Wimbledon, Cilic: “Ho sempre avuto la sensazione che il mio livello ci fosse ancora”

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Chi è stato al top non va mai sottovalutato. Marin Cilic ha raggiunto i picchi del tennis in un’epoca in cui i Fab 4 facevano piazza pulita di tutto quello che trovavano sotto al loro naso. Campione Slam (US Open 2014) ed ex numero 3 al mondo, il 36enne nato a Medjugorje ha sconfitto la prima speranza di casa a Wimbledon: Jack Draper è caduto sotto i colpi del veterano croato, finalista ai Championships nel 2017, in quattro set. Marin si è detto molto soddisfatto del tennis che sta esprimendo su erba in questo periodo, nel quale ha già vinto un Challenger a Nottingham solamente pochi giorni fa. Di seguito, le sue parole in conferenza stampa dopo la vittoria sul tennista inglese.

D: Marin, questo è un gran risultato per te. Come ti senti?
Marin Cilic: “Assolutamente un gran risultato, dopo un po’ di tempo che non giocavo il torneo di Wimbledon, considerando che stavo giocando contro Jack che è in gran forma, è un ottimo giocatore, ed è l’idolo di casa. Non ho avuto molte vittorie a livello Slam negli ultimi anni, quindi è stato grandioso riuscire a giocare a un buon livello. Durante la gran parte del match ho dovuto mantenere alta la concentrazione per riuscire a giocare a un alto livello. Mi godo queste settimane in cui sto giocando davvero bene. Non vedo l’ora di continuare a farlo.

D: Oggi eri uno dei setti giocatori in campo con più di 33 anni, insieme a Dimitrov, Djokovic, Monfils e altri. È bello per te vedere che ci sono ancora tennisti della vecchia guardia in questi palcoscenici?
Marin Cilic: “Sicuramente. Siamo stati molto abituati negli ultimi dieci anni ad avere una media di età sopra i 30 anni nella top 100. Ora però è arrivata la nuova generazione, con molti giocatori nati alla fine degli anni ’90 e all’inizio del nuovo millennio. È bello quindi vederli ancora giocare bene, usando la loro esperienza per farlo negli Slam. Molti di questi giocatori che hai menzionato sono stati davvero diligenti nel prendersi cura del loro corpo durante la loro carriera, essendo molto professionali. Questo ti dà l’opportunità di riuscire a giocare a questo livello a quest’età”.

D: Hai vissuto giorni speciali durante la tua carriera. Oggi è uno di questi?
Marin Cilic: “Sicuramente, se consideriamo tutto ciò che mi è successo negli ultimi due, tre anni. Se guardo la situazione in cui ero, come stava il mio ginocchio nel febbraio 2023, quando ho dovuto dedicarmi molto alla riabilitazione con molti dubbi, anche tornando il mio ginocchio non stava bene. E quindi mi sono operato di nuovo. Per tutto il tempo ho avuto quella scintilla di desiderio e la sensazione che il mio livello ci fosse ancora. Mi volevo dare un’altra opportunità. Grazie a Dio negli ultimi otto, nove mesi sto giocando senza dolore e sta procedendo bene. Il periodo a casa mi ha dato freschezza, non essendo nel tour e quindi sotto stress. Mi sento piuttosto fresco ora.

D: Quanto è stato grave il tuo infortunio? Hanno dovuto farti qualcosa di specifico o eri arrivato al punto di non avere più dolore solo con la riabilitazione?
Marin Cilic: “Nel tennis puoi girarci attorno a un infortunio, giocare lo stesso, forse anche non stando sempre sotto pressione. Ma devi cercare di essere allo stesso tempo al 100%. Come prima cosa, con il mio ginocchio la diagnosi è stata piuttosto difficile perché riguardava sia il menisco che la cartilagine. Quindi ho avuto fortuna di non avere più dolore. Dopo la prima operazione chirurgica, la situazione non era ancora risolta e mi ha lasciato campo libero su come volessi procedere. Ho fatto centinaia di ricerche, ho letto per conto mio diventando familiare con il problema e ho parlato con una dozzina di dottori che non mi hanno dato una risposta specifica. Questa era quindi la parte davvero difficile. Essere un atleta e sentire che hai un infortunio, qualcuno te lo risolverà, ma sfortunatamente non va come speravi. Ho deciso quindi per conto mio e sono andato negli Stati Uniti a parlare con quattro, cinque dottori per sentire i loro pareri. Fortunatamente sono riuscito a trovare una soluzione”.

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Autor: Andrea Binotto