[1] A. Sabalenka b. [8] A. Anisimova 6-4 7-6(4)

Aryna Sabalenka si conferma campionessa a New York battendo Amanda Anisimova per 6-4 7-6(4) in un’ora e 34 minuti e vincendo così il suo quarto titolo Slam in carriera dopo le sconfitte in finale di quest’anno per mano di Madison Keys all’Australian Open e di Coco Gauff al Roland Garros. Battuta a Wimbledon in semifinale proprio da Amanda che era avanti 6-3 nei precedenti, Sabalenka era quindi alla terza finale Slam della stagione: l’ultima a riuscirci, Serena nel 2016.
Il confronto tra due picchiatrici da fondo esigeva che ognuna cercasse di prendere il controllo dello scambio, ma per larghi tratti è stata la n. 9 del ranking a decidere le sorti della sfida, decisissima a non lasciare l’iniziativa all’avversaria che, da parte sua, è riuscita davvero a metterci del suo a partire dal secondo set, giocando davvero ad alto livello. Anche in quella frazione, tuttavia, non c’è stato molto da fare contro i lampi di Anisimova, che quando si è accesa (vale a dire, ne teneva alcune in campo) è stata incontenibile, ma ha peccato in continuità. Amanda ha chiuso con un saldo vincenti/non forzati di 22-29 (15 gli errori di dritto), a fronte del 13-15 di Aryna, addirittura ferma a 3-4 nel primo set ad attestare chi faceva partita.
Non si compie dunque la favola di Anisimova, alla sua seconda finale Slam consecutiva dopo le lacrime della sconfitta di Wimbledon persa 6-0 6-0 contro Iga Swiatek e la tensione. Nel sabato newyorkese, la classe 2001 del New Jersey ha messo in campo il tennis che voleva, ma non ha… messo in campo un numero di vincenti sufficiente a compensare gli errori. E ha pesato anche quel 36% di conversione della seconda battuta, con 7 doppi falli.
Primo set – Amanda super aggressiva ma paga i troppi errori
Aryna parte in battuta, subito un paio di vincenti a testa poi il doppio fallo che offre la prima di tre palle break da sinistra, ma Amanda non risponde neanche all’unica sulla seconda battuta, aggredita come è solita fare. La volontà di Anisimova di comandare lo scambio chiudendolo il prima possibile comporta rischi enormi, i gratuiti cominciano a superare i vincenti e si ritrova sotto 0-2. Tuttavia, fedele al suo piano e con una piccola complicità di Sabalenka, la ventiquattrenne del New Jersey aggiusta il mirino e mette a referto tre giochi di fila, salendo 3-2 e servizio: già 11 vincenti per lei, 6 i gratuiti, mentre il bilancio di 3-4 della numero 1 del mondo certifica che sta subendo la veemenza dell’avversaria.
Il match è un’altalena spinta da Amanda, riecco gli errori e Sabalenka torna avanti al settimo gioco; poi, due seconde statunitensi fuori bersaglio compromettono il game e Sabalenka può servire sul 5-3, compito che porta a termine senza difficoltà, lasciando un solo punto alla risposta (ovviamente vincente). Nella seconda parte del set, 2 vincenti e 7 errori per Anisimova, mentre Aryna non si è scollata dal suo 3-4. E soprattutto un parziale di 16 punti a 4 dal 2-3.
Secondo set –Sabalenka si fa vedere sempre di più tra gli sprazzi di Anisimova, poi c’è lo scontato tie-break…
Il puntazzo sull’1-1 vinto in risposta da Sabalenka con la controsmorzata dopo una gran difesa sposta l’equilibrio del game. Perché non è solo il punteggio a prendere la direzione di Minsk (3-1), è proprio Aryna che fa valere il suo status sfoderando la miglior versione di sé. Anisimova però non si disunisce, rimane in partita e anzi torna a tenere la palla dentro le righe agguantando il 3 pari.
Riprende poi a sbagliare, soprattutto con il dritto e rimanda avanti l’avversaria che ci mette anche del suo con un’ottima risposta in allungo da destra. L’americana tiene il nono gioco e tocca così a Sabalenka tentare vincerla con il servizio sul 5-4. Due rispostone valgono lo 0-30, Aryna replica da campionessa per il 30 pari, ma affossa lo smash fuori tempo e Anisimova pareggia e poi sorpassa con le sue mazzate.
La n. 1 del mondo la portando al tie-break: è il 22° che gioca quest’anno e ne ha perso 1, con Gauff a Parigi: quando “spoiler” è un understatement. L’atteso strappo arriva forzando l’errore di Anisimova sulla diagonale di dritto, seguito dal doppio fallo made in the Usa. 6-1, cinque match point consecutivi, il terzo è quello buono e Sabalenka bagna con le lacrime il trionfo che le mancava nel 2025. Perché la vetta della classifica non è in discussione – 3.292 punti di vantaggio sulla numero 2 Swiatek – ma senza un trofeo Slam non avrebbe lo stesso sapore. Il risultato del match era ininfluente anche per la classifica “live” di Amanda che lunedì salirà ufficialmente al best ranking di numero 4 del mondo.
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