Uno accanto all’altro, vicini ma separati da pochi metri e da un silenzio denso di concentrazione. A Flushing Meadows il campo 1 ha ospitato Jannik Sinner, il campo 2 Lorenzo Musetti. Due italiani che si preparano all’attesissimo quarto di finale seguendo strade parallele, vicinissimi sui campi di allenamento ma con lo sguardo rivolto altrove.
Sinner ha aperto il suo riscaldamento con un’ora di lavoro meticoloso, Musetti ha preferito una seduta più rapida, durata tre quarti d’ora. Entrambi hanno scelto di allenarsi con due sparring partner provenienti dall’accademia federale, base operativa azzurra all’interno dello US Open. Nessuna distrazione, nessun gesto fuori posto: un saluto all’arrivo, poi di nuovo ognuno nella propria bolla. Giusto così alla vigilia di un derby che si annuncia speciale.
Alla fine del lavoro, Sinner ha lasciato il campo passando il testimone a Jessica Pegula, scambiandosi un gesto veloce e sorridente. Un dettaglio che racconta come in queste ore New York sia un crocevia di destini incrociati, ma anche di rituali precisi che ogni giocatore rispetta.
Due italiani, due stili diversi, due percorsi che corrono paralleli sul cemento di Flushing Meadows. Tra poche ore quelle linee si incontreranno, sotto i riflettori dell’Arthur Ashe e davanti al mondo.
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