanto rispetto. Di sicuro Amanda è una di quelle giocatrici che ha continuato ad andare avanti anche in situazioni difficili. Le ho sempre augurato il meglio. Ci conosciamo dai tempi del circuito juniores. Ha fatto davvero un buon lavoro

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Autor: Beatrice Becattini