A Londra è andata in scena una delle storie più affascinanti della stagione: Tatjana Maria, 37 anni e madre di due figlie, partita dalle qualificazioni e reduce da nove sconfitte consecutive, ha conquistato il titolo WTA 500 del Queen’s Club, torneo che tornava ad accogliere il circuito femminile dopo ben 52 anni. Sull’erba storica di West Kensington, la tedesca ha domato la testa di serie n.8 Amanda Anisimova con un secco 6-3, 6-4, costruendo la vittoria su uno stile di gioco d’altri tempi: rovesci slice, volée eleganti, una gestione impeccabile dei ritmi e una tenuta mentale fuori dal comune. Dopo aver eliminato diverse top players — tra cui Madison Keys e Elena Rybakina — Maria ha completato la sua settimana perfetta dominando una Anisimova prima spenta e poi emotivamente sfinita, quasi in lacrime dopo un game da 20 punti nel secondo set. Con questo trionfo, Maria diventa la più anziana vincitrice di un torneo WTA 500 su erba e raggiunge il numero 43 del ranking, a un passo dal best ranking (n.42). Per lei è il quarto titolo in carriera (di altrettante finali disputate), ma senza dubbio il più importante: un successo che va oltre i numeri, perché racconta di resilienza, stile e passione per il tennis. Un’outsider diventata leggenda, proprio dove il tennis sa ancora scrivere favole.
Primo set: tattica perfetta e variazioni vincenti, Maria parte forte
Nel primo set, Tatjana Maria ha preso saldamente il controllo grazie a un mix intelligente di servizio incisivo, rovesci slice ben dosati e incursioni a rete, chiudendo 6‑3. Fin dall’inizio ha messo pressione con ace e volée precise che l’hanno portata rapidamente sullo 1‑0, sfruttando poi il suo stile “slice-and-dice” per sorprendere Anisimova e conquistare il break sul 3‑1. Nonostante l’americana abbia provato a rispondere con alcuni scambi combattuti, Maria ha mantenuto alta la qualità tattica, chiudendo i punti con astuzia e controllo della profondità. Sotto 5‑3, ha resistito a una reazione dell’avversaria, poi ha chiuso con freddezza il set, dimostrando una lucidità impressionante nei momenti decisivi. La tedesca, con la sua strategia efficace e la gestione dei momenti chiave, ha saputo destabilizzare la potenza dell’americana e impostare in modo netto il match già dai primi giochi.
Secondo set: ventaglio di soluzioni e nervi saldi, la tedesca chiude il cerchio
Nel secondo set, Tatjana Maria ha mantenuto la sua pressione e il controllo tattico, sfruttando una condizione fisica impeccabile e trasformando ogni situazione difensiva in opportunità offensiva. Sul 2‑0 ha ottenuto il primo break, con Anisimova visibilmente provata, e ha poi consolidato sul 3‑1, mettendo l’americana quasi in lacrime prima che la tensione esplodesse nel quarto gioco: una battaglia di 20 punti con due palle break fallite da Anisimova, momento cruciale in cui sembrava potesse avviare una rimonta, ma senza trovare continuità né resistenza mentale. Maria ha continuato con il suo schema vincente, arrivando sul 4‑1 con doppio break di vantaggio grazie a passanti e drop shot spettacolari.
Anisimova, sulle corde, ha cercato di reagire e nel sesto game ha conquistato ben due palle break: ne ha sfruttata una per rientrare sul 4‑3, dimostrando finalmente lucidità nei momenti topici; un parziale di sei punti consecutivi le ha restituito fiducia.
Il finale è stata una lotta intensa che ha visto però la tedesca affermarsi conquistando il set 6‑4 e di conseguenza il titolo.
Oltre al prestigio del titolo, la vittoria di Tatjana Maria rappresenta un trionfo del gioco “non convenzionale” in un’epoca dominata dalla potenza. La tedesca ha fatto dell’astuzia, del tocco e della varietà tecnica il proprio marchio distintivo, mandando in crisi le certezze di avversarie ben più giovani e fisicamente esplosive. Il successo assume un valore ancora più speciale perché coincide con il ritorno del torneo femminile al Queen’s Club dopo 52 anni, l’ultima giocatrice a conquistare il titolo fu la russa Olga Morozova nel 1973.
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Autor: Jenny Rosmini