Un’eliminazione amara per Jack Draper, che saluta Wimbledon al secondo turno per mano di un Marin Cilic impeccabile, capace di togliere ritmo e certezze al giovane britannico con un tennis aggressivo e chirurgico. Dopo un 6-4 6-3 1-6 6-4 che non ammette repliche, Draper si presenta in conferenza stampa visibilmente deluso, ma lucido nell’analisi: ammette le difficoltà sull’erba, evidenzia le lacune nel gioco, soprattutto sul dritto, e riconosce quanto ancora manchi per arrivare al livello dei migliori: “Il mio dritto oggi è crollato sotto la sua pressione. Se voglio competere con i migliori, devo lavorare su ogni area del mio gioco”.
D. Jack, una sconfitta che sembra averti colpito molto. Cosa ti ha lasciato questo match?
JACK DRAPER: “Sì, sono davvero frustrato. Fa male. Cilic ha giocato una partita straordinaria, non ha mai mollato, ha meritato la vittoria. È una delle sconfitte più dure per me.”
D. Pensi che avresti potuto fare di più o era solo merito suo?
JACK DRAPER: “Un po’ entrambe. La verità è che ho fatto molta fatica sull’erba quest’anno. Al Queen’s sono arrivato in semifinale, ma non mi sentivo bene nemmeno lì. Mi è stato chiaro che su questa superficie il mio gioco ha tanti punti deboli. Oggi, per esempio, la risposta col dritto è stata un disastro: non riuscivo a gestire la velocità dei suoi colpi, davo troppo spin, perdevo profondità. Sulla terra e sul cemento mi sento solido, ho tempo per creare spin e velocità. Ma sull’erba è tutta un’altra cosa. Devo lavorare su questo, migliorare ogni area del mio gioco se voglio competere con i migliori.“
D. Hai parlato di “falle” nel tuo gioco. Puoi spiegare meglio?
JACK DRAPER: “Sì. Oggi si è visto chiaramente: il dritto, il movimento, la gestione della pressione… tante cose. I top player sono solidi in tutto. Io ho fatto grandi progressi in 12 mesi, ma queste settimane mi hanno mostrato che c’è ancora tanta strada da fare. È stimolante, ma anche difficile da accettare. Pensavo di essere più avanti.“
D. La pressione di essere la speranza britannica ha influito?
JACK DRAPER: “No. Non ho perso per la pressione o per i media. Ho perso perché oggi non sono stato all’altezza. Non riuscivo a trovare il mio livello. È tutto lì.”
D. Hai protestato su alcune chiamate del nuovo sistema con intelligenza artificiale. Cosa non ti ha convinto?
JACK DRAPER: “Non credo sia infallibile. In un paio di casi il segno mostrato non aveva senso: non c’era gesso visibile, per esempio. Parliamo di millimetri, ovviamente può sbagliare. Mi spiace solo che non ci siano più i giudici di linea, era parte della tradizione. Ma capisco che per noi sia più semplice così.”
D. Cosa pensi ti serva per arrivare al livello successivo?
JACK DRAPER: “Devo diventare più completo. Avere un gioco solido su tutte le superfici. E l’erba è quella dove fatico di più. Per esempio, oggi ho avuto problemi anche nel muovermi. Voglio sentirmi sicuro in ogni aspetto, e al momento non lo sono. Ma lo vedo come un’opportunità per migliorare.”
D. La stagione sull’erba è molto breve. Come pensi di affrontare questo nel futuro?
JACK DRAPER: “Non credo cambierò molto. Dopo il Roland Garros non avevo tempo per inserire altri tornei. Mi sono fidato del mio tennis, ma non ha funzionato. Forse ci ripenserò il prossimo anno. Intanto so su cosa lavorare per tornare più pronto.”
D. Ti senti in grado, un giorno, di fare bene sull’erba?
JACK DRAPER: “Sì, assolutamente. C’è questa idea che, siccome sono alto e mancino, dovrei essere perfetto sull’erba. Ma non è così. Ho vinto a Stoccarda, ma in realtà non ho mai giocato davvero bene su questa superficie. Non ho mai passato il secondo turno qui. Ma ho la determinazione per cambiare le cose, come ho fatto con la terra quest’anno. Anche se non mi sento a mio agio, voglio trasformare l’erba in una superficie favorevole. Serve tempo e fiducia.”
D. Cosa ti ha colpito di più del livello di Cilic oggi?
JACK DRAPER: “Mi ha sorpreso, in parte. Sapevo che aveva vinto a Nottingham, ma è stato top 10, ha vinto uno Slam. Ha sempre avuto un livello altissimo. Oggi sembrava mi togliesse la racchetta di mano, soprattutto sul suo servizio. Era ovunque, preciso, aggressivo. Meritava di vincere. Ha giocato un match incredibile, e io non sono riuscito a contrastarlo.”
D. Nel quarto set sembrava stessi trovando ritmo. Hai sentito di essere in rimonta?
JACK DRAPER: “Sì, stavo iniziando a giocare meglio, ma ormai era tardi. I primi due set sono volati, non avevo tempo per trovare soluzioni. Lui serviva alla grande, rispondeva altrettanto bene. Bastano pochi punti persi ed è subito 6-3, 3-0… è difficile reagire. Ma sono orgoglioso di come ho provato a restare in partita.”
D. Sia Bublik che Cilic hanno giocato un tennis quasi perfetto contro di te. Pensi di dover trovare risposte contro avversari che sono “in trance agonistica”?
JACK DRAPER: “Sì, è un’ottima osservazione. Quando gli altri giocano così bene, devo chiedermi: glielo sto permettendo io? Sto giocando corto? Sto concedendo troppo tempo? È vero che devono eseguire, ma i grandi giocatori ti puniscono se abbassi la guardia. Queste sconfitte mi hanno fatto capire che, se voglio essere costante ad alti livelli, non posso permettermi buchi. Devo alzare il mio standard, su ogni superficie e in ogni aspetto.”
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Autor: Jenny Rosmini