Wimbledon – Sinner, Cobolli, Sonego, Cocciaretto: un poker di vittorie oggi è proprio impossibile? È solo difficile

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Le due sconfitte dei due italiani in campo questo venerdì, Bellucci 3 set a zero con Norrie e tanti rimpianti per il primo set, Darderi k.o. in 4 set con Thompson, mi hanno tolto il bel sapore che avevo in bocca, quando in mattinata mi ero studiato il tabellone e avevo visto che l’Italia era la sola nazione ad avere cinque rappresentanti al terzo turno, davanti alla Spagna con quattro, gli Stati Uniti con tre, Russia, Francia, Serbia, Australia con 2 e poi 12 Paesi con un giocatore ciascuno.

Numeri uno, quindi. Considerando che infortuni vari ci avevano privato della presenza, altrimenti quasi scontata, di un ex finalista di Wimbledon, Berrettini, e di un semifinalista, Musetti, mi sembrava un risultato da sottolineare con malcelato orgoglio. Ciò anche se il bilancio al femminile era meno brillante, avendo come unica superstite (delle tre al via) Elisabetta Cocciaretto (alle prese questo sabato con l’olimpionica svizzera Belinda Bencic, n.35).

Non avendo il dono dell’ubiquità ha scelto di guardare Bellucci-Norrie sul campo n.1, invece di Darderi-Thompson. Per tutto il primo set e anche un po’ dopo, mi sono illuso che Bellucci ce la potesse fare. Intanto perché ha cominciato facendo subito il break al cosmopolita di passaporto britannico, poi perché sul 4-2 ha avuto la palla del 5-2, prima di perdere 8 punti consecutivi e ritrovarsi al tiebreak sebbene in quel primo set lui non avesse saputo sfruttare 6 pallebreak, distribuite in tutti i game salvo uno. Sono lussi che non ci si possono permettere. Bellucci ha una reattività e una potenza notevolissime. Come faccia, caricandosi sui polpacci e flettendo l’anca e tutto un fianco, a far esplodere servizi a 220 km orari nemmeno fosse Berrettini pur essendo alto soltanto un metro e 78 (18 cm meno di Matteo) davvero non so.

Ha anche una gran mano, come si è visto quando ha giocato delle splendide palle corte nel primo set. Ma in quel set ancora era carico a mille e ispirato. Poi molto meno. Ha perso i punti più importanti della sua partita quando si è trovato a metà strada per andare a rete e ha deciso di andarci con scarsa convinzione, attaccando senza l’abituale spinta. E Norrie l’ha implacabilmente infilato con i passanti. E’ accaduto almeno quattro volte. Voi direte… beh che vuoi che siano 4 passanti in un match? Beh invece contano: perché alcuni sono arrivati su palle break. E poi nel primo set i due hanno fatto 50 punti ciascuno. Erano infatti arrivati al tiebreak con Bellucci che aveva fatto due punti in più. Il servizio non ha funzionato come contro Lehecka, percentuali di prime intorno al 50%, 8 doppi falli e solo 7 ace, rovesci magari belli da vedersi ma poco incisivi.

Di punti fatti con il rovescio pochissimi. Va detto che Norrie riusciva a palleggiare a ritmi intensissimi senza sbagliare che molto poco. Si piegava fino a terra per giocare il rovescio a due mani e a fine primo set sembrava in difficoltà di fiato. Se Bellucci fosse riuscito a tenere quel ritmo anche nel secondo set secondo me avrebbe portato la parita a casa. Invece, probabilmente deluso dal set perso ha cominciato il secondo giocando proprio maluccio e cedendo subito il game di battuta con due doppi falli. Sembrava essersi ripreso con la restituzione del break nel quarto game, ma di nuovo sul 3 pari un attacco troppo lento ha permesso a Norrie di passarlo. La delusione dell’occasione mancata si è tradotta in un errore gratuito di dritto e un nuovo break. Perso anche il secondo set… gli si leggeva la rassegnazione e la sconfitta nel terzo. Sì, ha tentato un abbozzo di reazione proprio nel finale, ma ormai il sogno degli ottavi di finale era svanito. Non credo che Bellucci possa consolarsi per aver giocato il punto del match: una risposta di dritto al fulmicotone dal lato sinistro e ben fuori dal corridoio del doppio con un “missile” che ha centrato l’angolino sulla destra di Norrie dopo essere passato abbondantemente all’esterno del paletto di sostegno della rete. Dovreste vedere il video per capire. Lascio a chi ha seguito il match perso da Darderi le valutazioni e opinioni. Personalmente non credevo troppo nelle chance per via del tipo di tennis di cui è capace Thompson.

Per il resto, prima che Raducanu mostrasse con la Sabalenka di non essere quel bluff come era facile dipingerla a seguito di 4 anni di sconfitte e di allenatori che si avvicendavano al suo …capezzale dopo l’incredibile exploit dell’US Open del 2021 – ha avuto un setpoint nel primo set, è stata avanti 4-1 nel secondo contro la bielorussa che nel 2022 qui non aveva giocato perché…bielorussa, nel 2023 aveva perso in semifinale da favorita, nel 2024 fu messa k.o. da un infortunio alla spalla, ammetto di provare una certa nostalgia per i giudici di linea che non ci sono più. Soprattutto quelli più anziani e grassottelli che non mi facevano sentire solo. C’era chi si addormentava… e anche quello beh… ma a chi non è capitato a seguire sotto il sole ore e ore di tennis dopo una notte magari agitata o più corta del solito?

Tra l’altro vi dirò che a me questo HawkEye non è che convinca sempre. La vista credo di averla ancora abbastanza buona e diverse sono state le volte, anche oggi nel match fra Bellucci e Norrie, in cui le chiamate elettroniche mi hanno lasciato perplesso. Di sicuro giovedì sera Ben Shelton avrebbe preferito ci fossero giudici di linea umani, anche se dopo aver tenuto il servizio in 70 secondi per vincere il match che era stato sospeso sul 5-4 per lui (e 2 set a zero) ha poi detto: “Non sono convinto che il sistema delle linee elettroniche sia perfetto… quest’anno molti giocatori hanno fotografato il segno della palla che smentiva la chiamata elettronica, però forse alla fine ci sono meno errori con l’HawkEye che con i giudici… ieri l’errore era stato prolungare il match fino a quell’ora, il mio avversario si lamentava del fatto che non si vedeva già dal secondo set!”.

Il fatto è che l’arbitro ha avvertito che ci sarebbero stati solo 5 minuti (incluso il minuto e mezzo del cambio di campo) prima che l’HawkEye smettesse di funzionare. “Io ho detto che mi sarebbero bastati 60 secondi… ma loro hanno risposto che non volevano correre il rischio che il game si dovesse interrompere a metà…” ha spiegato Shelton che ieri sera era apparso quasi minaccioso e oggi ha sentito di doversi scusare. D’altra parte davvero se l’HawkEye avesse smesso di funzionare l’arbitro senza giudici di linea, sull’erba e con uno Shelton che serve intorno ai 230 l’ora non avrebbe davvero potuto accettare la prosecuzione del match.

Con questo tipo di programmazione, incontri che cominciano alle 13,30 locali (14,30 in Italia) sul centrale, alle 13 sul n.1, alle 11 sui campi laterali (dove gli incontri in programma possono anche essere quattro), il rischio che i tre (o quattro) incontri si protraggano oltre le 21,30 c’è sempre tutto… e si ringrazi Iddio che finora non ha mai neppure piovuto. Sta certo più sereno e tranquillo chi ha la fortuna di giocare per primo, salvo che il caldo sia insopportabile come in alcuni dei giorni scorsi.

E’ il caso di tre tennisti italiani che giocano oggi: alle 11 londinesi (le 12 italiane) scendono in azione Cobolli-Mensik (campo 12) e Cocciaretto-Bencic (campo 18), mentre sul Centre Court Sinner apre le danze alle 13,30 (14.30 nostre) contro lo spagnolo Martinez. Sonego con Nakashima giocherà secondo match sul campo 14. L’ipotesi che a un certo momento i 4 italiani superstiti nel torneo si trovino a giocare tutti contemporaneamente su quattro campi diversi non è peregrina. Francamente è una cosa che mi dispiace parecchio. Ma anche l’idea di mettersi davanti a due o tre televisori della sala stampa per sbirciare fra un match e l’altro, non è affatto allettante. Anche perché una volta che sei a Wimbledon rinchiudersi in una sala dove, oltretutto, si bubbola dal freddo per via dell’aria condizionata sparata a mille – chi scrive è raffreddato marcio da ieri… – non guardare le partite dal vivo per stare davanti a mini schermi non è davvero il massimo della vita.

I match più interessanti del venerdì sono stati il derby sudamericano vinto da Jarry su Fonseca, i tre set super lottati fra Majchrzak e Rinderknech – non invidio il telecronista che ha dovuto pronunciare i loro cognomi cento volte, chissà in quante si sarà rifugiato nella scappatoia di chiamarli “il polacco” e “il francese” – la maratona vinta 10-8 al supertiebreak da Khachanov contro Borges. Chi pensava che il russo avrebbe risentito dei 5 set lottati al turno precedente con Mochizuki si sbagliava.

Oggi l’Italtennis può andare ancora a record se Sinner, Cobolli e Sonego andassero a dama, vincendo tutti e tre. Mai abbiamo avuto a Wimbledon 3 italiani in ottavi. Al massimo sono stati due: nel ’49 Cucelli e Rolando Del Bello, nel ’55 Beppe Merlo e Nicola Pietrangeli – a proposito sentite condoglianze all’amico Nicola per la morte del figlio Giorgio (non sono ancora riuscito a fargliele per telefono…) – nel 2021 Berrettini e Sonego, nel 2023 Berrettini e Sinner, nel 2024 Musetti e Sinner. Sinner gioca a favor di pronostico, gli altri due no. Ma possono vincere anche Cobolli e Sonego. Come può vincere Elisabetta Cocciaretto contro la Bencic.

Oggi credo che Sinner tratterà Martinez come ha trattato Vukic. E verrà poi in conferenza stampa a dirci che se avesse perso quel punto “chissà, nel tennis le partite fanno presto a complicarsi, avete visto quante teste di serie sono state eliminate in questo torneo? Sono contento di aver passato anche questo turno e di trovarmi in ottavi. Il prossimo match? Vediamo…lui (si chiami Dimitrov o Ofner è uguale) è un ottimo giocatore”.

Nel frattempo l’ineffabile Kyrgios, forse per recuperare qualcosa nei confronti dei fan di Sinner e dello stesso Sinner, ha sentenziato che “Sinner durerà più a lungo ai vertici del tennis che non Alcaraz perché lo spagnolo si distrae più facilmente (Ibiza, le ragazze…ma non ha detto la Raducanu) e invece Jannik è tutto superconcentrato sul tennis”. Mah, secondo voi si dovrebbe prendere sul serio quel che dice Kyrgios? E magari lo dice per recuperare l’anno prossimo un posticino da commentatore BBC durante Wimbledon. Forse va preso più sul serio Goran Ivanisevic, quando parlando di Stefanos Tsitsipas dice che versa in una condizione fisica che è peggiore della sua! E’ anche vero che Goran era abituato ad avere come tennista da “curare” sotto tutti i profili un certo Djokovic. Al cospetto di DjokerNole chiunque sembrerebbe un atleta in condizioni penose.

Ah… dimenticavo: con la sconfitta ad opera della Siegemund (tedesca sposata a un italiano) della Keys (febbricitante: l’americana che aveva trionfato all’Australian Open non è venuta neppure in conferenza stampa, tato stava male) dopo le teste di serie n.2, n.3, n.4, n.5 è saltata anche la n.6. La sesta fra le top 10. Se perdeva anche la Sabalenka sarebbe stato un filotto incredibile. Invece la n.1 è ancora… viva nel torneo, così come la n.7 Andreeva e la n.8 Swiatek. Ma fra tante la presenza più inattesa è quella dell’argentina Sierra, una lucky loser che più lucky non si può: battendo Cristina Bucsa è in ottavi, dove affronterà proprio la Siegemund. Una lucky loser in ottavi a Wimbledon non c’era mai arrivata e lei, 21 anni, n.101 Wta, non aveva mai passato un turno in uno Slam, aveva vinto solo 8 partite nel circuito WTA ma nemmeno una partita sull’erba. Wow!

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Autor: Redazione