Wimbledon, Anisimova: “Dicevano che non sarei tornata ad alti livelli: eccomi qui!”

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Amanda Anisimova si presenta davanti ai giornalisti con l’espressione di chi ha appena vissuto qualcosa di troppo grande per essere immediatamente razionalizzato. Ha battuto Aryna Sabalenka, numero uno del mondo, dopo due ore e quaranta di montagne russe emotive (6-4, 4-6, 6-4), e ha centrato la sua prima finale a Wimbledon. Sì, proprio lei, che un anno fa usciva dalle qualificazioni senza fare rumore. Proprio lei, che qualche tempo fa si era fermata per ritrovare sé stessa, dopo un periodo difficile successivo alla morte del padre e ad una salute mentale che non c’era più.
È un momento incredibilmente speciale per me – ha raccontato – e ancora più bello è poterlo condividere con le persone che amo, con il mio team, con chi ha sempre creduto in me anche quando sembrava tutto in salita”.

La rinascita: «Mi avevano detto che non sarei tornata, ma eccomi qua»

Amanda non ha mai nascosto che il percorso di rientro nel tennis d’élite, dopo un periodo di stop di circa due anni, per recuperare energie mentali e fisiche, è stato lungo e irto di dubbi. Non tanto tecnici, quanto umani. “Quando mi sono presa una pausa, molti mi dicevano che non sarei più tornata al vertice. Che se ti fermi troppo, perdi il treno. Era difficile da accettare. Perché dentro di me, il desiderio di tornare e vincere uno Slam non è mai svanito”.
E invece oggi è lì, a parlare da finalista di Wimbledon. Un’affermazione che suona come riscatto e come messaggio, soprattutto per chi teme che prendersi cura di sé equivalga ad arrendersi. “Credo sia importante dimostrare che è possibile rientrare, che si può risalire se si dà priorità alla propria persona. E questo, per me, ha un valore enorme”.

Sabalenka, i nervi, la fatica e… tre match point

Il match con Sabalenka è stato tutto fuorché lineare. E la stessa Amanda lo ammette: “È stata una partita davvero dura, a tratti nervosa. Abbiamo commesso molti errori da entrambe le parti. Ma era normale: c’era in palio una prima finale a Wimbledon. E quando ti trovi davanti la numero uno del mondo, sai che ogni punto può cambiare tutto”.
Il terzo set è stato un’altalena di emozioni. “Sapevo che dovevo essere aggressiva – ha spiegato – e che non avrei vinto solo aspettando i suoi errori. Ho provato a mantenere la calma, anche nei momenti più difficili. Alla fine avevo tre match point, ma con Aryna non ti puoi mai rilassare. Continuava a servire benissimo. Mi sono detta: ‘Devi inventarti qualcosa’. E quando ho messo dentro l’ultimo colpo… mi è sembrato irreale”.
Sabalenka, in conferenza stampa, l’ha definita “più coraggiosa”. Amanda sorride: “Nel terzo set ho sentito di dover rischiare. Non era il momento di tirarsi indietro”.

Da Miami a Wimbledon, passando per la pittura

Nonostante viva a Miami, Amanda ha confessato di aver patito il caldo londinese: “Mi sentivo stanca in certi scambi, la faccia era tutta rossa – ha raccontato sorridendo –. Durante il toilet break mi sono vista allo specchio e ho capito che dovevo trovare un modo per resistere. Non ci sono stati molti giorni caldi finora, mi sono disabituata…”.
Per resettare la mente, Anisimova si affida all’arte. Dipinge, soprattutto in stile astratto, e le sue tele sono un rifugio personale. “Quando tornerò a casa, forse farò un quadro ispirato a Wimbledon. Sicuramente molto verde e molto bianco, ma in stile mio: senza linee troppo definite”.
E poi la musica, compagna costante nei momenti liberi. “Una volta facevo mash-up da 30 minuti per i miei riscaldamenti pre-partita. Ci mettevo tre giorni a prepararli! Ora non ho così tanto tempo libero… ma magari per la finale mi ascolto una delle vecchie playlist rap”.

La finale con Swiatek: «Un’ispirazione per me»

Sabato, sul Centre Court, Amanda sfiderà Iga Swiatek. Non si sono mai affrontate nel circuito maggiore, ma si conoscono da tempo: si erano incontrate ai tempi della Fed Cup Junior. “Ricordo che si diceva già allora che Iga sarebbe diventata una grande. E avevano ragione. È un’atleta straordinaria, con un’etica del lavoro impressionante. Guardarla giocare è una fonte d’ispirazione. I suoi recuperi in spinta, il modo in cui si muove… è una vera campionessa”.
Amanda sa che sarà una sfida durissima, ma non vuole pensarci troppo. “Cercherò di restare nel momento, come ho fatto anche oggi. Non concentrarmi sull’eventualità di vincere uno Slam, ma sul tennis, sulla partita. Godermi ogni istante. E magari, fare in modo che diventi un’altra giornata indimenticabile”. 

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Autor: Carlo Galati