Il fenomeno di Murcia, Carlitos Alcaraz, ha vietato l’accesso alla finalissima del Six Kings Slam a Taylor Fritz, che però sfiderà Novak Djokovic nella finale per il 3°/4° posto. Lo statunitense aveva sorprendentemente sconfitto il numero uno al mondo durante l’ultima edizione della Laver Cup, per poi incassare due eliminazioni consecutive tra Tokyo e Riad. Ecco cos’ha detto Fritz in conferenza stampa:
Ubaldo Scanagatta: Ultimamente sta servendo (Alcaraz, N.d.R) molto meglio rispetto a prima?
Taylor Fritz: “Penso di sì, credo che le condizioni abbiano influito. Quando ho giocato contro Carlos a Wimbledon, ero impressionato. Ho pensato che avesse servito bene come non gli avevo mai visto fare prima nella semifinale di Wimbledon.
E poi, ovviamente, ho pensato che avesse servito piuttosto bene a Tokyo, e penso che abbia servito davvero bene stasera. Ma quelle sono tutte condizioni più veloci. Mi è sembrato come alla Laver Cup, estremamente lento. Ho avuto più possibilità di rispondere al suo servizio. Forse quel giorno non ha servito così bene. Ma sì, voglio dire, il suo servizio è molto buono. Colpisce tutti i punti giusti. Colpisce le linee. È difficile”.
Ubaldo Scanagatta: Sei americano e sei il numero uno in America. Sei più soddisfatto perché sei il numero uno in America o sei più frustrato perché non sei riuscito ad essere il numero uno, due o tre?
Taylor Fritz: “È una questione di prospettiva. Credo che, ripensandoci, da bambino, se ripenso a tutto quello che ho fatto, non credo che potrei lamentarmi di dove sono e di quello che ho fatto. Ma è nella mia natura, sono così. Voglio sempre di più. Voglio vincere un Grande Slam. Voglio spingermi oltre. Penso di poterlo fare. Quindi direi un po’ entrambe. Voglio di più, ma sono anche orgoglioso di molte cose che sono riuscito a realizzare“.
D: Ti resta solo una partita da giocare. Cosa ti motiva per questa partita? Giocherai per il terzo e quarto posto. Forse non ti soddisfa, vero?
Taylor Fritz: “Insomma, per me è semplicemente che amo competere. E affronterò un giocatore incredibile. So che nel momento stesso in cui entrerò in campo contro Novak, vorrò dare il massimo, mi impegnerò al massimo. Sarò motivato a vincere perché è così che sono fatto. Non mi importa della situazione. Che sia la finale o il terzo o quarto posto, amo competere e giocare. Quindi so che sarò entusiasta di questa opportunità”.
D: Qual è il consiglio che ti è stato dato da un allenato che ha davvero fatto la differenza nella tua carriera?
Taylor Fritz: “Penso che sia difficile pensare a una cosa specifica, ma credo che una cosa che mi ha aiutato molto sia stata quando un allenatore mi ha detto che io tendo sempre a pensare troppo alle cose. E quando si tratta di certi colpi, a volte non li faccio perché penso che sia troppo ovvio che li farò. Ma una volta un allenatore mi ha detto che in certe situazioni, se colpisco bene, non importa se è ovvio. Non importa se il mio avversario sa che lo colpirò. Se lo colpisci bene, va bene. E penso che questo mi abbia aiutato molto, proprio nel mio modo di pensare a certi colpi, a non riflettere troppo a volte. Se fai un colpo abbastanza buono, va bene così”.
Ubaldo Scanagatta: Negli ultimi 45, 50 anni, ci sono state tre grandi generazioni di tennisti americani. Prima c’erano McEnroe e Connors, poi Chang, Sampras, Agassi e Currier, quindi Roddick e Blake. E ora voi siete con Tiafoe, Shelton e Paul. Qual è la differenza tra la vostra generazione e la loro e quale giocatore ti assomiglia di più? Intendo dire, quale ti assomiglia di più, con cui pensi di poterti confrontare?
Taylor Fritz: “È difficile. Sì, dal punto di vista del confronto, non credo sia davvero facile dirlo. Non credo che nessuno dei precedenti giocatori americani abbia mai giocato in modo simile al mio. Penso che sia diverso. Sì, è davvero difficile dirlo. Ovviamente, la risposta più ovvia al perché la nostra generazione sia diversa è che non abbiamo nessuno che sia il numero uno al mondo. Non abbiamo vinto nessuno Slam. Direi che c’è anche molta varietà nel nostro gruppo. È una domanda difficile a cui rispondere perché non ero presente. Non conosco tutte le altre generazioni. Non le conosco personalmente. Non so come fossero. Ma mi piace molto il nostro gruppo di ragazzi. E penso che ci sia uno o due Slam da qualche parte lì dentro”.
O que achou dessa notícia? Deixe um comentário abaixo e/ou compartilhe em suas redes sociais. Assim conseguiremos informar mais pessoas sobre o que acontece no mundo do tênis!
Esta notícia foi originalmente publicada em:
Fonte original