LONDRA – I dati forniti dal Wimbledon Information System, gestito da IBM, sono le statistiche più approfondite che si possano avere sul torneo. Vediamo come arrivano alla finale Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, analizzando le due tabelle relative a quanto fatto nelle 6 partite precedenti. Le vedete nell’immagine in testa al pezzo.

Iniziamo dal servizio: finora, Sinner ha fatto 55 ace, e commesso 11 doppi falli, Alcaraz 75/27. Evidentemente Carlos tende a rischiare di più, infatti gli “unreturned serves“, le battute che non vengono risposte in campo, siano esse prime o seconde palle, sono il 37% per Sinner, e il 40% per Alcaraz. Però i dati più interessanti qui sono la percentuale di prime in campo (63% per entrambi), e soprattutto l’efficacia della battuta in generale: punti vinti con la prima, 82% Sinner, 78% Alcaraz, con la seconda 64% Sinner, 55% Alcaraz. Infine, Jannik ha perso 4 volte la battuta nel torneo, Carlos 11. Le velocità medie e massime non sono troppo diverse.
In risposta, le palle rimesse in gioco contro la prima avversaria sono il 32% per Sinner, il 31% per Alcaraz, contro la seconda il 62% per Sinner, il 51% per Alcaraz.
Emerge una superiorità marginale ma non trascurabile nei colpi di inizio gioco in favore dell’azzurro, soprattutto riguardo alla seconda palla, sia quando la servono che quando la ricevono.
Jannik arriva in finale grazie a 200 colpi vincenti totali, a fronte di 114 errori gratuiti, per Carlos 246/206. Si conferma con i numeri la tendenza di Alcaraz a rischiare di più, e ovviamente sbagliare più spesso, ma il differenziale premia decisamente l’approccio tecnico/strategico dell’italiano (+86 contro +40).
Entrambi sono stati efficacissimi negli scambi sotto i 4 colpi (374 vinti, 296 persi Sinner, +78, 566/473 Alcaraz, +93), fra 5 e 8 colpi meglio Jannik (118 vinti, 87 persi Sinner, +31, 141/130 Alcaraz, +11), e la forbice gli rimane favorevole negli scambi lunghi: sopra i 9 colpi, Sinner ha un differenziale tra punti vinti e persi di +36 (53/17), mentre Alcaraz ha un +14 (46/32). Più a lungo si scambia, meglio è per Jannik.
Dove lo spagnolo è sensibilmente più efficace è nel gioco in attacco: Jannik ha seguito la battuta a rete solo 2 volte, facendo un punto, dato letteralmente trascurabile quindi, ma si sa che il serve&volley semplicemente non fa parte delle opzioni tattiche dell’azzurro. Carlos di serve&volley ne ha giocati ben 77, facendo 61 punti. Micidiale, il 79%. Le percentuali di punti vinti a rete durante gli scambi sono abbastanza vicine, 74% Sinner, 71% Alcaraz, ma vengono da numeri molto diversi: Jannik è andato a giocare una volée 114 volte facendo 84 punti, Carlos è andato avanti 204 volte facendo 144 punti. Quasi il doppio. Dalla riga del servizio in avanti è “zona Alcaraz” in modo piuttosto netto. Negli scambi da fondocampo, al contrario, Jannik ha fatto il 58% dei punti (290 su 504) , contro il 49% di Carlos (326 su 659), una differenza non enorme ma degna di nota. In generale, Alcaraz ha vinto 207 punti più di Sinner (754 contro 547), ma ha semplicemente giocato di più, con una partita finita al quinto set (Fognini) e tre al quarto (Struff, Rublev e Fritz), mentre Jannik non è mai stato in campo più di tre set (ma con Dimitrov due li aveva persi).
Il quadro generale che emerge dai dati, in conclusione, tende a indicare abbastanza chiaramente la strada per la vittoria che sarebbe più conveniente imboccare per il nostro campione.
Sinner dovrà continuare a servire in modo molto efficace, il che non significa tirare a fare ace, ma ottenere dalla battuta buone percentuali e di conseguenza il controllo dello scambio, iniziando a spingere in pressione da una posizione di vantaggio. La sparatoria da dietro, al netto delle eventuali e inevitabili fiammate col dritto di Alcaraz, statisticamente tende a premiare l’italiano. Come ha cercato giustamente di fare Fritz, con buon successo in diversi momenti della semifinale, bisogna tenere lontano lo spagnolo, perchè non appena quello mette mezzo piede sulla riga di fondo o più avanti, sei fritto. Sempre il buon Taylor, in conferenza, evidenziava che quella situazione tattica contro Carlos diventa una lotteria, o un rigore, non sai mai quello che può fare, accelerare, tagliare con la rotazione in back, andare a rete, piazzare una delle sue micidiali palle corte. Ma tutte queste fantastiche soluzioni pure un fenomeno come Alcaraz non le può implementare tanto facilmente se viene pressato, tenuto in fondo, e costantemente messo in affanno da un ritmo di palleggio che possiede solo Sinner.
Il pronostico è difficilissimo, con buone ragioni per ritenere che possa vincere l’uno oppure l’altro. La speranza è che i due migliori tennisti al mondo ci regalino una grande finale.
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Autor: Luca Baldissera