Elisabetta Cocciaretto si ripete e dopo aver battuto la numero tre al mondo Jessica Pegula ha estromesso un’altra statunitense ovvero Katie Volynets. A parlare con il nostro direttore Ubaldo Scanagatta è stato Fausto Scolari, coach della 24enne di Ancona che sta disputando fin qui un meraviglioso Wimbledon.
“Io sono partito a lavorare dal 1994 nel Centro Tennis di Sondrio – si racconta Scolari – passando poi a Bormio e in Svizzera, seguendo poi vari progetti dove supportavo le trasferte coi ragazzi fino al Tennis Europe e ITF Junior facendo settimane in supporto a team già formati dal settore tecnico. Quando c’è stata la proposta di seguire un progetto mi sono buttato e con fiducia ho appoggiato il “Progetto Cocciaretto”. Ora da Sondrio mi sono trasferito nella Marche, dov’è originaria mia moglie, insieme ai nostri tre figli Raffaele di 18 anni, Beatrice di 16 e Carolina di 12 mentre io ne ho fatti 50 quest’anno»
Dopo la presentazione, la prima domanda è sul periodo di forma di Elisabetta: “Questa vittoria più che sorpresa mi dà una conferma della sua alta motivazione e la tranquillità con la quale esprime il suo gioco molto aggressivo in tanti momenti della partita. Lei sull’erba si trova particolarmente a suo agio perché le piace calpestarla, è strano perché anche l’allenamento lo vive diversamente, non solo a livello tecnico-tattico e di fatica, ma proprio con piacere ed è bello vederla giocare sull’erba“.
Sui precedenti a Wimbledon: “Ha partecipato due volte. La prima ha vinto contro Martina Trevisan che era testa di serie e poi perse al secondo turno con Irina-Camelia Begu, la seconda volta fece terzo turno battendo Camila Osorio e Rebeka Masarova, perdendo con Pegula sul campo 3. L’anno scorso prese una broncopolmonite prima della semifinale a Birmingham, quest’anno ha fatto ottimo torneo a ‘s-Hertogenbosch perdendo in semifinale contro Elena Gabriela Ruse. A conferma del fatto che si diverte a giocare su erba e il lavoro fatto sul servizio e sul gioco aggressivo la aiuta parecchio“.
A proposito del servizio, questo è uno dei fondamentali che ha maggiormente migliorato: “Siamo rimasti molto molto contenti delle percentuali con Pegula dov’è andata sopra il 70% con la prima, servendo sopra i 170 km/h con picchi da 180/182 quasi 183 km/h. Insomma è un bel punto di partenza per lei che è 1.66 di pura tecnica ed energia“.
Una storia simile a Mattia Bellucci che ha un ottimo servizio nonostante sia 1.78: “Abbiamo reso il suo movimento molto più fluido, oltre ad un lavoro fisico importante, che le permette di sfruttare la massima accelerazione, ma c’è ancora margine. Abbiamo accorciato il movimento”.
I miglioramenti non sono solo sul servizio: “Sicuramente sui colpi a rimbalzo abbiamo lavorato tanto, muove la palla su tutte le zone del campo, genera rotazioni con la mano. Adesso sta facendo tante cose che portano beneficio“.
Cocciaretto raggiunse il 29esimo posto nel ranking: “Ha avuto un picco da numero 29 del mondo poi ebbe infortunio alla spalla e si fermò un mese e mezzo, la ripartenza fu tosta. Su quale possa essere il suo culmine è difficile parlarne, può succedere di tutto, io credo abbia molto margine e anche quando arrivò 29 al mondo aveva ancora qualcosa da esprimere. Stavamo lavorando sul servizio, ma aveva una piccola infiammazione alla spalla che divenne una borsite e non riuscimmo a lavorarci per 2 mesi e mezzo”.
Scanagatta ha fatto notare l’importanza di saper fare smorzate e palle corte nel tennis moderno, soprattutto nel femminile: “Noi ci lavoriamo parecchio, la difficoltà è trasferirlo in partita. Oggi abbiamo visto due palle corte con due bei punti, lei in quelle situazioni si gira contenta e sorridente di aver messo qualcosa in più dentro. Per trovare la continuità però ci vuole un po’ di tempo e tante partite. Lei ha la mano per potercela fare, lavorando può migliorare. Ad esempio criticavano il suo dritto e ora invece trova angoli che prima si sarebbe sognata, questo è grazie al lavoro, la dedizione e la motivazione che la porte sempre a cercare di migliorare”.
Tra Scolari e Cocciaretto c’è un profondo e duraturo rapporto: “È da fine 2016 che lavoriamo insieme, abbiamo un rapporto dove lei mi chiede di accendere l’allenamento quando diventa una routine. In quei casi si rischia di ammorbidire la prestazione, allora ogni tanto andiamo ad accendere i motori. Lei essendo una ragazza molto intelligente lo percepisce subito e parte a razzo“.
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Autor: Christian Attanasio