Six Kings Slam e, lo dice il nome, sei nomi in partenza. Nel 2024 gli ultimi due che rimasero in piedi furono Jannik Sinner e Carlos Alcaraz. Nel 2025 la musica non sembra essere cambiata. Saranno sempre l’azzurro e lo spagnolo a contendersi il montepremi finale. Se l’iberico ha sconfitto al penultimo atto Taylor Fritz, il tennista italiano ha superato con lo stesso punteggio (6-4 6-2) la leggenda serba Novak Djokovic, mettendo in mostra una prova al servizio di una consistenza straordinaria. “Sarà un caso, probabilmente (sorride, ndr)”, ha risposto il 24enne di Sesto Pusteria a una domanda del direttore Ubaldo Scanagatta, che gli ha chiesto come fosse stata possibile una prestazione di questo calibro (8 punti persi in 9 game in battuta) contro il miglior ribattitore della storia.
La spiegazione sta tutta nel lavoro quotidiano, nell’attenzione verso i minimi dettagli e nell’approccio verso il gesto tecnico. Ci vuole poi anche una buona dose di concentrazione e di calma. Ma anche Sinner, nonostante non si direbbe, ogni tanto la perde: “Non dico che perdo spesso la calma, ma a volte succede. È anche normale, no? Essendo un ragazzo di 24 anni, quando le cose non vanno come vorrei a volte è normale perdere la calma. Però cerco sempre di essere rispettoso verso la gente, che è la cosa più importante”.
Un insegnamento implicito che Jannik regala alle nuove generazioni. Ma non solo. Perché ai giovani direbbe anche… “di avere un bell’atteggiamento e provare a fare il massimo tutti i giorni. Ma allo stesso tempo si devono divertire. Arriva sempre un punto in cui dovranno prendere delle scelte, però è anche una cosa molto personale. Quindi, puoi aiutare tanto i ragazzini, ma fino a un certo punto. È il giocatore che deve fare la differenza e deve avere sicuramente una buona mentalità”.
La mentalità che serve a ogni tennista per affrontare i rivali più tosti. Per lui, Carlos Alcaraz, che affronterà in finale. “Sicuramente è un torneo tanto diverso rispetto a tutti gli altri tornei. Vediamo come vanno le cose. Sarà una partita tosta e difficile, però ripeto: è una dinamica molto diversa rispetto agli Slam, ai 1000 o a chissà cosa. Quindi, cerchiamo di divertirci, di fare uno show e poi vediamo come vanno le cose”.
Infine, Sinner ha ribadito il suo programma da qui a fine anno, con il solito punto interrogativo per quanto riguarda la sua presenza in Coppa Davis. “Gli avevo già risposto ieri. Parigi sì, Coppa Davis devo ancora vedere. Poi tra poco c’è Vienna. Quindi sì: Vienna, Parigi e Torino”.
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