Wimbledon, Berrettini: “Stare in campo così non è quello che voglio”

0
3

E’ un Matteo Berrettini visibilmente amareggiato quello che si è presentato in conferenza stampa al termine del match disputato con il polacco Kamil Majchrzak. Per il tennista romano, infatti, è arrivata una sconfitta in cinque set – rimediata dopo oltre tre ore di gioco – contro il numero 108 del mondo. Matteo non è mai riuscito a essere continuo nel corso del match e per lui si tratta della prima eliminazione al primo turno di Wimbledon. Di seguito, le sue dichiarazioni rilasciate nella suddetta conferenza.

D: Ciao Matteo, puoi raccontarci le tue emozioni dopo una sconfitta così dura? Durante la partita parlavi col tuo team dicendo che stavi soffrendo parecchio. Era più sofferenza mentale o fisica? Puoi dirci qualcosa a riguardo?
BERRETTINI: “Non lo so. Penso di aver appena finito la partita e potrei dire qualcosa che non è corretto o che non penso davvero.
Il tennis è stato molto duro per me nell’ultimo mese. Credo che si sia visto in campo oggi. Mi dispiace davvero per le persone che mi hanno aiutato ad arrivare fin qui. Tutti quelli che lo hanno reso possibile, dal punto di vista fisico, tecnico, tutto.
Onestamente, non è questo il modo in cui voglio stare in campo e godermi il tempo là fuori. Devo prendermi del tempo per riflettere sul mio futuro. Non è così che voglio passare il mio tempo in campo

D: Anche se è un momento difficile, considerando quanto bene hai fatto qui in passato, riesci comunque a trarre qualcosa di positivo per il resto della stagione? Hai avuto un mese di preparazione, riesci a vedere dei progressi?
BERRETTINI: “Ecco il punto: non ho avuto un mese di preparazione. Ho giocato per la prima volta con un professionista martedì, dopo due mesi. Mi sono sorpreso del livello che riesco ad avere, ma questo non è il problema, almeno non è quello che ho sentito in campo. Mi sembrava di dover trovare un altro modo per scendere in campo e godermela, ma è diventato tutto molto pesante. Il mio team pensava che tornare qui, in un posto così speciale per me, mi avrebbe aiutato a sentirmi meglio. Ma non è stato così. Devo prendermi qualche giorno e pensare ai prossimi passi

D: Ciao Matteo, puoi chiarirci quello che hai appena detto in inglese? Hai detto che hai bisogno di tempo. Ti avevamo lasciato a Roma: cos’è successo nel frattempo?
BERRETTINI:Paradossalmente, fisicamente sono rimasto sorpreso, stavo pure meglio del previsto. Ieri mi sentivo peggio. Sono stato discretamente in campo. Quello che è mancato è stato il mio solito atteggiamento e l’energia che mi ha sempre caratterizzato. Come avevo detto prima di arrivare qui, sono state settimane difficili. Tanti momenti in cui dovevo decidere se provarci o no, perché ho avuto ricadute. È stato complesso.
Forse sono un po’ stanco. Stanco di dover sempre rincorrere qualcosa. Per questo dicevo che devo prendermi qualche giorno per capire cosa fare. Stare in campo così non è quello che voglio. Mi dispiace soprattutto per i ragazzi che mi stanno aiutando, per chi mi sostiene. Anche il tifo non riusciva a caricarmi. Ero piatto, completamente. Mi dispiace. Spero sia solo un passo falso, e che possa trasformarsi in qualcosa di positivo

D: Che tipo di lavoro mentale pensi sia necessario fare ora? Hai sempre avuto persone che ti aiutavano anche da quel punto di vista. Ci hai confermato che fisicamente ci sei, ma la testa va rimessa a posto. Cosa pensi si debba fare?
BERRETTINI: “Forse mi sono rotto, per tutto quello che è successo prima. Troppe volte ho sottovalutato la parte mentale, dando più importanza al fisico e al rientro, trascurando come mi sentivo dentro. Alla fine siamo ragazzi, persone normali messe davanti a decisioni, momenti da gestire, e non è semplice quando c’è la competizione. Oggi, da un certo punto in poi, non mi sentivo pronto a competere. Mancava quella energia lì. Non so bene che lavoro devo fare, non so bene cosa mi aspetta. So solo che non me la sento di darmi la colpa. Di solito sono molto duro con me stesso, anche quando non serve, ma stavolta no. Stavolta mi sento che sono stato giù, e va bene così. È normale, dopo tutto quello che è successo in questi anni. Senza creare allarmismi, ma può capitare di sentirsi stanchi e avere bisogno di tempo per riflettere

O que achou dessa notícia? Deixe um comentário abaixo e/ou compartilhe em suas redes sociais. Assim conseguiremos tornar o tênis cada vez mais popular!

Esta notícia foi originalmente publicada em:
Fonte original

Autor: Francesco De Salvin