Coco Gauff non ha avuto probabilmente la risposta che sperava nella sua prima partita stagionale su erba avendo perso in quel di Berlino con un doppio 6-3 da Xinyu Wang, futura finalista del torneo. Detto ciò, prima del torneo tedesco aveva chiuso come meglio non poteva la stagione su terra vincendo il Roland Garros. Da queste emozioni positive, Coco cercherà di trovare le energie fisiche e mentali per fare il meglio anche a Wimbledon.
“È fantastico essere tornata – dice Coco -, sono super felice di essere qui e sempre grata di poter tornare”.
Coco si è intrattenuta sul campo a palleggiare con Mirra: “È stato bello, Adoro allenarmi e palleggiare con Mirra. Mi sembra che qui possa fare molto bene”.
Il focus stagionale era il Roland Garros, ora l’attenzione si sposta su WImbledon: “Il prossimo obiettivo ovviamente è ottenere un buon risultato qui. Ho perso agli ottavi un paio di volte quindi mi piacerebbe superare quel turno, direi che è la prossima cosa a cui sto puntando. Mi piacerebbe vincere questo torneo, ma credo molto nel procedere un passo alla volta. Se supererò quel turno, allora inizierò a pensare alla vittoria.
Ecco su cos’ha lavorato Gauff spostandosi dalla terra all’erba: “Sicuramente sul movimento. È molto diverso dalla terra battuta, oltre a lavorare sul tenere la palla più bassa. Sulla terra si gioca con più altezza, più rotazioni, qui invece penso che serva giocare più basso e in modo un po’ più aggressivo rispetto alla stagione su terra, il che è difficile perché passi a giocare in un certo modo, poi arrivi sull’erba e hai 13 giorni per cambiare il modo in cui giochi. Quindi sì, penso che questi siano i punti principali su cui devo lavorare per avere successo qui. E poi il servizio: voglio essere abbastanza aggressiva al servizio, proprio perché si gioca sull’erba”.
Come detto, non è semplice lavorare su tutte queste situazioni in soli 13 giorni: “Prima di Berlino mi sono allenata solo due volte prima della mia prima partita quindi immaginavo che non sarebbe andata benissimo. In effetti sono caduta un paio di volte durante quel match. Lì mi sono detta: “Devo assolutamente lavorare sui movimenti” e da quel momento ho iniziato a fare molta più preparazione fisica e lavoro specifico in campo, più esercizi di movimento, cose di quel tipo. Dopodiché si tratta soprattutto di perfezionare alcuni aspetti, come abituarsi a giocare più basso. Qui molti giocatori usano tanto lo slice quindi sto lavorando anche su quello: colpire più slice, abituarmi a giocare contro chi lo usa. Piccole cose che secondo me possono fare la differenza in partita“.
Interessante capire come Gauff ha gestito la gioia del Roland Garros, sapendo che però dovrà subito rimettersi sotto per un altro Slam: “Io sono una persona che guarda avanti molto in fretta. I primi due giorni dopo il torneo ho cercato davvero di assimilare tutto, di viverlo. Una volta tornata da New York ero già molto concentrata su questo torneo, pensavo a cosa dovevo fare, su quali aspetti del mio gioco dovevo migliorare. Per me è importante rimanere nel presente e concentrarmi su Wimbledon, dimenticare un po’ il Roland Garros e magari tornarci con la mente a fine stagione per celebrarlo meglio. Per esempio, con lo US Open ho avuto modo di assaporarlo di più, anche perché era l’ultimo Slam dell’anno, ma voglio fare davvero bene anche qui. Mi sento piuttosto sicura in campo, per me era importante dimenticare e mi viene facile farlo perché sono sempre proiettata verso la prossima sfida. In genere sono il tipo di persona a cui devi dire di rallentare. Quando arriverà novembre, ci ripenserò“.
È arrivata come prevista la domanda su Sabalenka: “Ovviamente alcune persone hanno criticato quello che ha detto nel discorso, a me non importava davvero perché so come ci si sente, ho capito cosa stava cercando di dire. Era una giornata con condizioni terribili, neanch’io penso di aver giocato bene quindi ho capito il suo punto di vista. Certo, alcune delle cose dette poi in conferenza stampa mi hanno sorpresa un po’ di più, ma non sono una persona che porta rancore. Ne parlavo con il mio team e dicevo: “Se si scusa, anche solo in privato e non pubblicamente, per me va bene e possiamo andare avanti”. E lo ha fatto, anche più volte come sucesso quando l’ho vista prima di allenarci insieme. Ormai è acqua passata, conosco Aryna, prima di tutto questo ci eravamo sempre trovate bene quindi non è stato difficile accettare le sue scuse. Penso che alcune cose non siano state tradotte o interpretate nel modo in cui lei intendeva, sono state dette tante cose. Il video su TikTok? Lo avremmo fatto comunque, ne abbiamo già fatti in passato, alle WTA Finals e in altre occasioni. È stato un modo per mostrare alla gente che tra noi va tutto bene. Sono state dette tante cose, io non sono il tipo di persona che sostiene l’odio e cose del genere quindi mi è sembrata una buona idea far vedere davvero che è tutto ok e voltare pagina, perché penso che entrambe siamo stanche di parlare di questa storia”.
Sei anni fa c’è stata la vittoria a Wimbledon di Gauff contro Venus Williams: “Sono cresciuta molto, penso che quel momento sia stato quando ho iniziato a credere davvero che i miei sogni potessero diventare realtà, mi sembra ancora incredibile, un sogno. Onestamente credo che tra tutte le partite che ho vinto, quella sia ancora quella che mi sembra più irreale. La differenza rispetto a prima è che quella era solo l’inizio, avevo tantissima fiducia. Ora sento di aver ritrovato quella fiducia in me stessa, penso di averla persa da qualche parte lungo il percorso, tra i 16 e i 19 anni quando ho avuto difficoltà con la fiducia in me stessa e cose del genere, ma poi l’ho ritrovata. Quindi, se c’è una cosa che sento, è che a 21 anni somiglio di più alla me quindicenne rispetto a quanto lo fossi magari a 17 o 18 anni, quando sono tornata qui. Perché ora sento di avere di nuovo quella fiducia ingenua, quella sicurezza da ragazzina. Anche un approccio al gioco molto più leggero, più divertito. Sono davvero felice di essere qui”.
C’è poi stata un’altra domanda sulla questione Sabalenka e su come il mondo dei media e dei social se n’è occupato. È stato chiesto a Gauff se avesse pensato di risponderle subito: “È stato molto strano, all’inizio la tentazione c’è stata anche perché le scuse sono arrivate un po’ tardi e pensavo sarebbero arrivate subito. Ma non volevo alimentare altro odio, non sono quel tipo di persona. Penso che la situazione sia sfuggita un po’ di mano. Non era più questione di chiedere conto a qualcuno, era diventato proprio un bersagliare e dire cose che secondo me non erano affatto carine. Non volevo gettare altra benzina sul fuoco. Subito dopo, nella mia conferenza stampa, in realtà non sapevo esattamente cosa avesse detto, mi basavo su quello che mi dicevano e non volevo dire nulla senza aver visto esattamente le parole usate. In generale, sono una persona che predica l’amore”.
Lo spettacolo di Sinner-Alcaraz con 5 ore e mezza è stato clamoroso. Per questo è stato domadna a Gauff cosa ne pensasse di una finale al meglio dei cinque set tutta al femminile: “Ci ho pensato al formato in cinque set. Voglio dire, penso che mi favorirebbe un po’ dal punto di vista fisico. Onestamente il tennis così com’è non mi dispiace, penso che entrambi i formati abbiano i loro aspetti interessanti per quanto riguarda il ritmo e tutto il resto. Non ho davvero un’opinione forte in merito, probabilmente perché è sempre stato così, non mi darebbe fastidio se rimanesse tutto com’è ora, anche se cinque ore e mezzo sono folli. Il fatto che fossi a metà strada durante il volo per gli Stati Uniti e loro stessero ancora giocando è pazzesco. Sono abbastanza sicura che, quando hanno finito la cerimonia del trofeo, io ero tipo a due ore dall’atterrare a New York venendo da Parigi. Questo dà l’idea di quanto sia stata lunga quella partita. Sarebbe interessante se accadesse, come detto penso che mi favorirebbe dal punto di vista fisico, ma penso anche che sarebbe un cambiamento importante per il circuito. Secondo me va bene anche lasciare tutto com’è“.
Dieci anni fa c’è stato l’ultimo Channel Slam al femminile con Serena Williams capace di vincere Roland Garros e Wimbledon nello stesso anno. Un’impresa sulla carta possibile per Gauff: “Sarebbe davvero difficile, capisco perché non succede così spesso. Tranne, credo, Carlos che lo fa sembrare piuttosto facile, anche Novak. Non mi ero resa conto che fossero passati 10 anni da Serena, penso che sia questo il motivo per cui questa doppietta è così difficile: il tempo tra i due tornei è molto breve. Passi dall’aver vinto un torneo enorme e devi subito tornare a lavorare, neanche dopo qualche giorno. Mi piacerebbe farlo, ma non voglio mettermi troppa pressione perché come continuo a dire al mio team e alle persone intorno a me, tutto questo è territorio nuovo per me. Non ho mai giocato, anche solo decidere se giocare Berlino, per esempio. Mi sono detta: “Imparerò strada facendo”. Magari, se dovessi vincere di nuovo, non prenderei più quella decisione. È davvero tutto nuovo. Sto cercando di affrontarlo passo dopo passo, se dovessi riuscirci, sarebbe fantastico altrimenti cercherò un modo migliore per prepararmi a questo torneo l’anno prossimo”.
A proposito di preparazione, Alcaraz ha deciso di andarsene ad Ibiza: “Ho visto che era a Ibiza. Io invece sono tornata a casa. L’anno prossimo, se dovessi trovarmi di nuovo in quella situazione, mi sono detta: forse dovrei restare da questa parte del mondo e divertirmi un po’ invece di tornare fino negli Stati Uniti, magari gliene parlerò. Dovrò sapere esattamente cosa ha mangiato, cosa ha bevuto, a che ora è andato a dormire ogni sera. Sì, farò una chiacchierata con lui su come sono andati quei tre giorni (ride, ndr)“.
Gauff ha risposto ad una domanda che chiedeva cosa ne pensasse se fosse la finale femminile a chiudere il torneo: “Ci sono due aspetti. Sarebbe davvero bello se toccasse alle donne chiudere un torneo, ma in quel caso dovrebbero giocare anche loro al meglio dei cinque set. So che quel giorno in più di riposo fa una grande differenza per loro, non so se è questo il motivo della decisione, ma avrebbe senso farli giocare la domenica proprio per quel giorno extra di recupero, visto che giocano match più lunghi. Come hai detto, specialmente nei 1000 o tornei simili, penso che sarebbe bello cambiare e alternare e poi darebbe maggiore visibilità al tennis femminile, rendendo la partita femminile il match di punta del torneo. Detto questo mi piace anche giocare il sabato e tornare a casa la domenica. Non ci avevo mai pensato in questi termini, ma sarebbe una bella idea. Penso che sarebbe complicato nei tornei dello Slam, considerando che i ragazzi giocano al meglio dei cinque. Togliere loro un giorno di riposo sarebbe difficile. A me è già capitato di giocare quarti e semifinali in giorni consecutivi. Immagina farlo giocando cinque set e dover tornare in campo il giorno dopo per potenzialmente farne altri cinque: sarebbe davvero tosta. Quindi, da un punto di vista organizzativo, ha senso che siano loro a chiudere la domenica”.
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Autor: Christian Attanasio