Wimbledon: Djokovic acciaccato non può nulla contro uno strepitoso Sinner

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[1] J. Sinner b. [6] N. Djokovic 6-3 6-3 6-4

LONDRA – Jannik Sinner ha vinto le ultime 4 partite contro Novak Djokovic, che ha giocato le ultime 6 finali di Wimbledon. Una di queste due strisce di risultati si interromperà oggi, e non serve specificare quale preferiremmo, con il massimo e dovuto rispetto per una leggenda vivente del tennis come il serbo. Si gioca per incontrare Carlos Alcaraz nell’atto conclusivo dei “Championships” 2025.

Giustamente, Jannik parte ad altissimo ritmo, mettendo subito in difficoltà Novak, che prova ad attaccare, ma subisce il break nel terzo game. Dalla tribuna il suono dei colpi dell’italiano è decisamente diverso rispetto a quelli dell’avversario, la palla gli sta schioccando bene sulle corde ed ne esce velocissima. Djokovic si aggrappa alla battuta, servendo al limite per evitare di entrare negli scambi, ma Sinner non è da meno, concedendo poco e nulla sul suo servizio. Come prevedibile, è Novak a cercare qualche variazione in attacco, ma è dura per lui uscire dalla sparatoria che si trova ad affrontare. Sul 5-3 uno scambio spettacolare, originato da un serve&volley di Djokovic, e punito dallo smash di Jannik, porta l’azzurro a due set-point consecutivi, cancellati dal servizio avversario e da un errore di dritto. Poco dopo, però, un rovescio lungo di Novak consegna un secondo break e il 6-3 a Sinner. Il dato impressionante di questo primo parziale è che Djokovic ha fatto solo 2 punti in risposta, di cui uno è stato un doppio fallo di Jannik. Domino totale, per ora.

Se possibile, a inizio secondo set Sinner sale ulteriormente di intensità: o Novak piazza un servizio vincente, o lo scambio si trasforma in un tiro al piccione, con il serbo nel ruolo del pennuto. Quando batte l’italiano, semplicemente non si gioca. Il terzo punto in ribattuta dell’intero match per Djokovic arriva sul 2-0 con un break per Jannik, è un passante corretto dal nastro. Con tre ace consecutivi (siamo già a 8 in totale) Sinner si porta sul 3-0, ho difficoltà a ricordare Novak messo sotto in modo tanto brutale, forse solo nei primi due set della finale del Roland Garros 2020 persa da Rafa Nadal 6-0 6-2 7-5.
Con il coraggio della disperazione, il “Djoker” si inventa un gran game seguendo a rete il servizio, bravissimo, però è impensabile fare partita in attacco costante per lui. Imperturbabile, Jannik continua a servire e a picchiare come un diavolo, e sale 4-1. Sta battendo con il 78% di prime palle in campo in questo momento, una macchina. Novak, come fosse un australiano degli anni ’80, continua con il serve&volley quasi sistematico, con buon successo, e si merita un coro “Nole, Nole” dalle tribune. La cosa non disturba Sinner, che si porta 5-2 in un attimo, e nel game successivo con un passante lungolinea di dritto di potenza spaventosa arriva a set point. Djokovic reagisce con due ace consecutivi, ma Jannik non lo fa respirare, e poco dopo arriva il 6-3 e il vantaggio di due set a zero per lui. Sinner ha concesso 6 punti al servizio finora, due sono stati doppi falli, numeri clamorosi. È passata un’ora e 8 minuti.

Novak chiama il fisioterapista, per un fastidio all’anca sinistra, che potrebbe in effetti spiegare qualche difficoltà negli allunghi sul dritto, speriamo che non sia nulla di grave. Il terzo set inizia con Djokovic alla battuta, che tiene a zero, sembra non avere problemi troppo invalidanti almeno a vederlo dalla tribuna, ma i cambi di direzione non sono rapidi come di consueto, e la potenza forsennata di Jannik non aiuta. Un momento di distrazione, il primo, con un dritto steccato, costa a Sinner la palla break del match da affrontare, e un successivo “drive” affondato in rete manda Novak in vantaggio 2-0. L’urlo del centrale è assordante, gli spettatori vogliono che la partita si allunghi, il serbo li accontenta portandosi 3-0.
Stranamente scosso dalla situazione, nel game successivo Jannik rischia ancora, concedendo una palla del doppio break sbagliando una smorzata, ma la annulla bene in attacco, per poi controbrekkare lui spingendo di nuovo molto bene, e accorciando sul 2-3. Ora la partita è più equilibrata, con grande gioia degli spettatori profumatamente paganti, ma il pallino del gioco pare ritornato in mano a Sinner.

Djokovic sembra soffrire in qualche allungo, ma non molla, anche se a volte non riesce a rientrare dopo gli spostamenti laterali lasciando il campo libero all’avversario. Nel settimo game arriva un altro break per Jannik, che punisce i coraggiosi serve&volley di Novak, e si porta in vantaggio 4-3. Il rovescio diagonale che manda Sinner 5-3 viene quasi lasciato scorrere da Djokovic, c’è aria di resa. Djokovic annulla due match-point sotto 4-5 con altrettanti ace, e tiene la battuta scendendo a rete con classe. Ma la fine è solo rimandata, dopo un’ora e 55 minuti Jannik chiude 6-4, e si prende la quinta finale Slam in carriera, quarta consecutiva, contro l’avversario che lo ha battuto nell’unica persa, l’ultima a Parigi poche settimane fa. Sarà Sinner-Alcaraz per la tredicesima volta, la seconda in una finale Slam, siamo 8-4 per lo spagnolo.

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Autor: Luca Baldissera