Una premessa obbligatoria. Normalmente tutti gli articoli che scrivo sono frutto di ragionamenti e idee personali, anche perché riciclare tesi altrui non fa per me. Non è però il caso di questa volta: l’argomento di oggi è ripreso da un topic di Tennisforum. Dunque, visto che il tema non è originale, penso sia giusto segnalarlo.
Per chi non lo sapesse, Tennisforum è un sito online nel quale si discute di tennis femminile. L’argomento era questo: le prime tre giocatrici del mondo, Sabalenka, Swiatek e Gauff, nel 2025 hanno vissuto una annata molto simile. Una stagione con momenti positivi (la vittoria in uno Slam) ma anche con momenti negativi. A conti fatti, devono essere più soddisfatte o insoddisfatte per come è andato il loro 2025?
A scanso di equivoci: è chiaro che anche solo terminare come numero 3 mondiale è un enorme risultato per qualsiasi tennista; figuriamoci come numero 2 o addirittura come migliore di tutte. Però qui non si ragiona sul dato assoluto e impersonale, ma su quanto ottenuto in proporzione alle aspettative di Aryna, Iga e Coco, cioè tenniste affermate e di successo. Devono essere più contente o scontente del loro 2025?
Personalmente mi risulta molto difficile rispondere, ma ovviamente sta proprio in questo l’interesse della domanda. Cercherò di proporre un po’ di dati per approfondire la questione con cognizione di causa. E da questo punto in poi, torno ad assumermi la completa paternità di quanto troverete scritto.
Innanzitutto un dato generale: per la seconda stagione di fila il podio del ranking WTA è sempre lo stesso, cioè al numero 1 Sabalenka, al 2 Swiatek e al 3 Gauff. Era accaduto nel 2024, si è ripetuto dodici mesi dopo. Non solo: nel 2023 le prime tre giocatrici erano ancora le stesse, però con Swiatek prima e Sabalenka seconda. Segno che queste ultime stagioni hanno avuto un vertice particolarmente stabile; un dato che in parte smentisce la tesi della totale imprevedibilità del tennis femminile recente. Ma per approfondire la questione dobbiamo anche valutare come sono andate singolarmente le nostre protagoniste.
1. Aryna Sabalenka
Come detto, Sabalenka ha chiuso per il secondo anno di fila da numero 1 del mondo. E lo ha fatto con il record personale di punti conquistati (10870); nel 2024 ne aveva totalizzati 9416. In stagione ha vinto 63 partite e ne ha perse 12 (84,0% di vittorie), mentre contro le Top 10 ha chiuso con un record di 15 successi e 5 sconfitte. Ma soprattutto ha aggiunto un titolo Slam al proprio palmarès: lo US Open 2025, in finale su Anisimova. Nel 2025 oltre a Flushing Meadows ha vinto altri tre tornei: Brisbane (WTA 500), Miami e Madrid (WTA 1000).
Queste le luci principali. Passiamo alle ombre. Nove finali raggiunte, 4 vinte, ma 5 perse: Australian Open (contro Keys), Indian Wells (contro Andreeva), Stoccarda (contro Ostapenko), Roland Garros (contro Gauff), WTA Finals (contro Rybakina). In sostanza ha mancato tre partite di grande peso specifico (le due negli Slam più quella delle Finals) che avrebbero trasformato la sua stagione in qualcosa di simile a un dominio.
Aryna a livello Slam ormai ha dato prova di una eccezionale costanza ad alti livelli, visto che il risultato peggiore è stata la semifinale persa a Wimbledon contro Anisimova. E sul cemento si è dimostrata la numero uno indiscussa: sempre almeno in finale nelle ultime sei edizioni di Australian e US Open (tre + tre dal 2023 in poi). Però conferma la tendenza a perdere finali nelle quali parte favorita. Una difficoltà che lei stessa patisce in modo evidente: le conferenze stampa dell’Australian Open e soprattutto del Roland Garros hanno testimoniato tutto il suo disappunto per il mancato successo.
A 27 anni compiuti non sono un po’ troppe le occasioni perse? Quanti anni potrà avere davanti da leader del circuito? E non sarebbe dovuta essere proprio questa la stagione della definitiva consacrazione?
2. Iga Swiatek
Swiatek ha confermato il secondo posto della stagione scorsa e ha conquistato tre tornei: Wimbledon, il WTA 1000 di Cincinnati e il WTA 500 di Seoul. Nel 2025 ha vinto 62 partite e ne ha perse 17 (78,4% di successi). Contro le Top 10 ha vinto 9 partite e ne ha perse 8.
Da questi primi dati è evidente che il picco è rappresentato dal titolo sui prati inglesi; una impresa che le ha consentito non solo di arrivare al sesto Slam in carriera, ma anche di entrare nel ristretto gruppo di giocatrici capaci di vincere Major su tutte e tre le superfici (cemento, terra, erba); insieme a lei nell’era Open ci sono riuscite soltanto Evert, Navratilova, Mandlikova, Graf, Serena Williams, Sharapova, Barty. Insomma sul piano dell’albo d’oro il successo a Wimbledon è quanto di meglio potesse augurarsi per compiere un balzo in avanti nel suo status di giocatrice “all time”.
Però nel 2025 ci sono da sottolineare anche elementi meno positivi. Innanzitutto il fatto che questa volta Sabalenka l’ha chiaramente distaccata in classifica, con quasi 2500 punti di vantaggio (10870 contro 8395). Lo scorso anno Iga aveva perso il vertice del ranking solo dopo una lotta punto a punto e anche a causa dello stop forzato dopo la positività alla Trimetazidina che le aveva impedito di scendere in campo tra lo US Open e le Finals. Quest’anno invece non ha scusanti: è arrivata dietro perché Aryna ha fatto chiaramente meglio di lei.
Ma ci sono due aspetti specifici che sollevano dubbi sul suo rendimento. Il primo è legato alla terra battuta: dopo avere dominato al Roland Garros per diversi anni, e avere dimostrato che sul rosso era la più forte, quest’anno a Parigi si è fermata in semifinale, sconfitta proprio da Sabalenka (7-6(1) 4-6 6-0). Il secondo aspetto è legato al confronto con le Top 10: il dato del 2025 non è esaltante (9 vinte, 8 perse) e in più ha perso quattro degli ultimi cinque confronti stagionali. La questione suona anche più preoccupante se la si paragona con quanto fatto in passato: sempre contro le Top 10, nel 2024 aveva chiuso con 11-5, nel 2023 con 13-6 e nel 2022 addirittura 15-2. In sostanza sembra che il suo vantaggio rispetto alla concorrenza si stia assottigliando.
3. Coco Gauff
Nel 2025 Gauff ha confermato il terzo posto nel ranking, peraltro già raggiunto nel 2024 e nel 2023. Due anni fa aveva raccolto 6580 punti, lo scorso anno 6530, nel 2025 ha fatto leggermente meglio: 6763. A livello di punti tre annate quasi fotocopia. In stagione ha vinto 48 partite e ne ha perse 16 (75,0% di successi), mentre contro le Top 10 ha chiuso con 10 vittorie e 7 sconfitte.
Coco ha conquistato un titolo a squadre (la United Cup, in gennaio) e due individuali: il WTA 1000 di Wuhan e soprattutto il Roland Garros, in finale su Sabalenka. Il successo parigino ha arricchito il suo palmarès in modo determinante: è passata a due Slam vinti, e su due superfici differenti: il cemento dello US Open 2023 e ora la terra battuta. Ragionando sul 2025 mi verrebbe da dire che ci sono diverse similitudini con la stagione di Swiatek: la vittoria nello Slam è il picco che pesa in modo determinante sulla valutazione stagionale e le consente di mettere un bel peso a favore su un piatto della bilancia, che però sull’altro piatto ha anche pesi negativi.
Dalla parte dei meno ci sono soprattutto i problemi tecnici, su cui lavora “da sempre”, con risultati per il momento non troppo confortanti: il rendimento del dritto e i problemi con la seconda di servizio. Gauff nel tempo ha cambiato coach e tecnici nel tentativo di risolvere queste difficoltà, ma le annate passano e i progressi non sembrano granché evidenti. E se è vero che Coco ha solo 21 anni (è nata il 13 marzo 2004), è anche vero che è stata precocissima e quindi sono ormai tante le stagioni nelle quali agisce da professionista.
La domanda è inevitabile, e cioè se riuscirà a rimanere ai vertici pur avendo due problemi tecnici davvero non da poco. Perché la seconda di servizio e il dritto sono senza dubbio elementi fondamentali nel gioco del tennis. Lei compensa con altre qualità fisico-tecniche ugualmente fondamentali, che possiede a livelli eccelsi (la mobilità e il rovescio), ma potranno bastare in futuro?
Conclusioni
Insomma il 2025 ha portato importanti successi alle nostre protagoniste; uno Slam a testa e i vertici del ranking. Traguardi davvero notevolissimi, che per la stragrande maggioranza delle giocatrici del circuito rimarranno obiettivi irraggiungibili. E di questo bisogna tenerne conto. A conti fatti tre dei quattro Slam stagionali li hanno conquistati loro. Però gli aspetti negativi non vanno trascurati perché evidenziano problemi che per tutte e tre potremmo definire strutturali, dunque potrebbero pesare anche sul rendimento futuro.
Per Sabalenka c’è il problema mentale che la affligge quando affronta le finali. Quest’anno come abbiamo visto ne ha vinte 4 su 9, confermando il suo limitato “killer instinct” nei giorni più importanti. In carriera nelle finali viaggia poco sopra il 50% di successi (21 vinte, 19 perse) e negli Slam anche: 7 finali raggiunte, 4 vinte e 3 perse. Se pensiamo che Swiatek ha vinto 26 finali in carriera su 32 e conquistato 6 Slam con solo 6 finali raggiunte, appare evidente la differenza di rendimento.
Per Swiatek c’è la sensazione che non sia riuscita a compiere stabili progressi tecnici, e che la concorrenza cresca: il problema della gestione del dritto negli scambi ad alta velocità e la scarsa incisività del servizio cominciano a diventare un handicap di rilievo quando affronta le giocatrici più forti. E di sicuro non è un caso che quando è davvero riuscita a servire bene, cioè nelle due settimane di Wimbledon, abbia vinto il titolo. Conseguenze di questi problemi tecnici sono il calo di rendimento contro le Top 10 e il fatto che quest’anno la terra battuta non sia più risultata un suo “feudo”.
Per Gauff, come abbiamo visto, siamo ugualmente di fronte a problemi tecnici. Coco li compensa in parte anche grazie ad altre doti unite alla grande tenuta mentale (per esempio nelle finali: 12 vinte e solo 3 perse in carriera); però certe mancanze, se non colmate, potrebbero diventare un freno determinante nelle prossime stagioni. Ecco, considerato tutto ciò, Sabalenka, Swiatek e Gauff devono essere più soddisfatte o insoddisfatte per il loro 2025?
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