Wimbledon, Sabalenka al miele su Raducanu: “Tornerà in top 10”. E sul pubblico: “Mi fanno male le orecchie!”

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La numero uno al mondo non smette mai di stupire. Aryna Sabalenka è riuscita a mettere in cassaforte un match complicato con la giocatrice inglese, Emma Raducanu, spinta a gran voce dal pubblico di casa. “Wow, che atmosfera” – ha dichiarato la bielorussa nell’intervista post-match – mi fanno ancora male le orecchie”. Una Sabalenka che ha dimostrato la sua superiorità nei momenti topici, e che grazie a questa vittoria è diventata la prima giocatrice – dai tempi di Serena Williams, che ci riuscì per ben 14 volte di fila tra lo US Open 2014 e l’Australian Open 2019 – a raggiungere gli ottavi di finale di uno Slam in 11 partecipazioni consecutive. La numero uno, infine, non si è sottratta dal complimentarsi dinanzi a una straordinaria Emma Raducanu, sottolineando: “Sono sicura che presto tornerà tra le top 10“. Di seguito le sue dichiarazioni in conferenza stampa.

D. Vista la tensione dell’incontro, come hai
affrontato quei momenti, sia per Emma, ma anche per il pubblico

Aryna Sabalenka: “Beh, sì, prima di tutto ha giocato ad un livello incredibile. In secondo luogo, il pubblico – voglio dire, ho giocato abbastanza negli Stati Uniti contro le americane, e lì è, tipo, super pazzo. Onestamente, sono molto grata che la gente sia stata rispettosa ed educata durante i punti. Anche se facevano il tifo per lei tra un punto e l’altro, durante il punto sono riuscita a concentrarmi e sono stati di nuovo molto gentili. Credo che questo mi abbia aiutato a rimanere in partita e a lottare per ogni punto. Sono molto contenta di essere riuscita a essere così concentrata”.

D. Ovviamente l’atmosfera era incredibile stasera. Com’è stato giocare sotto il tetto? Per quanto riguarda Emma, hai detto che potrebbe rientrare tra le prime 10. Come pensi che andranno le cose per lei nei prossimi mesi?
Aryna Sabalenka: “Non posso prevedere nulla, ma sono sicuro che, forse non in un mese, ma forse in un periodo un po’ più lungo, ma sicuramente tornerà al top. Sta combattendo. Sta giocando molto meglio. È più costante. Vedo che mentalmente è in salute. Credo che questo sia molto importante. Sì, sono abbastanza sicuro che ci stia arrivando. Per quanto riguarda l’atmosfera… sì, a volte le mie orecchie erano bloccate da quanto era rumoroso, ma mi sono divertita molto. Cercavo di ingannare il mio cervello e facevo finta che la gente facesse il tifo per me (sorride). A volte, quando gridavano “Emma”, sembrava Aryna. Non so perché. Penso che sia per questo che non mi dava fastidio…”

D. In campo hai detto che in passato hai avuto momenti in cui ti sei persa un po’. Ovviamente agli Open di Francia. Quanto è stato importante avere una prestazione come questa in cui, sotto pressione, sei stata composta?
Aryna Sabalenka: “Sì, come ho detto, sono felice per quello che mi è successo al Roland Garros, perché ho avuto la possibilità di sedermi e di guardare tutto in prospettiva e di rendermi conto di molte cose su di me. Sento di essere una persona diversa. Ho imparato da quella difficile lezione. Sì, come hai detto tu, a causa della recente esperienza, continuavo a ripetermi: ‘No, non puoi permettere che accada di nuovo. Qualunque cosa accada in campo, devi essere rispettosa, devi essere calma e devi continuare a provare e a lottare. Mi sono ricordata che sono abbastanza forte e che posso gestire questa pressione’”.

D. Una partita di terzo turno come questa, vinta in due set, quanta fiducia ti dà per il resto del torneo?
Aryna Sabalenka: “Ancora una volta, come dimostra la mia esperienza non ha importanza. Questa vittoria non significa che vincerò il torneo. Non significa nulla. È solo un grande match. Mi dà sicuramente molta energia e la sensazione di essere sotto pressione, è stato un grande match, una grande battaglia e sono riuscito a vincere. Questo è il motivo per cui amo lo sport. Si tratta di sfidare se stessi. Quando affronti sfide difficili e ottieni una vittoria è la sensazione più bella. Quindi mi godrò la serata. Domani mi concentrerò sulla prossima gara”.

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Autor: Pietro Sanò