È un Carlos Alcaraz deciso e con le idee chiare quello che si presenta in conferenza stampa dopo la netta vittoria contro il ceco Jiri Lehecka, numero 20 del seeding, liquidato in tre set per 6-4 6-2 6-4 nei quarti di finale dello US Open. Il numero due del mondo si è soffermato in particolar modo sul suo servizio, vero barometro del suo gioco “ Sto cercando di mantenere la concentrazione sul servizio, di fare sempre tutto allo stesso modo e trovare buone sensazioni. Finora il servizio è stato molto importante per me, per il mio gioco”
D. Quando Jiri è venuto in conferenza stampa poco fa, ha detto che sentiva di aver affrontato oggi il “Carlos da Slam”, e sono curioso di sapere cosa pensi di questo concetto. Senti di avere davvero una marcia in più nei tornei dello Slam?
CARLOS ALCARAZ: “Chi lo ha detto?“
D. “Jiri“
CARLOS ALCARAZ: “Ah, Jiri. Beh, fa piacere sentire queste parole dal mio avversario di oggi. Sto giocando bene e mi sento davvero a mio agio, come ho detto molte volte durante questo torneo. Penso di aver giocato una partita davvero – o quasi – perfetta, direi. Quando si gioca un quarto di finale in uno Slam e ci si sente così, sembra che manchino solo due passi, e vediamo cosa succede. Ma sì, mi sento molto bene e ho fame di arrivare fino in fondo”
D. In questo tuo percorso in cui stai raggiungendo tutte queste finali, quanto è stata importante l’evoluzione del tuo servizio? Perché molti di noi hanno notato che è forse il cambiamento più significativo nel tuo gioco nell’ultimo anno.
CARLOS ALCARAZ: “Sì, ho lavorato molto su me stesso. In ogni allenamento, in ogni partita, cerco di sentirmi più a mio agio con il movimento, con il colpire bene la prima e anche con le percentuali, che per me sono davvero importanti.
Il tennis è davvero duro a volte, perché un giorno puoi servire benissimo e la partita dopo sentirti completamente diverso e servire male. Quindi sto cercando di mantenere la concentrazione sul servizio, di fare sempre tutto allo stesso modo e trovare buone sensazioni. Finora il servizio è stato molto importante per me, per il mio gioco. Spero di continuare a migliorare e sentirmi sempre meglio”
D. Il fatto di riuscire a eseguire colpi così difficili come quelli di oggi, cosa dice del tuo stato mentale, della tua fiducia? Il fatto che tu riesca a chiudere tanti punti complicati…
CARLOS ALCARAZ: “Beh, non lo so. Ci provo. A volte perdo molti punti perché provo il colpo giusto o quello impossibile, ma ogni tanto riesce. Quando va dentro, ti senti benissimo. Devo essere onesto: quando riesce, ti dà un’enorme fiducia. È sempre positivo quando quei colpi entrano. Ma è una questione di provarci. A volte succede, a volte no. Sono felice che la maggior parte delle volte vadano a segno”
D. Quando stai giocando a quel livello e noi ti osserviamo, sembra quasi di vedere un cambiamento nel tuo linguaggio del corpo, come se camminassi con un po’ più di atteggiamento. Lo percepisci anche tu quando sei in campo e tutto funziona?
CARLOS ALCARAZ: “Sì, anche tra un punto e l’altro è molto importante. Stiamo giocando due partite allo stesso tempo: c’è quella del gioco, dei punti, e poi c’è quella dietro le quinte, diciamo così, che è il linguaggio del corpo. Mostrare all’avversario come ti senti è molto importante. Non importa se sei esausto, stanco, se senti che non puoi andare avanti. Ma se mostri all’altro che sei fresco, che puoi giocare ancora due o tre ore, fare scambi lunghi, gli mandi un messaggio mentale che sarà durissima per lui. Per me il modo in cui cammino tra un punto e l’altro, con atteggiamento, come se fossi fresco e in forma, è fondamentale per fargli capire che dovrà sudare tanto e correre molto se vuole battermi.”
D. È interessante quello che dici sul linguaggio del corpo, perché penso che Novak sia molto bravo in questo. Quando avete giocato all’Australian Open, c’è stato questo “guardarsi”, questo capire se fosse infortunato o no. Potresti affrontarlo venerdì: come ti senti a riguardo, anche dal punto di vista psicologico?
CARLOS ALCARAZ: “Beh, ha una partita molto difficile prima, quindi non voglio parlare in anticipo del mio possibile avversario di venerdì. È una bella partita da guardare: Novak contro Fritz. Entrambi stanno giocando bene, quindi la seguirò.
Non voglio dire nulla finché non so chi sarà il mio avversario, per rispetto. Guarderò la partita e vedremo venerdì!”
D. Puoi parlarci comunque un po’ di entrambi?
CARLOS ALCARAZ: “Sì, entrambi stanno giocando benissimo.
Novak… conosciamo tutti il suo gioco. Non importa se è stato fuori dal tour da Wimbledon, sta comunque giocando partite di altissimo livello qui. So che è affamato, so quanto ha voglia di vincere ancora. E Fritz è molto tosto. Sta giocando in casa, con il pubblico dalla sua parte, e sfrutterà questo vantaggio. I suoi colpi sono incredibili. Anche lui è un avversario difficile. Sarà davvero interessante guardare quella partita”
D. Giocherai a golf con Sergio García domani. Parli spesso di golf. Puoi raccontarci com’è iniziato tutto, qual è il tuo handicap, le tue ambizioni? Avresti potuto essere un golfista invece di un tennista?
CARLOS ALCARAZ: “Beh, sì. Ho iniziato a giocare all’inizio del 2020. Mi è sempre piaciuto. Da piccolo andavo ogni tanto al campo pratica a colpire qualche pallina. Mi piaceva, ma dal 2020 ho iniziato a giocare di più, a fare qualche buca.
Mi sono innamorato del golf. Ho iniziato a giocarci sempre di più, e vedendo che miglioravo, mi ha preso ancora di più.
Mi sento molto in pace quando esco a giocare a golf.
Domani giocheremo con Sergio, c’è anche David, quindi cercherò di imparare da loro. Il mio handicap ora è 14. Sta scendendo, ma ci vuole tempo. Per me è un privilegio avere tempo per giocare un po’ a golf, davvero“
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