Toni Nadal: “Convinto della correttezza di Sinner. Alcaraz un po’ superiore nei momenti decisivi”

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“È stata una sconfitta molto dura. A Jannik è mancata un po’ di tranquillità nel momento più importante. Forse anche il suo box avrebbe dovuto dirgli ‘Calma!’”. A dirlo è Toni Nadal, invitato a rispondere sulle sorti stagionali del numero 1 al mondo, reduce dall’indimenticata sconfitta in finale al Roland Garros contro Carlos Alcaraz e dall’eliminazione al 500 di Halle, dove non è riuscito a difendere il titolo conquistato la scorsa edizione arrendendosi agli ottavi ad Aleksandr Bublik, che proprio sul rosso di Parigi aveva sconfitto in 3 set.

Insomma, nonostante il bilancio post rientro del campione azzurro riporti la finali di un 1000 e quella di un Major, in tanti si chiedono se le due sconfitte siano da imputarsi alla ruggine causata dalla squalifica o a qualche esitazione di troppo che potrebbe condizionare la missione Wimbledon, dove nel 2024, il 3 volte campione Slam si arrese a Daniil Medvedev ai quarti di finale. Rotto il silenzio liturgico dopo il ko contro il rivale spagnolo, l’azzurro ha dichiarato che di quella finale potrebbe ricordare i 3 set point sprecati, o il fatto che si sia trattato della sua miglior partita sul rosso. Insomma, parole da numero 1 che intendono tenere alte le aspettative sui prossimi impegni in agenda. Di questo parere è anche lo zio del re della terra rossa, che tornando alla rimonta subita dal n.2 Atp, ha aggiunto: “C’era tensione, Jannik era a un passo da vincere il quarto Slam eguagliando Carlos, e se in una situazione come questa hai tre match point sul 5-3 sulla terra – ha dichiarato alla Gazzetta dello Sport – dove il servizio è meno determinante e non riesci a chiudere allora sì, può fare molto male”. 

Toni Nadal: “A Sinner è mancato il giusto ritmo” 

“Se il ko contro Bublik è figlio della finale i Parigi? Non penso. Era una situazione differente, una superficie differente, un giocatore differente. Forse a Sinner manca ancora un po’ di continuità dopo lo stop, ma non dimentichiamoci che ha fatto due finali, un Masters 1000 e uno Slam da quando è tornato. Non penso che questa sconfitta sull’erba possa minare il suo percorso a Wimbledon o il resto della stagione. Sinner ripartirà da qui. La rivalità con Alcaraz? Credo che lo spagnolo mentalmente sia un po’ superiore nei momenti decisivi, l’italiano invece è migliore nell’imporre un ritmo altissimo senza sbagliare. Ma quando è il momento chiave, tra loro due, forse Carlos è un pelo superiore. Quanto pesano ancora i 3 mesi di stop? Lo abbiamo visto a Roma, una volta arrivato in finale gli è mancata un po’ di solidità, ha fatto errori che hanno compromesso la sua partita e che chiaramente derivavano dalla mancanza di partite. Nelle finali anche i minimi particolari fanno la differenza. Sono sicuro che se fosse arrivato a Roma dopo aver giocato Indian Wells, Miami, Montecarlo e Madrid sarebbe arrivato agli Internazionali con il ritmo giusto”. 

“Chi insegue è Alcaraz, non Sinner” 

“Io solidale con Sinner? Certo, perché sono convinto della sua correttezza. Questo caso lo ha condizionato e non solo per la mancanza di match che inevitabilmente si traduce nel ritmo partita da ritrovare, ma anche mentalmente ha avuto un peso molto importante. Bisogna sanzionare chi delinque, chi vuole barare, non certo giocatori come Sinner che chiaramente non voleva fare nulla di scorretto e non ha avuto nessun vantaggio. Jannik è una persona eccezionale e sanzionare i giocatori per errori altrui non porta da nessuna parte. Il gap con Alcaraz? Beh, non direi che deve avvicinarsi visto che è numero 1 al mondo da più di un anno… Al momento è Carlos quello che sta dietro nel ranking e insegue (il n.1 guida la graduatoria con 10430 punti contro i 9000 del suo “vice”, impegnato al Queen’s dove ha raggiunto la semifinale, ndr.)”.

“Sinner non è come Federer” 

“Qual è la caratteristica che li accomuna? La volontà di crescere e di non accontentarsi mai. Ed è la stessa che ha Jannik, un ragazzo molto disciplinato, che ha passione e va sempre alla ricerca della miglior versione di sé. Cosa mi aspetto a Wimbledon? Normalmente una finale Sinner-Alcaraz, ma parliamo di uno Slam particolare, c’è sempre qualche sorpresa. Se trovi uno Shelton o un altro grande battitore in giornata, possono cadere teste importanti. L’erba è una superficie insidiosa, dove la partita può sfuggire di mano velocemente”.

Infine, il commento sul paragone con la rivalità Federer-Nadal e l’apparente similitudine tra le difficoltà dell’azzurro con quelle sofferte dallo svizzero contro lo spagnolo: “Ma no, a volte è solo che il tuo gioco e quello del rivale non si combinano bene. Carlos domina i precedenti con Sinner ma la verità è che se l’italiano avesse avuto un pizzico di fortuna in più avrebbe due vittorie in più e Carlos due sconfitte in più. Basta una palla dentro o fuori e si scatena il caos: tutti diventano esperti, la stampa cerca spiegazioni eccezionali. Invece bisogna rassegnarsi: lo sport è una cosa semplice.

(di Enrico Picone)

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Autor: Redazione