Iga Swiatek non ha dubbi: il tennis femminile è entrato in una fase di equilibrio sempre più marcato e, guardando al 2026, dominare il circuito sarà una sfida ancora più complessa. La sei volte campionessa Slam arriva a questa riflessione dopo una stagione lunga, faticosa e ricca di contrasti, chiusa comunque con dei risultati di assoluto valore.
Un 2025 tra difficoltà e consacrazione
Il 2025 della polacca non è stato lineare, soprattutto sulla terra battuta, dove ha incassato alcune sconfitte inattese. A compensare, però, è arrivato il trionfo più atteso: la prima vittoria a Wimbledon, che le ha permesso di salire a quota sei Major e di chiudere l’anno al numero 2 del ranking mondiale. Un piazzamento che Swiatek rivendica senza esitazioni.
“Penso che finire al secondo posto sia un grande risultato”, ha spiegato in un’intervista rilasciata a ‘CLAY’. “Penso che il livello a cui siamo tutte è diventato più equo. Credo che si sia visto, soprattutto durante le finali WTA, che praticamente chiunque di noi avrebbe potuto vincere questo torneo, abbiamo giocato davvero tante partite combattute”.
Un equilibrio che non cancella le differenze individuali, ma che rende il circuito molto più competitivo rispetto al passato. “Ci sono alcune giocatrici che ovviamente preferiscono determinate condizioni e altre che si sentono meglio in questa o quella parte della stagione”, ha aggiunto. “Ma penso che nel complesso stiamo tutte migliorando molto velocemente”.
L’evoluzione del tennis passa anche dal servizio
Per spiegare quanto il livello medio si sia alzato, Swiatek ricorre anche a un esempio tecnico: “Se tre anni fa avessi servito a 185 chilometri orari, credo che sarebbe stato un punto di svolta, e sarebbe stato fantastico. Ma ora che ho imparato a farlo, mi sono resa conto che le ragazze servono a 195”. E precisa subito: “Ovviamente non è solo una questione di velocità. È solo un esempio, ma penso che il tennis si stia evolvendo e che ora siamo tutte a un livello piuttosto buono”.
I numeri, del resto, confermano le sue sensazioni: nel 2025 tutti e quattro gli Slam sono stati vinti da giocatrici diverse, per la terza volta negli ultimi cinque anni. Aryna Sabalenka guida la classifica in vista del 2026, davanti proprio a Swiatek, con Cori Gauff, Amanda Anisimova, Elena Rybakina e Jessica Pegula racchiuse in pochi punti, mentre una top 10 di grande spessore è completata da Madison Keys, Jasmine Paolini, Mirra Andreeva ed Ekaterina Alexandrova.
La (sua) stagione più lunga di sempre
Dal punto di vista fisico e mentale, la stagione appena conclusa è stata la più impegnativa della carriera per la polacca: 79 partite giocate, più di chiunque altro nel circuito. “La stagione è stata impegnativa, ma ne sono super orgogliosa”, ha raccontato. “Ma sono anche felice che sia finita, perché ho giocato molte partite quest’anno. E il calendario era fitto”.
Dopo aver chiuso l’anno con una visita al suo sponsor tecnico, On – con cui collabora anche alla progettazione degli outfit – Swiatek si è concessa qualche giorno di pausa. “Non sono un’esperta”, ride parlando del suo coinvolgimento creativo. Una breve vacanza, poi subito di nuovo al lavoro: la preparazione per il 2026 è già iniziata.
Australian Open e Career Grand Slam
L’obiettivo più affascinante resta l’Australian Open. Una vittoria a Melbourne la renderebbe l’undicesima donna della storia – e la prima dopo Maria Sharapova nel 2012 – a completare il Career Grand Slam. Ma Swiatek insiste sul fatto che non è questo a guidarla quotidianamente.
“Devo dire che la maggior parte delle cose straordinarie che accadono nella mia carriera sono accadute quando non me le aspettavo e non mi ci concentravo”, ha spiegato. “Non sono il tipo di persona che si immagina con un trofeo o qualcosa del genere. Non credo che mi darebbe molta disciplina in termini di lavoro, quindi preferirei concentrarmi sul processo. Inoltre, non sempre si ha piena influenza sui risultati”.
Un sogno, ma senza ossessioni
Una certa consapevolezza, però, è inevitabile: nel 2025 è stata a un solo punto dalla finale a Melbourne. E Swiatek sa quanto il traguardo sia vicino. “Non mi pongo obiettivi del genere”, ribadisce. “Ovviamente è qualcosa che sogno e che vorrei si realizzasse un giorno, ma non ho intenzione di venire a Melbourne e pensarci ogni giorno”.
La sua visione resta pragmatica e scandita dal presente: “So che ci sono sette partite da vincere e che gli Slam durano due settimane, può succedere di tutto. Quindi intendo procedere un passo alla volta. Concentrarmi bene sulla pre-season è la chiave, poi si vedrà”. Infine, lascia spazio anche all’emozione: “Ma di sicuro, sarebbe un sogno che si avvera”.
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