Medvedev non sta avendo un grande rapporto con i tornei dello Slam quest’anno. Con la prematura uscita a Wimbledon contro il francese Benjamin Bonzi, salgono a due le partite Slam perse al primo turno consecutivamente – l’altra a Parigi contro Norrie. Se si amplia il discorso al 2025 il russo non ha ancora raggiunto il terzo turno nei tornei Major. A sentire lui però non c’è motivo di allarmarsi: “Sono molto deluso per la sconfitta, certo. Ma ora ci sono i campi duri. Se riesco a giocare come ad Halle, o anche come oggi, sento davvero di poter tornare in top 10. “
D: Daniil, giornata difficile oggi. Dicci come ti senti in questo momento.
MEDVEDEV: “E’ dura, mi sento triste. Ma la partita è finita, quindi non posso fare nulla. Lui ha giocato molto bene, per quanto mi riguarda non mi è sembrato di aver giocato male. Non vedo cosa avrei potuto fare di meglio. E’ l’erba, quindi avrei potuto servire meglio nei tiebreak. Ma sono sorpreso dal suo livello. So che può giocare bene. È solo che subito dopo la partita ho bisogno di rivedere il video ed essere sicuro di quello che dico. Sarei sorpreso se trovassi una sua partita quest’anno in cui ha giocato così. Mi ha sorpreso che lo abbia fatto oggi. Ma può succedere. È in questi momenti che si hanno le sensazioni giuste”
D: Sei di solito molto onesto nelle risposte. Provo a fartela nel modo più semplice possibile. Sei preoccupato per i risultati degli ultimi tre Slam, considerando che non sei mai arrivato al terzo turno?
MEDVEDEV: “Sarei molto preoccupato se non ci fosse stato il torneo di Halle, dove ho giocato bene e sono arrivato in finale, con un ottimo livello di gioco. Ecco perché posso confrontare la partita di oggi con quel torneo. Non penso di aver giocato peggio. Il campo è un po’ diverso, un po’ più lento anche per il caldo.
Per ogni colpo che ho fatto oggi, anche quelli buoni, aveva sempre una risposta. Ad Halle avrei dovuto giocare contro di lui o contro Halys. Ho guardato la partita. Non riusciva a tenere due palle di fila in campo. Ero sorpreso. Pensavo sarebbe stato difficile contro Quentin. Ho giocato bene, ho vinto. Oggi, invece, ha sbagliato pochissimo. Qualche errore di dritto. Di rovescio, ricordo forse tre errori non forzati. Gli auguro di giocare così ancora. Ho visto il tabellone, per me ora non conta più. Se gioca come oggi, arriva sicuramente al quarto turno. Poi c’è Fritz, e diventa più difficile. Non mi sorprenderei se non giocasse più a questo livello”
D: C’è qualcosa che pensi di dover cambiare nella preparazione per affrontare meglio queste situazioni?
MEDVEDEV: “Non proprio. Ho avuto una grande settimana di preparazione, arrivavo con fiducia dopo Halle. Ho vinto praticamente tutti i set di allenamento. Ma non conta. Non conta per la partita vera. La partita è tutta un’altra storia.
Al primo turno, spesso giochi un po’ peggio rispetto magari a un secondo o terzo turno. Forse, se lo avessi affrontato lì, con lo stesso livello di oggi, avrei potuto giocare meglio.
Ne parlerò con il mio team più tardi. Forse guarderanno il video della partita per analizzarla meglio. Ma secondo me non c’era molto di più che potessi fare. È solo sfortuna”
D: Oggi è stato il giorno d’apertura più caldo mai registrato a Wimbledon. Il caldo ha influito sul tuo gioco?
MEDVEDEV: “Fisicamente non è stato facile. Alla fine del terzo set ero ancora lì, ma il quarto set è stato duro. Per fare un vincente contro di lui oggi, dovevo piazzare tre grandi colpi negli angoli. Specialmente nel quarto set, quando ero stanco, lui faceva vincenti lungo linea, incrociati, risposte vincenti. Risposte profonde. Conosco quella sensazione. Quando sei in giornata, ti entra tutto. Il quarto set è stato sicuramente il più duro. Il caldo? Non dirò mai che ha vinto per il caldo. Ma non è facile giocare con il caldo. E credo che se chiedi a lui, probabilmente nemmeno a lui piaceva”
D: Hai una visione piuttosto chiara di cosa è successo oggi. Come fai a conciliare questa lucidità con il fatto che il tuo ranking potrebbe calare? Come fai a non andare in panico e restare nella tua bolla mentale?
MEDVEDEV: “Non è panico. Ma ero davvero preoccupato dopo ‘s-Hertogenbosch. Tante sconfitte di fila, diverse tra loro. A volte sulla terra contro Casper o Lorenzo, che hanno giocato alla grande. Casper ha poi vinto il torneo, Lorenzo ha fatto semifinale. Altre volte è stato contro Reilly a ‘s-Hertogenbosch.
Ma la realtà è che stavo perdendo ai quarti, ottavi, quarti. Poi ho giocato a Halle. Mi ha dato tanta fiducia. Ho giocato bene lì. Contro Michelsen, che poi ha fatto semifinale a Maiorca. Ha battuto Sascha. Benjamin può giocare benissimo sull’erba. Non sono troppo preoccupato. Sono molto deluso per la sconfitta, certo. Ma ora ci sono i campi in cemento. Se riesco a giocare come ad Halle, o anche come oggi, sento davvero di poter tornare in top 10. Basta un buon risultato. Ad Halle ho giocato bene, sono rientrato in top 10. Oggi invece ho giocato male, ed eccomi fuori. Non ho tanti punti da difendere fino a fine anno. Se riesco a giocare bene, magari ci torno”
D: La partita alle 11 di mattina sicuramente non è stata la tua preferita. A che ora devi svegliarti per giocare a quell’ora? Avrebbe fatto differenza se fossi stato il terzo match?
MEDVEDEV: “Forse, non so. Di solito gioco un po’ peggio alle 11. Ma in carriera ho vinto tante partite alle 11 o anche tardi, e ne ho perse alcune. Ho perso contro Norrie alle 11. Ma ho perso tardi anche contro Learner Tien. Non è la cosa più importante. Preferisco non giocare alle 11, ma va bene. Oggi in realtà mi sono sentito bene anche svegliandomi presto. A che ora mi sveglio? Di solito verso le 7 o 7:30. Preferirei svegliarmi più tardi, ma va bene. Siamo tutti nelle stesse condizioni”
D: Riguardo il calendario, ti fa differenza che qui si cominci di lunedì invece che di domenica, come negli altri Slam? Senti che inizia davvero il torneo?
MEDVEDEV: “Nessuna differenza. Di solito gli Slam iniziavano di lunedì. Direi che è meglio così. L’inizio di domenica è solo per fare un po’ di soldi in più. Va bene. Ti può dare due giorni di riposo se vinci. Non è una grande differenza. Domenica o lunedì, è praticamente lo stesso”
D: Benjamin ha giocato in modo incredibile oggi. Ti sei sentito più vulnerabile del solito?
MEDVEDEV: “Non so. In un certo senso, ti direi di sì. Se non ci fosse stato Halle, ti direi sicuramente di sì. Ma lì ho giocato benissimo, ho vinto sempre in due set, tranne con Sascha, che è stato un match duro. Poi ho giocato contro Bublik, che era in giornata. Allo stesso tempo, ho perso anche altre partite. Poi ho fatto semifinale a Wimbledon, finale agli US Open. Devo solo cercare di giocare meglio contro avversari in stato di grazia. Oggi, dal primo punto, ho sentito che qualsiasi cosa facessi, la palla non scivolava granché sull’erba. Qualsiasi cosa facessi, non lo disturbava. Tutto ciò che faceva lui era difficile da affrontare. Ho lottato. Ho provato. Sono arrivato ai tiebreak. Sicuramente lì potevo fare meglio. Il risultato parla. Devo solo cercare di fare meglio contro questi avversari sui campi duri”
D: Secondo te, manca qualcosa al tuo gioco rispetto agli anni passati, o è solo una questione di fiducia?
MEDVEDEV: “Per me è una questione di fiducia. Torno sempre a quel torneo di Halle. Se non ci fosse stato, ti direi: guarda, mi manca qualcosa. Ma no, è solo una questione di vincere un paio di partite. Quest’anno ho perso tante partite tirate. Quando comincerò a vincerle, risalirò nel ranking.
Per ora non sono troppo preoccupato. Se finisco l’anno intorno alla posizione 15 del mondo, magari lo sarò di più. Ma per ora, no”
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Autor: Matteo Beltrami