Wimbledon, Paolini: “Pensare troppo in là è pericoloso”

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Jasmine Paolini continua il suo cammino sull’erba con una vittoria sofferta ma meritata contro Anastasija Sevastova. Dopo un primo set da dimenticare, l’azzurra ha cambiato marcia, dominando i successivi due parziali. In conferenza stampa, Paolini ha raccontato le difficoltà iniziali, la chiave mentale della rimonta e il ruolo del doppio nella sua crescita tennistica. Una Jasmine lucida e realista.

D: L’anno scorso hai affrontato alcune battaglie molto dure su questi campi, e sei riuscita a uscirne vincente. Questo ti ha aiutata a trovare fiducia nel terzo set di oggi?

Paolini: Non lo so. Stavo solo pensando alla partita di oggi. Però sì, è stata tosta. Nel terzo set ho sicuramente giocato il mio miglior tennis dei tre. Penso che quell’esperienza mi abbia aiutata un po’ a restare lì, a continuare a colpire la palla. Alla fine ho giocato meglio e sono felice per questa vittoria, perché è stata una partita difficile.

D: Sei anche una giocatrice di doppio molto solida, soprattutto nell’ultimo anno con Sara Errani. Avete vinto cinque titoli, inclusi quelli olimpici. Giocare il doppio ti aiuta nel singolare? E in particolare sull’erba, dove il gioco a rete è più importante?

Paolini: Sì, penso che il doppio mi abbia aiutato molto, soprattutto con le volée e il servizio. Hai più possibilità di servire, andare a rete, rispondere. Tutti aspetti fondamentali anche per il singolare. Non so ancora quando giocheremo il prossimo doppio, ma credo sia utile disputare un’altra partita sull’erba per prendere confidenza. Per me è sicuramente una cosa positiva.

D: Hai detto che durante il match, quando hai iniziato a sorridere, hai cominciato a giocare meglio. Puoi spiegare questo meccanismo? Sei sempre conosciuta per il tuo sorriso in campo…

Paolini: Nel primo set no, di certo non sorridevo (ride). Però cercavo di dirmi: “Non importa, sorridi lo stesso”. Le cose stavano andando male, e allora ho provato a rilassarmi un po’. In quel momento pensavo: “È una brutta giornata, ma sei qui. Se perdi, perdi solo una partita di tennis”. Così ho provato a sorridere, perché sento che mi rilassa, mi rende meno nervosa.
Anche se oggi, sinceramente, è stato davvero difficile trovare quel sorriso (ride).

D: L’altro giorno al media day hai detto che sei arrivata qui senza troppe aspettative. Fa un po’ strano sentirlo da una giocatrice tra le prime dieci nella Race, finalista lo scorso anno qui e al Roland Garros. Ti senti bene fisicamente? C’è qualcosa che ti sta condizionando?

Paolini: È ovvio che tengo molto a far bene, come in tutti i tornei. Però, per quanto mi riguarda, credo sia pericoloso pensare troppo avanti. Cerco di focalizzarmi partita dopo partita. Qui sull’erba può succedere di tutto, è una superficie difficile. Cerco anche di accettare l’idea che potevo perdere oggi: l’importante è restare concentrata. Sono qui per fare bene, certo, ma allo stesso tempo tenere le aspettative basse mi aiuta a gestire la pressione.

D: La sconfitta contro Swiatek ha lasciato qualche segno?

Paolini: Sicuramente non è stata una partita positiva. Ho sbagliato tante palle, andava giocata in modo diverso. Però arrivo qui a Wimbledon più contenta rispetto a Berlino, dove avevo giocato una sola partita e pure male. In questo caso, almeno, ho messo insieme quattro match [riferendosi al buon percorso disputato nel torneo di Bad Homburg] . Anche se non sono andati tutti bene, sono comunque esperienze che mi servono. Alla fine, contro Swiatek è sempre difficile: ha un’intensità incredibile. Adesso sono qua per cercare di fare meglio.

D: Dopo lo straordinario torneo dello scorso anno, quando sei tornata sull’erba hai cercato mentalmente di recuperare quelle sensazioni o per te è sempre tutto nuovo?

Paolini: Sì, ci ho pensato, forse anche troppo. Ma questo è un anno nuovo, e paragonarlo al precedente non serve a molto. Certo, cerco di portarmi dietro le cose positive, le sensazioni buone, ma ogni stagione è diversa. La prima partita quest’anno è andata malissimo, ho fatto tanti errori. Spero di trovare un po’ più di livello nel prossimo match. Anche l’anno scorso il primo turno non era stato brillante, poi partita dopo partita avevo trovato ritmo. Spero succeda anche ora: vincere questa prima partita sicuramente mi aiuterà.

D: Al di là del risultato, hai un obiettivo minimo per questo torneo?

Paolini: Spero di riuscire a portare un buon livello in campo. Oggi non ci sono riuscita, anche se ho vinto. Meglio così, comunque, che giocare bene e perdere. Il mio obiettivo è proprio quello: sentirmi bene in campo, avere buone sensazioni e poter fare partita con tutte.

D: Conosci la tua prossima avversaria [Kamilla Rakhimova]? Hai già qualche idea su come affrontarla?

Paolini: La conosco abbastanza. È una giocatrice regolare, solida. Dovrò sicuramente limare un po’ gli errori per affrontarla nel modo giusto.

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Autor: Jenny Rosmini