Wimbledon, Becker: “Djokovic è migliore negli spostamenti, ma il favorito è Sinner”

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Mentre a Wimbledon si scaldano i motori per le due semifinali maschili odierne, Boris Becker ha rilasciato una bella intervista a Federica Cocchi della Gazzetta dello Sport, nella quale ha affrontato numerosi temi come lo stato di forma del prossimo avversario di Jannik Sinner, Novak Djokovic (suo pupillo tra il 2013 e il 2016), il momento del tennis italiano e il ritiro di Fabio Fognini, oltre che le dichiarazioni di Zverev legate alla salute mentale nel mondo del tennis professionistico. “Djokovic sull’erba si muove meglio di chiunque altro. Forse solo Alcaraz oggi può reggere il confronto, ma ha vent’anni in meno. Novak è una pantera”, dice Becker, che oggi come mercoledì sarà presente nello studio tecnico di Sky Sport a Milano.

La semifinale tra Jannik Sinner e Novak Djokovic è la più attesa dell’edizione 2025. È il remake della sfida di due anni fa, ma speriamo con un copione diverso. Per il tedesco, infatti, Sinner parte leggermente favorito: “Quella contro Shelton è stata la miglior partita su erba che gli abbia visto giicare. E mi sembra anche in ottima forma fisica: il gomito non mi sembra dargli più problemi.”

Eppure, quando si parla di erba, l’ex numero 1 del mondo torna sempre lì: al movimento, all’equilibrio, al baricentro. “Jannik è una sorta di versione 2.0 di Djokovic, ma sull’erba non si muove ancora così bene, in difesa paga qualcosa. La differenza oggi tra lui e Djokovic o Alcaraz è lì, riescono a correre in zone dove l’erba è ancora verde e molto scivolosa. Non scivolano grazie alla loro capacità di muoversi. Sono come pantere“. Ricordiamo che prima del match con Dimitrov Sinner ha anche cambiato scarpe, per cercare maggiore stabilità sugli appoggi, specialmente in allungo.

La chiave? “Vincerà chi conquisterà la linea di fondo, come ha fatto Jannik contro Shelton”, afferma Becker. Il ritmo sarà fondamentale. Se Jannik riuscirà a giocare aggressivo e tenere il controllo degli scambi potrà vincere. Ma se è Djokovic a dettare il tempo, spostandolo da una parte all’altra, allori sarà dura anche per lui. Questa patita non sarà solo una questione di potenza, ma soprattutto di strategia“.

E a chi gli chiede se la sconfitta con Alcaraz a Parigi possa pesare nella testa dell’altoatesino, Boris risponde netto: Ci penserà, ma non credo influenzerà questo match. Wimbledon è un’altra storia. Oggi Jannik è probabilmente il più forte mentalmente tra tutti i giocatori ancora in corsa. Ecco perché è numero uno del mondo.

C’è spazio anche per una riflessione più ampia sul circuito. Becker non si tira indietro quando gli si chiede un parere sulle dichiarazioni di Zverev, suo connazionale e che conosce molto bene, che ha recentemente ammesso di aver lottato con la depressione: “È stato molto coraggioso. La salute mentale è uno dei grandi temi della nostra società, non solo nello sport. I social media sono il primo nemico: sei sempre sotto osservazione, dai giocatori ai nostri figli“.

E su Flavio Cobolli, autore di una prestazione coraggiosa contro Djokovic: “Mi piace. Ha talento e una bella energia. Lo metto al livello di Musetti, ma ora deve costruirsi una vera struttura: calendario, team, stile di vita. Tecnicamente ha potenziale da Top 10“.

Infine, un pensiero per chi ha salutato: Fabio Fognini. Becker non ha dubbi: “È stato il primo a rompere la maledizione del tennis italiano. Ha mostrato la strada dando fiducia prima a Berrettini e poi a tutti i ragazzi. Il suo addio è stato bellissimo, da film: Alcaraz come avversario, il sole, la famiglia sugli spalti. Standing ovation meritata. Spero resti nel tennis, a insegnare ai più giovani cosa serve per vincere”.

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Autor: Niccolò Moretti