Tu vuò fa l’americano, ma si’ nato in Italy. Carosone ci perdonerà, ma l’imperfetto in questo caso è d’obbligo. Tyra Caterina Grant in Italia ci è nata, ci vive e ci si sente a pieno titolo. La figlia dell’ex cestista USA Tyrone, che nel Bel Paese ha militato a più riprese e trovato l’amore con Cinzia Giovinco, ha deciso di fare un “dispetto” a papà portando la sua stellina fuori da quella bandiera che di stelle ne ha cinquanta per provare a brillare, sportivamente parlando, avvolta dai colori azzurri.
Chiunque sia un amante del chiacchiericcio tennistico mainstream non può ignorare il suo nome, passività di cui non ha sofferto per l’appunto la FITP che ha spinto tanto per aggiungere questo tassello promettente alla già abbondante pattuglia azzurra che, di questo passo, avrebbe assicurata una discreta fucina di talenti per un paio di decadi. Quello della federazione italiana è un progetto che Tyra ha sposato da poco, con il battesimo avvenuto al Foro Italico dove la diciassettenne ha esordito sul Centrale, perdendo con un pizzico di rammarico con la croata Antonia Ruzic al primo turno.
Dopo la sbornia mediatica degli Internazionali di Italia, è tempo di svegliarsi dall’hangover e ripartire da una vetrina meno scintillante, che seppur avara di soddisfazioni, ha rappresentato un ulteriore step di crescita. Da Roma a Caserta. Dalla Urbe alla provincia. Da un Master 1000 a un ITF75. Nonostante l’esperienza all’ombra della Reggia abbia fatto registrare due sconfitte, in singolare contro la francese Tiantsoa Rakotomanga Rajaonah al terzo set e nel doppio coadiuvata da Aurora Zantedeschi, la diretta interessata è dell’opinione che queste partite siano utili al di là del risultato. E’ proprio al Tennis Club Caserta che ho avuto il piacere di intervistare Tyra Caterina Grant.
12 Marzo 2008. Diciassette anni da poco compiuti. Donna bambina, canterebbero gli Stadio. Ma Tyra, oltre al sorriso fanciullesco, ha tutt’altro che un mindset puerile. La teenager nata a Roma ha una voglia matta di lavorare per migliorarsi, uno stakanovismo che, a suo dire, non deve farsi condizionare dalle pressioni di chi la considera una predestinata. Le pressioni a cui fare fronte sono solo uno dei tanti temi affrontati, spaziando dalle forti emozioni provate agli Internazionali d’Italia fino ai punti di riferimento tennistici che può avere una ragazza così giovane. Il talento c’è e le premesse ci sono, forse è una questione di tempo. “To Grant” vuol dire “concedere”. Concediamoglielo, e aspettiamola.
D. Partiamo dalla tua emozione più grande dell’ultimo periodo, l’esordio al Foro Italico. Puoi raccontarmi cosa ti porti via da Roma? O qualche aneddoto in particolare?
Tyra Caterina Grant: “Indipendentemente dal risultato è stata un’esperienza bellissima che sicuramente mi porterò per il resto della mia vita. Sono state due settimane bellissime, non penso ci fosse torneo migliore per essere accolta dalla federazione italiana, era il primo torneo da italiana e non sapevo cosa aspettarmi ma il pubblico è stato bravissimo. Ho avuto modo di giocare sul Centrale, non me lo aspettavo, quando mi hanno chiesto dove ti piacerebbe esordire e io ho risposto sul Centrale e alla fine mi hanno messo lì, un bell’aneddoto che mi porterò dietro.”
D. Poi Caserta. Da un Master 1000 a un ITF75. Come ci si tuffa nuovamente in una dimensione mediaticamente così diversa? Quanto sono importanti tornei del genere nel tuo percorso di crescita?
Tyra Caterina Grant: “Sicuramente non è facile, anzi è strano. Passare dai 75 al 1000, e poi di nuovo 75. E’ giusto così, perché devo creare il mio ranking, Roma è stata un’opportunità magnifica che mi hanno dato ma è normale che io debba passare da questi tornei per arrivare a quelli. Così come sono passata dal circuito junior è giusto passare dai 15 mila, poi 50 e via dicendo. E’ normale rimanere un po’ in più in questi tornei perché è un livello dove iniziano ad esserci le top-200 del ranking”.
D. Hai giocato il doppio con Aurora Zantedeschi. A Roma hai giocato in coppia con Lisa Pigato, mentre a livello juniores ti sei tolta delle belle soddisfazioni con Iva Jovic. Il doppio è una specialità che ti piace, ma in prospettiva pensi di continuare a giocarlo con regolarità? Pensi che giocare il doppio possa avere benefici anche nel singolare?
Tyra Caterina Grant: “Sì, senza dubbio. Il mio obiettivo è di portare avanti anche il doppio, come dimostrano gli ultimi tempi, come per esempio Paolini, Andreeva, Pegula o anche Coco Gauff, si possono fare tutti e due tranquillamente. Nello junior tutti i tornei li ho fatti sia in singolare che in doppio, anche se lì era anche perchè i punti contassero insieme, ma dico sempre che il doppio mi ha aiutato molto anche nel singolo ad esempio nella risposta o nella solidità di fondo. Anche Paolini ha detto così se non sbaglio.”
D. Con chi ti piacerebbe fare coppia in futuro?
Tyra Caterina Grant: “Be’, sicuramente da italiana con Jasmine, sarebbe bellissimo giocare con lei un giorno”
D. La partita a Roma è stata la prima dove hai difeso i colori azzurri. Puoi spiegare cosa ti ha portato a questa decisione e quanto la federazione è stata di sostegno?
Tyra Caterina Grant: “Ho sempre avuto l’idea di cambiare prima o poi, anche quando giocavo con l’America, a parte un anno, ho sempre vissuto qui, sono sempre stata qui e sono sempre stata circondata da allenatori italiani. La federazione è stata super d’appoggio, erano molto contenti di avermi, mi stanno seguendo tantissimo. Non posso chiedere di meglio dalla federazione.”
D. C’è una convocazione per la Billie Jean King Cup tra i tuoi obiettivi?
Tyra Caterina Grant: “Sicuramente sarebbe un sogno essere convocati. Ho già rappresentato il Paese, quando giocavo per l’America che sono stata convocata un paio di volte, ma giocare per l’Italia sarebbe bellissimo, essere convocata in Billie Jean King Cup professionistica sarebbe stupendo.”
D. Sei cresciuta tennisticamente al Piatti Center a Bordighera, poi una piccola parentesi in Florida. Hai notato delle differenze tra il modello statunitense e quello italiano, che possano essere nelle metodiche di lavoro o altro?
Tyra Caterina Grant: “Quando sono andata in America, ho avuto un allenatore che lavorava per la federazione americana ma era inglese. Anche gli altri allenatori che c’erano in quel periodo con me, uno era francese e l’altro era spagnolo quindi avevano comunque un’idea di gioco europea, nel senso mi dicevano di girarmi molto sul dritto, più un gioco da terra. Mi dicevano di essere aggressiva perchè abbiamo lavorato sul servizio ma non abbiamo lavorato sul classico gioco americano con tiro tutto piatto con il rovescio. Abbiamo lavorato molto sui caricamenti, quindi, io questa cosa non l’ho percepita molto perchè l’allenatore che avevo era di inclinazione più europea che americana.”
D. C’è un giocatore nel panorama attuale, o anche del passato se vuoi, che guardi come un punto di riferimento ? E se c’è una tennista con cui credi di avere affinità nello stile di gioco?
Tyra Caterina Grant: “Allora diciamo che Djokovic è sicuramente il mio preferito, mi ispiro molto a lui anche se non abbiamo un tipo di gioco simile. A molti non piace per vari motivi, ma è sempre stato il mio punto di riferimento. Nel femminile non lo so, è una domanda difficile, perchè penso di avere uno stile di gioco un po’ particolare e così su due piedi non mi viene in mente una giocatrice.”
D. Si sente tanto parlare di te, inutile negarlo. Ci sono state tante investiture importanti sulla tua carriera e sul tuo futuro. Una ragazza di 17 anni come vive questo genere di pressioni e aspettative?
Tyra Caterina Grant: “Le pressioni ci sono sempre state in questo sport, anche se magari non giochi a livello alto. Io penso di gestirle abbastanza bene, più il lato negativo delle pressioni cerco di prendere quello positivo che comunque mi spinge a cercare di arrivare prima possibile e cerca di raggiungere i miei obiettivi prima, ma comunque fanno piacere.”
D. Su cosa pensi di poter migliorare nello specifico ?
Tyra Caterina Grant: “Adesso stiamo lavorando, da quando ho cambiato con la federazione italiana, ci sono dei tecnici che mi seguono più da vicino e stiamo cercando di migliorare il gioco da pro, nel senso lavorare sulla continuità piuttosto che sui caricamenti. Più un lavoro mentale, sulla consistenza di giocare più punti e più scambi.”
D. Quali sono gli altri sport che segui o hai altre passioni? E’ importante staccare un po’ dal tennis?
Tyra Caterina Grant: “Io che gioco da quando ho tre anni credo sia fondamentale, anche perchè non abbiamo tante vacanze, anzi già è tanto se troviamo un momento di distacco. Varia da individuo a individuo, ma è importante trovare altre cose. Per me è il calcio, da quando sono tornata in Italia. Il calcio mi appassiona tanto, sono tifosa della Juventus che non ha avuto una buona stagione ma ci siamo qualificati in Champions League quindi consoliamoci così. Mi piace leggere, e in questo periodo ho iniziato a leggere di più.”
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Autor: Manuel Ventriglia