Monte Carlo, primo turno del tabellone principale di doppio maschile: Simone Bolelli e Andrea Vavassori escono a sorpresa contro Rohan Bopanna e Ben Shelton dopo che si erano trovati sul punteggio di 6-2 4-1. una rimonta incredibile del duo indo-americano, ma che nasconde un brutto gesto da parte del numero 15 al mondo.
Shelton infatti è stato protagonista di uno scambio terminato con un colpo a distanza ravvicinata addosso a Vavassori. Più di un semplice modo per chiudere il punto dato che il piemontese si è infortunato e come se non bastasse, non ha ricevuto nemmeno le scuse. Anzi, dopo la partita Shelton ha detto: “Questo è il doppio, è tennis non baseball“, come a dire che non era il caso di lamentarsi.
Vavassori però da quel giorno si è di fatto infortunato e ne ha parlato anche al Corriere Torino: “Nel primo game, mi ha tirato addosso e, da accertamenti successivi, mi ha causato un’infrazione di 1 mm alla sesta costola. Non ho dato subito peso alla cosa ma nel corso della partita ho iniziato a sentire dolore, soprattutto quando ero al servizio. In doppio può capitare che si tiri addosso agli avversari, anche se cerco di non farlo, ma non si dovrebbe mai essere poco rispettosi nei confronti di chi è dalla parte opposta della rete. Shelton e Bopanna lo sono stati nei miei confronti, anche con commenti poco simpatici sull’accaduto“.
Un brutto accaduto che di fatto ha obbligato Vavassori ha lavorare in palestra e senza forzare eccessivamente: “Il prossimo torneo – spiega Andrea – sarà Madrid, un altro Masters 1000. Poi Roma e il Roland Garros“.
Le uscite ai primi turni non preoccupano Andrea: “Purtroppo fa parte del gioco. A volte si vince per anche per un solo punto, a volte si perde di misura, come capitato a me e a Simone Bolelli a Doha, Dubai, Miami e nel torneo del Principato”.
Sui sogni di quest’anno, anche se a conti fatti sono dei veri e propri obiettivi, Vavassori ne ha elencati tre: “Vincere un titolo Slam nel doppio classico, dopo averlo fatto lo scorso anno nel misto agli US Open, riqualificarmi con Bolelli per le ATP Finals di Torino, in casa, e tornare a nella nazionale di Davis“.
Tutte queste ambizioni, così come gli otto titoli ATP in doppio e le tre finali di Slam, non sono però cadute dal cielo bensì frutto di una grande gavetta esattamente come la stabilità economica: “Questo permette di pianificare e vivere l’insieme senza l’ansia di dovere per forza fare il risultato. La lunga gavetta alla fine ha dato i suoi frutti”.
E il singolare? Vavassori non ha mai nascosto di voler continuare anche lì: “È stata una scelta quella di dedicarmi al doppio e non casuale. In singolare mi diverto e mi rendo conto di poter essere competitivo. Occorre però continuità e i diversi calendari non lo consentono. Quando trovo lo “slot” giusto lo utilizzo, come a Rotterdam e nel Challenger di Manama dove ho fatto finale. Proseguirò sulla stessa linea”.
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Autor: christianattanasio