Wimbledon, Bronzetti: “Avevo perso la felicità nel giocare”

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Dopo tre sconfitte nelle sue precedenti apparizioni a Wimbledon, Lucia Bronzetti conquista oggi il primo turno contro Jil Teichmann, con determinazione e – soprattutto – una ritrovata serenità. La tennista azzurra, che affronterà ora la giovane Mirra Andreeva, si è raccontata in un’intervista intensa, dove non ha nascosto le fragilità vissute negli ultimi mesi, né il percorso fatto per superarle.

D: Vieni da un periodo complicato. Questa vittoria può rappresentare una svolta?

LUCIA BRONZETTI: Me lo auguro. Vengo da mesi molto difficili, sia in campo che fuori. C’erano momenti in cui ho davvero pensato di smettere. Sentivo troppe pressioni, non mi divertivo più, avevo perso la felicità di giocare. E quando viene meno la passione, tutto diventa più pesante.

D: Quando hai cominciato a percepire questo malessere?

LUCIA BRONZETTI: Già a Miami c’erano stati segnali, anche se avevo vinto un turno. A Madrid e Roma lo stesso. Con Osaka a Madrid ho giocato una bella partita, ma dentro non stavo bene. Non riuscivo nemmeno a godermi una vittoria. Però negli ultimi tornei ho cominciato a lavorare meglio, soprattutto prima di Wimbledon: ho fatto una settimana come si deve, ho ritrovato serenità e oggi penso si sia visto. Non sono ancora al 100%, ma è un nuovo inizio.

D: Anche Matteo Berrettini ha parlato di una “rottura mentale”. È un tema che affrontate tra voi tennisti?

LUCIA BRONZETTI: Se ne parla poco, perché si tende a mostrarsi forti, siamo anche avversari. Quando in realtà tra colleghi ci si capisce più di chiunque altro. Io ho la fortuna di avere una famiglia che non mi mette pressione, che vuole solo vedermi felice, e un team che mi ha sempre supportata. Non è nulla di grave, ma quando il tennis è il tuo lavoro, è normale voler far bene e stare bene.

D: Elisabetta Cocciaretto ha detto durante l’intervista: “Siamo privilegiati, anche nella sconfitta”. Eppure da fuori è difficile comprendere quanto pesi tutto questo.

LUCIA BRONZETTI: Ognuno reagisce a modo suo. Io sono una persona molto sensibile, mi faccio carico di tante cose. Dovrei imparare a farmi scivolare addosso certe pressioni. Cerco di ricordarmi che nella vita ci sono problemi ben più gravi. Giocare qui, in un palcoscenico così importante, è una fortuna.

D: Quando le cose non vanno, anche le persone vicine lo percepiscono. Ti pesa l’idea di non essere serena?

LUCIA BRONZETTI: Sì, molto. Entrare in campo e non stare bene, sapere che si potrebbe fare meglio, è frustrante. Poi ci sono i commenti, che cerco di non leggere. Ma dentro di me hanno lasciato il segno. È stato un periodo doloroso.

D: Qual è stata la tua “ricetta” per uscirne?

LUCIA BRONZETTI: Parlarne ogni giorno con chi mi sta vicino: il mio allenatore, il mental coach con cui lavoro da anni. Ho cercato di lavorare, tenere duro, pensare che era solo un momento e che sarebbe passato. Era già successo in passato, e anche allora ne ero uscita. L’esperienza mi ha aiutata.

D: Dal punto di vista tecnico, cosa pensi ti manchi per fare il salto di qualità?

LUCIA BRONZETTI: Sull’erba è fondamentale essere aggressive da subito, prendere l’iniziativa nei primi colpi. È lì che sto cercando di migliorare: aggressività e approccio iniziale allo scambio.

D: Hai iniziato a giocare sull’erba solo nel 2022. Hai raggiunto anche una finale [Bad Homburg 2023]. Com’è oggi il tuo rapporto con questa superficie?

LUCIA BRONZETTI: È ancora un po’ altalenante. All’inizio faccio fatica, ma più gioco, più mi adatto. La finale di Bad Homburg, ad esempio, è arrivata un po’ a sorpresa, anche grazie al ritiro della Swiatek in semifinale. Però credo che, se riesco a essere aggressiva, il mio gioco possa essere efficace anche qui.

D: Sull’erba molti giocatori fanno fatica. Oggi la tua avversaria sembrava una di quelle.

LUCIA BRONZETTI: Esatto. La Teichmann è più a suo agio su superfici lente. Questo può fare la differenza.

D: Ora affronterai Mirra Andreeva. L’hai già affrontata?

LUCIA BRONZETTI: Non in partita, ma ci siamo allenate insieme un paio di volte. È molto forte. Cercherò di entrare in campo con la voglia di fare il mio gioco, metterla in difficoltà e, perché no, pensare di vincere. Alla fine ogni partita è aperta, basta poco per cambiare l’inerzia.

D: Hai già un’idea del suo punto debole?

LUCIA BRONZETTI: So che gioca meglio di rovescio, quindi probabilmente cercherò di insistere sul suo dritto. Ma devo ancora parlarne con il mio team. L’importante sarà restare concentrata su me stessa, sul mio tennis, senza pensare troppo a lei.

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Autor: Jenny Rosmini