Rune sull’infortunio: “Lo schiaffo in faccia di cui avevo bisogno”

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Rune sull’infortunio: “Lo schiaffo in faccia di cui avevo bisogno”

È passato un mese dal gravissimo infortunio – la rottura del tendine d’Achille – patito da Holger Rune durante il suo match di semifinale al torneo di Stoccolma. L’ex numero 4 del mondo è tornato in campo a provare i colpi solo otto giorni dopo in stile Thomas Muster, mentre il 10 novembre ha ricevuto il parere positivo dei medici per tornare a volare, così ha lasciato la Danimarca – ringraziando tutti coloro che lo avevano aiutato – e fatto rotta su Monaco.

L’infortunio non solo aveva dato nuovo vigore alle polemiche sui troppi tornei, tra cui quelle di mamma Aneke (che, tuttavia, ha parlato di tornei troppi obbligatori quando Stoccolma non lo è di certo), bensì ne ha viste spuntare altre e inaspettate per qualche considerazione rivelatasi poco apprezzata, come nel caso del giornalista di Eurosport Jacopo Lo Monaco. Durante il podcast Schiaffo al volo, al termine di un ragionamento ampiamente condivisibile, Lo Monaco aveva commentato che, “se Rune la prende nel modo giusto, forse è la cosa migliore che gli potesse accadere”.

Peraltro, una simile considerazione è stata offerta pochi giorni dopo da Patrick Mouratoglou, ex coach di Rune; magari non negli stessi termini, ma il contenuto era essenzialmente quello. “È nei momenti più difficili che avvengono le trasformazioni più importanti” ha detto Mouratoglou. “Holger è giovane, incredibilmente motivato e ossessionato dal tennis, in senso positivo. Questo periodo di stop lo costringerà a rallentare, a guardare le cose in modo diverso, a lavorare su parti del suo gioco e della sua mentalità che spesso vengono trascurate quando sei sempre in tour”.

Rune: “Il mio infortunio è stato uno shock per molti”

Adesso Rune ha concesso la sua prima intervista dall’infortunio e in pratica ha confermato l’opinione dei due esperti. Ma vediamo tutto quello che ha detto. “Onestamente, penso che il mio infortunio sia stato uno shock per molti tennisti e atleti, perché non ho mai avuto problemi alla caviglia e il mio corpo era in ottima salute” sono state le parole di Holger ad Hard Court. “Non ho avuto problemi di infiammazione e lo so per certo perché, dopo una primavera difficile, ho fatto tantissimi esami del sangue,emocromo, scansioni, risonanze magnetiche, eccetera per valutare la mia condizione fisica e i risultati hanno mostrato che ero super forte. Quindi questo non doveva succedere, non dovrebbe essere possibile. Ho 22 anni, sono sano e forte, eppure è successo. Ma non credo che nello sport si possa essere ‘sfortunati’ o avere sfortuna’. Tutto accade per una ragione e c’è una spiegazione dietro ogni cosa”.

“La causa principale dell’infortunio è l’affaticamento”

Ecco allora la sua spiegazione: La causa principale di questo infortunio, quindi, è l’affaticamento. E questo è molto spaventoso per l’intero settore sportivo. Lo sport è intrattenimento e noi amiamo intrattenere, ci piace che la gente si diverta a guardarci giocare. Dobbiamo solo assicurarci di ascoltare anche il nostro corpo. Può essere molto difficile farlo quando ami davvero giocare a tennis quanto me e ami il gioco, i tornei e i tifosi”.

Il fatto è che Holger ha fatto irruzione tra i top player a Parigi-Bercy tre anni fa, vincendo il torneo dopo aver battuto cinque dei primi dieci tennisti del mondo tra cui Alcaraz e Djokovic, ha dimostrato di saper vincere di grinta sfide tirate con un avversario quel giorno apparentemente superiore ed è arrivato al best ranking, n. 4, nell’agosto 2023 a vent’anni, ma nelle ultime due stagioni non ha mai davvero convinto, pur restando vicinissimo – quando non vi è rientrato – alla top 10. E, come accennavamo sopra, pare proprio che questo infortunio possa davvero essere preso come motivazione.

Rune: “Questo è lo schiaffo in faccia di cui avevo bisogno

“Non ho mai dubitato del mio amore per il tennis, ma davo per scontato il mio talento. A volte ero troppo indulgente con le cose e ora sento la nostalgia, mi guardo indietro e vedo tutte le cose che avrei potuto e probabilmente avrei dovuto fare diversamente. Non solo l’allenamento, perché è lì che risiede la mia passione, ma tutto ciò che lo circonda: l’alimentazione e tutto quanto. Per arrivare tra i primi cinque e oltre, per vincere i tornei del Grande Slam, devi fare tutto con grande costanza. Ma non tutta la vita è una linea retta verso l’obiettivo e negli ultimi anni… penso di aver avuto bisogno anche di quella fase della mia vita. Per maturare al mio ritmo”.

“Sicuramente mi è costato qualcosa come classifica e trofei, ma forse era necessario per me. Non si può tornare indietro, e ora con l’infortunio, forse questo è lo schiaffo in faccia di cui avevo bisogno per prendere sul serio il mio talento e dimostrare a me stessa di cosa sono realmente capace. Onestamente non vedo l’ora di raggiungere un altro livello”.

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