[1] J. Sinner b. P. Martinez 6-1 6-3 6-1
Poco meno di due ore, nessun passaggio a vuoto, tre set dominati dall’inizio alla fine: Jannik Sinner supera Pedro Martinez con un netto 6-1 6-3 6-1 e approda agli ottavi di finale a Wimbledon senza mai rischiare davvero. Il numero uno del mondo continua a recitare il suo ruolo con lucidità e senza particolari sprechi o regali: lo fa su un Centrale oggi reso ancora più reale dalla presenza nel Royal Box di leggende dello sport britannico e non solo, tra tutti Andy Roddick e Billie Jean King.
Martinez, numero 52 ATP, veniva da due successi piuttosto agevoli con Loffhagen e Navone. La storia però con Sinner è stata diversa: l’azzurro ha infatti imposto da subito il proprio ritmo, aggredendo ogni seconda dello spagnolo e lo costringendolo a giocare fuori comfort e fuori ritmo. Quando Martinez prova a inventare qualcosa – discese a rete, palle corte, variazioni – viene respinto senza sforzo apparente. E se nel secondo set lo spagnolo trova un minimo di resistenza, complice qualche imprecisione dell’altoatesino e un calo nella percentuale di prime, è solo una fiammata temporanea. Jannik torna a spingere al momento giusto, annulla quattro palle break in un game chiave, e chiude il secondo parziale con un rovescio da manuale.
Nel terzo, poi, la storia è già scritta. Martinez si fa trattare la spalla durante i cambi campo, perde subito il servizio e da lì si gioca solo per le statistiche. Sinner rallenta un attimo sul 5-0, concede un game annullando due match point, ma poi chiude con una seconda alta che esce dal campo come un uncino. Ora l’azzurro attende il vincente tra Ofner e Dimitrov. Intanto, continua a convincere, senza clamori ma con una costanza disarmante. Unica nota stonata in una sinfonia quasi perfetta: il 59% di prime in campo, un dato migliorabile in vista delle fasi più calde del torneo.
Primo set – Avvio martellante, dominio assoluto
Parte subito forte Jannik Sinner, che nei primi tre game lascia a Pedro Martinez appena tre punti. L’azzurro è solido, martellante da fondocampo, mentre lo spagnolo prova in tutti i modi a rompere il ritmo: variazioni improvvise, discese a rete spesso affrettate e poco efficaci, che svelano le umili origine tennistiche dello spagnolo. La pressione si fa sentire anche nel quarto game, in cui Martinez commette errori gratuiti e serve prime a 135 km/h, troppo poco per impensierire il numero uno del mondo, anche complice un problema alla spalla destra.
Sinner ottiene la prima palla break per il 4-0, annullata da un buon dritto dello spagnolo, ma sulla seconda occasione, spinge profondo sul rovescio di Martinez che finisce in rete: è il break del 4-0. Il game successivo vede un timido sussulto dello spagnolo, che arriva a 30 pari, ma è solo un’illusione: Jannik piazza un rovescio e un dritto che bacia la linea, e vede il traguardo del primo set. Sul 5-0, Martinez approfitta di un trattamento alla spalla per rifiatare e riesce a strappare un game a zero: è il 5-1. Sinner, chiamato a servire per il set, parte malino (0-30), ma reagisce subito: prima uno scambio spettacolare chiuso con il dritto, poi una sequenza di vincenti per il 6-1 in appena 31 minuti.
Secondo set – Qualche crepa, ma comanda ancora Jannik
Per la prima volta dall’inizio del match è Pedro Martinez a portarsi avanti nel punteggio. Merito di un game di battuta efficace e di un paio di errori gratuiti di Sinner: è 1-0. Il set sembra prendere una piega diversa, almeno per equilibrio. Martinez tiene ancora il servizio, salendo 2-1 grazie ad altri due errori di costruzione dell’azzurro; ma la reazione di Sinner è immediata: tiene senza affanni il proprio turno e, nel game successivo, spinge in risposta fino ad ottenere due palle break. Alla seconda, costringe Martinez allo scambio da fondocampo e vince il braccio di ferro per il 3-2.
Il break è consolidato nonostante una prima di servizio poco brillante (intorno al 60%). Sul 4-2, Sinner ha anche una palla per il doppio break, ma un rovescio in rete gli nega il colpo del KO. Martinez prende coraggio e torna aggressivo, trovando punti sul dritto di Jannik e accorciando sul 4-3. Il game successivo è il più combattuto del set: Martinez ha ben quattro palle break per il controbreak, ma l’azzurro le annulla tutte, tra ace, colpi profondi e una pregevole volee di rovescio. Il pubblico, affamato di partita, prova a spingere lo spagnolo, ma l’inerzia torna nelle mani del numero uno. Sinner chiude il game e, sul 5-3, si procura il primo set point: un rovescio vincente da metà campo mette la parola fine al parziale. È 6-3 in 53 minuti, anche se la percentuale di prime nel set è scesa al 57%.
Terzo set – Accademia Sinner, il match si chiude in scioltezza
Durante la pausa tra i set, Martinez chiede nuovamente l’intervento del fisioterapista per la spalla destra. Il match, però, sembra già indirizzato. Sinner è chirurgico: nei primi due game al servizio non concede neppure un punto e nel mezzo ottiene il break, approfittando di un errore in volee dello spagnolo. Il punto successivo, uno smash incrociato di Jannik, vale il 4-0 e mette la partita definitivamente sui binari dell’accademia.
Martinez riesce ogni tanto a trovare qualche colpo interessante, ma si tratta di fiammate isolate, senza continuità. Sul 5-0, Sinner ha i primi due match point ma li spreca, il primo dei quali arriva dopo 1h e 50 minuti di gioco: prima un rovescio in rete, poi uno lungo in risposta. Martinez, con orgoglio, conquista il suo unico game del set (5-1), ma è questione di minuti. L’azzurro torna concentrato, si procura tre nuovi match point e chiude al primo, con una seconda ad uscire sul rovescio dello spagnolo che resta immobile. Il punteggio finale è 6-1 6-3 6-1 in un’ora e 55 minuti.
Una prestazione pulita, autorevole, in cui l’unica piccola nota da rivedere è la percentuale di prime in campo (59%), ma per il resto Sinner ha mostrato tutte le qualità che ci si aspetta da un numero uno. Agli ottavi affronterà il vincente tra Ofner e Dimitrov.
O que achou dessa notícia? Deixe um comentário abaixo e/ou compartilhe em suas redes sociais. Assim conseguiremos tornar o tênis cada vez mais popular!
Esta notícia foi originalmente publicada em:
Fonte original
Autor: Carlo Galati