di Jenny Rosmini
Stefanos Tsitsipas cambia tutto per provare a non perdere sé stesso. Dopo un Roland Garros amaro, culminato con una sorprendente eliminazione al secondo turno per mano del qualificato Matteo Gigante, il tennista greco ha annunciato – confermando le indiscrezioni trapelate qualche tempo fa – una svolta decisiva nella sua carriera: il nuovo allenatore sarà Goran Ivanisevic, uno dei coach più vincenti dell’era moderna e mentore storico di Novak Djokovic.
Una scelta non banale per un giocatore in cerca d’identità. A 26 anni, Tsitsipas (ex numero 3 del mondo) sembra essere finito in una sorta di limbo competitivo: troppo forte per scomparire, ma troppo instabile per rimanere tra i dominatori. I risultati parlano chiaro: solo due vittorie negli ultimi quattro Slam, uscite precoci e una classifica ATP che lo vede ora uscire dalla top 20 — traguardo negativo che non toccava dal 2018.
L’arrivo di Ivanisevic: un nuovo inizio?
La collaborazione con Ivanisevic rappresenta una mossa ambiziosa. L’ex campione di Wimbledon nel 2001 ha scritto alcune delle pagine più importanti del tennis recente come tecnico: nove dei 24 titoli Major di Djokovic portano la sua firma, senza contare le esperienze passate con Marin Cilic, Tomas Berdych, Milos Raonic e la più recente collaborazione con Elena Rybakina – durata però poco più di due mesi e conclusasi con una separazione «triste e strana», così definita dallo stesso Goran.
Il croato è conosciuto per la sua mentalità vincente, il carisma in panchina e la capacità di trasmettere aggressività controllata — un aspetto che potrebbe rivelarsi fondamentale per un giocatore come Tsitsipas, spesso accusato di perdere lucidità nei momenti chiave: «Questa entusiasmante collaborazione arriva giusto in tempo per la stagione sull’erba del 2025», ha comunicato l’agenzia Iconico Talent, che rappresenta il greco, attraverso un post condiviso anche da Tsitsipas su Instagram. Il timing non è casuale: Wimbledon è alle porte (inizio il 30 giugno) e serve una scossa immediata per evitare che il 2025 diventi un anno da dimenticare.
2024, l’anno della frattura: Stefanos e la fine di un legame tecnico
Il 2024 ha segnato per Stefanos Tsitsipas un momento di forte transizione, personale prima ancora che professionale. In un toccante episodio del podcast Tennis Insider Club (programma ideato e condotto dalla tennista francese Caroline Garcia insieme al suo compagno Borja Durán), il tennista greco si era aperto con sincerità, raccontando un anno difficile, fatto di emozioni contrastanti, crisi interiori e decisioni dolorose, come quella di interrompere la collaborazione con suo padre Apostolos, da sempre suo allenatore. Un taglio che lui stesso ha definito «emotivamente devastante», ma necessario per preservare un rapporto umano che stava pagando il prezzo della pressione costante del circuito. La collaborazione tra Tsitsipas e suo padre Apostolos come allenatore si era conclusa nell’agosto 2024, dopo una serie di tensioni culminate in un acceso scontro durante il match contro Kei Nishikori al National Bank Open di Montreal. Durante quell’incontro, Tsitsipas aveva chiesto al padre di lasciare il box, lamentando la mancanza di ascolto e supporto adeguato. Il giorno seguente, aveva annunciato pubblicamente la fine della loro collaborazione professionale, esprimendo il desiderio di mantenere con lui solo un rapporto padre-figlio. Successivamente, Tsitsipas aveva affidato il ruolo di allenatore a Dimitris Hatzinikolaou, capitano della squadra greca di Coppa Davis.
Cresciuto in un ambiente tennistico – con una madre ex professionista e un padre presente quotidianamente sul campo – Stefanos ha vissuto per anni una simbiosi totale con la sua famiglia. Ma il 2024, con i suoi alti e bassi, lo ha costretto a fermarsi e riflettere. «Sentivo che mio padre aveva perso energia, lucidità» ha raccontato. «Volevo ritrovare padre e figlio, non solo allenatore e giocatore», questo distacco emotivo è stato solo una parte di un processo più ampio, in cui Tsitsipas ha cercato di riconnettersi con sé stesso, di capire che tipo di atleta e persona volesse essere. Tra un circuito sempre più competitivo e una pressione mediatica costante – anche per la relazione con Paula Badosa, spesso sotto i riflettori – ha iniziato un percorso interiore per riscoprire la gioia del gioco, la leggerezza che aveva perso.
Il cambio di racchetta a Dubai
In questo contesto, alcune novità sul piano tecnico hanno assunto un significato simbolico più profondo. Durante il torneo ATP 500 di Dubai, Tsitsipas era sceso in campo con una racchetta completamente nera, priva di loghi visibili, sollevando curiosità tra gli appassionati e gli addetti ai lavori. Analizzando la forma e lo schema di incordatura, molti avevano ipotizzato si trattasse di una Babolat Pure Aero 98. Il cambio si rivelò fruttuoso: Tsitsipas infatti conquistò il titolo, il suo primo a questo livello dopo undici finali perse. Attribuì parte del successo alla nuova racchetta, affermando di sentirsi “più libero” e di avere “più opzioni” durante il gioco. Tuttavia, a partire dagli Internazionali d’Italia, Tsitsipas è tornato a utilizzare la sua precedente racchetta, la Wilson Blade. Questo ritorno potrebbe essere stato motivato da obblighi contrattuali o dalla volontà di avere maggiore controllo sulla terra battuta e ritrovare sensazioni familiari e stabilità tecnica. Un ritorno alle origini, in un certo senso, dopo i recenti esperimenti che non hanno prodotto i frutti sperati. Il risultato, però, è stato ancora una volta deludente.
Wimbledon all’orizzonte: l’erba come occasione di riscatto
Ora, la stagione su erba assume mai come quest’anno il valore di crocevia per rimettere ordine. Wimbledon non è mai stato il torneo più amico di Tsitsipas, ma i segnali di un potenziale da esplorare ci sono sempre stati. L’arrivo di Ivanisevic — che conosce l’erba come pochi — potrebbe rivelarsi decisivo per impostare una nuova strategia, meno attendista e più votata all’attacco. Tsitsipas sembra intenzionato a sfruttare ogni opportunità per rilanciarsi. Non tanto per tornare dove era, ma per capire finalmente dove vuole davvero arrivare.
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Autor: Redazione