Quanto vale la sfida tra Novak Djokovic e Carlos Alcaraz? Sfornerà un ticket per la finale, ma non solo. La sfida dei record per Nole alla ricerca della finale Slam n. 38 in carriera, mentre insegue il trionfo n. 25 in uno Slam. Sulla strada verso la finale anche l’incrocio del ranking e la lotta a distanza tra Carlos Alcaraz e Jannik Sinner: lo spagnolo deve arrivare più in là rispetto all’azzurro in questo US Open se vorrà tornare alla posizione n. 1 del mondo.
Mentre questi dati si intersecano e rendono tutto ancor più esplosivo, Juan Carlos Ferrero si è concesso ai media spagnoli che seguono gli US Open, tra cui ‘AS’: “Dal punto di vista tecnico, conosciamo tutti la sua forza, ma è a livello mentale che sta facendo enormi passi da gigante. Sta lavorando con grande concentrazione e solidità. In questo torneo sta mostrando quella differenza che da sempre consideriamo il suo grande potenziale. Abbiamo lavorato molto sulla costanza, per evitare quei piccoli alti e bassi che lo hanno segnato in passato. Pur avendo già esperienza, è ancora molto giovane, è in fase di maturazione e miglioramento. Si vedono lampi e qui a New York ne sta facendo vedere tanti. Sta sbagliando pochissimo, concede 5 o 6 errori non forzati a set e questo fa la differenza”.
Interessante l’analisi della partita: “C’è tanta voglia di sfidarlo. L’ultima volta in Australia è stata dolorosa: abbiamo vinto il primo set, sembrava che il suo infortunio potesse incidere, poi Djokovic ha giocato particolarmente bene. Qui le condizioni saranno diverse: lì si giocava di notte, a suo vantaggio. Qui il giocare di giorno ci favorirà. Non bisogna ossessionarsi con Djokovic, ma concentrarsi sul gioco di Carlos: continuare come finora e portarlo al limite fisicamente. Giocare di giorno permette di finire prima, riposare di più e avere tempo extra per pensare a una eventuale finale. Di notte, invece, le condizioni favoriscono un po’ Djokovic, perché con il fresco la palla rimbalza meno e il suo gioco piatto si adatta meglio”.
E sul favorito, l’allenatore spagnolo si è espresso così: “In questi incontri il concetto di favorito passa in secondo piano. Davanti a lui c’è il migliore della storia, non mi azzarderei a dire che Carlos sia favorito. Sta giocando un tennis spettacolare, molto sicuro, e ha appena vinto Cincinnati, il che lo motiva ulteriormente; ma contro Novak parlare di favoritismo è un’altra cosa.
Poi un passaggio sui miglioramenti al servizio: “Il servizio è il risultato di tanto lavoro. Abbiamo modificato piccoli dettagli e ora si sente molto a suo agio: il braccio è sciolto, la mano anche. Quando si vincono punti gratuiti con la battuta, cresce la fiducia. Contro avversari come Novak o Jannik è un’arma fondamentale. Sta attraversando un gran momento di forma al servizio e sarà molto importante per quello che verrà”.
Infine la chiosa sulla differenza più grande tra i due: “Carlos ha ancora piccoli alti e bassi da migliorare. Djokovic mantiene un livello altissimo per tutto il match. La sua esperienza è enorme: sa quando variare, attaccare di più, accorciare i punti... Dobbiamo essere pronti a qualsiasi piano ci proponga e avere un piano A, B e C”.
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