Sinner, sette semifinali Slam e due sconfitte: cos’è accaduto nelle precedenti?

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Sinner, sette semifinali Slam e due sconfitte: cos’è accaduto nelle precedenti?

Che Jannik Sinner venga da un altro pianeta è ormai assodato. Il match dei quarti di finale dello US Open contro Lorenzo Musetti ha mandato in frantumi i sogni di gloria del carrarino, che nonostante i soliti colpi da puro esteta e un ottimo livello di gioco espresso, si è arreso alla legge del più forte. D’altronde, non si diventa numeri 1 casualmente. L’altoatesino, dopo il brivido lungo la schiena vissuto al terzo turno con Denis Shapovalov – autore di due set e mezzo di grande rilievo – è tornato a suonare la carica, dominando il lungo e in largo i due successivi incontri, e assicurandosi un posto in semifinale anche nell’ultimo Slam del 2025. Per la prima volta in carriera, l’azzurro ha raggiunto la semifinale in tutte e quattro le tappe Major dell’anno, ma la storia, a New York, è ancora tutta da scrivere.

Un solo step separa Jannik dall’atto decisivo dello US Open, dove sarà Felix Auger-Aliassime a tentare di fermarlo, anche se l’ultimo recente precedente non è poi così incoraggiante per il canadese, sconfitto col crudele score di 6-0 6-2 in quel di Cincinnati dal numero uno del mondo. Ma ogni match ha la sua storia, e seppur siano passate appena poco più di due settimane da quel vis a vis, il venticinquenne di Montreal pare aver cambiato passo nella Grande Mela, ritrovando sprazzi della miglior versione di sé stesso, la medesima che nel 2022 lo trascinò sino al 6° posto del ranking mondiale.

La sbalorditiva evoluzione del ragazzo di San Candido è stata esaminata in tutte le salse nel corso degli ultimi anni, durante i quali è avvenuta la netta trasformazione da “promessa” a “campione”, passata da tappe fondamentali che hanno segnato il percorso di crescita di Jannik, sbocciato, e poi diventato “Sinner”. Nemmeno i talenti più brillanti, una volta arrivati nel circuito maggiore, lasciano immediatamente il segno sbarazzandosi così facilmente degli atleti già affermati. Fosse così semplice, ci sarebbero anche poche storie da raccontare. Nessun dramma sportivo, nessuna vendetta, nessun episodio di riscatto. La piattitudine regnerebbe sovrana. Ma per nostra fortuna, l’intero mondo sportivo è meravigliosamente imprevedibile, e per questo motivo riesce sempre a scuoterci emotivamente, così come ha fatto la giovane carriera dell’attuale numero uno del mondo.

Nel luglio 2023, Jannik Sinner giocò la sua prima semifinale Slam a Wimbledon, sfidando la leggenda di Belgrado, Novak Djokovic. Il serbo s’impose in tre parziali, evitando di dover fare gli straordinari come l’anno precedente, quando l’azzurro andò sopra di due set a Church Road sfiorando l’Upset contro Nole. Jannik – da molti definito come l’evoluzione di Djokovic – durante la fase di lancio della sua carriera, ha imparato le lezioni più importanti proprio dall’ex numero uno del mondo, che ha un po’ rappresentato la sua nemesi, proprio per la grande similitudine nello stile di gioco. Da questa rivalità fuoriescono i punti nevralgici e di svolta della fase “embrionale” di Jannik Sinner, quella che precede – e che segna – il suo mutamento nella macchina perfetta. Dalla prima semifinale Slam alla seconda passano esattamente 196 giorni, e sul cemento blu di Melbourne l’ostacolo ha lo stesso nome e lo stesso cognome della precedente. Soltanto che, in questo lasso di tempo pari a 6 mesi, l’azzurro ha subito una drastica metamorfosi che passa da una delle vittorie più significative della sua carriera, e non soltanto a livello individuale. L’altoatesino sconfigge Novak Djokovic in un match cruciale di Coppa Davis, prendendo per mano il tricolore e riportando nello Stivale un trofeo che mancava da 47 anni.

Dopo Malaga, è già un Sinner formato gigante. E un paio di mesi dopo, mentre in Italia le prime luci del mattino filtrano dalle finestre, Jannik regola il più vincente della storia in quattro set, guadagnando la possibilità di contendersi per la prima volta in assoluto un titolo Slam. Conosciamo tutti l’epilogo di quell’Australian Open 2024, nonché il primo grande sigillo del nativo di San Candido, destinato a spartirsi il palco del grande tennis con Carlitos Alcaraz.

Sarà proprio col fenomeno di El Palmar la terza semifinale Slam della carriera di Jannik, che ha già il sapore di una finalissima, anche se dovranno aspettare un anno per la prima a livello Major. A Parigi, Carlitos la spunta in extremis al quinto set, sollevando persino il titolo pochi giorni dopo in finale contro Sascha Zverev. A Wimbledon, l’azzurro non versa in condizioni ottimali, e ai quarti cede metri a Daniil Medvedev, che lo sorpassa definitivamente in quattro ore esatte di gioco. Ma tornati sul cemento, riecco Jannik “On fire”. Nella Grande Mela trova la sua quarta semifinale Major, e anche un Jack Draper parecchio ostico, ma dopo due set tiratissimi, il numero uno lo sfianca avviandosi già verso l’atto finale contro il padrone di casa, Taylor Fritz, quasi inerme contro lo strapotere tricolore.

Sinner fa paura a tutti, e una volta tornati in terra australiana, all’alba del 2025, Jannik torna a fare lo schiacciasassi, e la sua quinta semi Major, contro Ben Shelton, è di un livello impressionante. L’americano, fresco ed energico, fa opposizione nel primo parziale ma cede al tie-break, credendo di rimanere in partita nei successivi set, ma Sinner ha piani diversi. L’altoatesino dilaga, e tra il pubblico, si scorge qualche viso sconvolto, così come quello del giovane e promettente Ben, che però stringe la mano al numero uno dopo due ore e trentasei di gioco, abbandonando l’Open d’Australia.

La sospensione trimestrale permette a Jannik di rientrare giusto in tempo per il Roland Garros, evitando di saltare gli appuntamenti più importante della stagione. Nella Città dell’Amore si rivede il maestro Nole, che se ne infischia altamente dei suoi 38 anni, lottando alla pari con Sinner per oltre tre ore. Il bilancio dei precedenti di questo meraviglioso duello pende drasticamente dalla parte dell’azzurro, che dopo l’ultima dolorosa sconfitta rimediata alle Finals del 2023, ha poi steso Djokovic per 6 volte di fila. Dunque, tra la Senna e Church Road, l’azzurro ha sfidato la leggenda nella sua 6° e 7° semifinale Slam, e l’esito è stato identico in entrambe le sfide.

Su 7 semifinali Major disputate, Jannik ha pagato dazio soltanto due volte, contro Alcaraz e Djokovic, che si sfideranno per un posto nella finalissima dello US Open 2025. L’azzurro avrà il tempo di studiarli, dato che il suo match con Auger-Aliassime è previsto per l’1 di notte, mentre la sfida tra il serbo e il murciano andrà in scena poche ore prima, alle 21 italiane.

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