Roland Garros, Passaro: “La partita l’ho fatta io nel bene e nel male. Sull’erba proverò solo le quali a Wimbledon”

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Sembrava una giornata da sogno per Francesco Passaro, che era partito benissimo, andando avanti di due set contro Jesper De Jong al Roland Garros, salvo crollare alla distanza. Un vero peccato, l’occasione era effettivamente ghiotta, e non ci è andato per nulla lontano, ma la tensione ha purtroppo avuto la meglio. Come ha avuto modo di spiegare ai media nel post match.

Un misto di emozioni, sicuramente il rammarico c’è“, riflette il perugino, “sono andato due set a zero sopra, però purtroppo 3 su 5 ci sono tante chance, le partite sono lunghe, e anche se sei sopra puoi essere ribaltato. Anche la mia poca esperienza al meglio dei cinque non mi ha portato a tenere fino alla fine sia fisicamente che mentalmente. Ma sono contento uguale del livello che ho espresso nell’arco della partita, sono consapevole che l’ho fatta maggiormente io, nel bene e nel male. Sono contento di questo, perché so il valore che ho oggi, i mezzi che ho, devo riuscire a gestirli meglio“.

Ma ci sono stati dei fattori scatenanti per questo calo finale, nello specifico? “Sicuramente c’era un po’ di stanchezza, anche qualche errore di troppo, un po’ dovuti alla fretta, ma un po’ di energie mi mancavano. E questo mi portava a forzare le giocate, infatti ho iniziato a fare molti più errori dal terzo set in poi, e questo mi ha un po’ tradito, anche se nel quarto sul 4-3 ho avuto una palla break che poteva portare la partita a favore. Ma lui è stato bravo a giocarla, come a lottare su tutti i punti e rimanere lì; è stato molto solido, mi portava a forzare le giocate, probabilmente dovevo prendere un po’ di più la rete“.

Sono partito anche molto bene“, prosegue Passaro ragionando sulla tensione che c’è stata nel match, “sono andato 4-0 e doppio break nel primo. Anche lì potevo gestire meglio quel vantaggio, così da farlo entrare più tardi in partita. Ma non avevo tensione, più un mix di stanchezza e frustrazione. Comunque lui ti porta sempre al limite, si difende da Dio, e se non sei abbastanza aggressivo ti mette in difficoltà. Avrei dovuto prendere di più la rete per metterlo sotto pressione, lui si difendeva bene e così mi portava a cercare una soluzione un po’ più difficile. Devo avere più pazienza, però non avevo mai giocato cinque set, e potevo gestirli meglio. Sicuramente un po’ di rammarico c’è, più per altro anche per la partita che potevo giocare dopo come un signor giocatore come Zverev. Competere con i primi al mondo, al di là di un sogno, è anche una sorta di test per vedere quanto lontano o meno lontano sono da loro“.

Sicuramente è vicino in alcune “occupazioni” fuori dal campo a Sinner e Draper, avendo svolto il ruolo di modello per alcuni spot: “Ho fatto uno shooting per una campagna di Bocci. Sicuramente è una cosa diversa da quello che faccio quotidianamente, ed è stato divertente. Devo dire che nella monotonia delle routine che abbiamo fare questo tipo di cose mi piace, mi diverte, anche per staccare un po’ la testa. In quei periodi poi ero anche infortunato, quindi siamo riusciti a conciliare un po’ le cose. Il tennis oggi ha un’importanza elevata, adesso è molto visto, forse il più visto e seguito, anche per i grandissimi risultati di Sinner in primis, ma un po’ di tutti gli italiani. Sicuramente si stanno appassionando anche tanti bambini e tante persone che non avevano mai visto neanche una partita. Questa è una cosa positivissima, ci stanno conoscendo un po’ tutti“.

Infine, uno sguardo a quello che verrà. Con una programmazione che sa di scelte lucide per le ambizioni più alte: “Non so se giocherò un challenger settimana prossima, di certo giocherò a Perugia. Sull’erba giocherò solo le quali a Wimbledon, perché sono sceso un po’ dopo Roma, e l’obiettivo è giocare il main draw allo US Open, la cui deadline è a metà luglio. Per questo cercherò di giocare più partite sulla terra per potermi dare l’occasione di rientrare. Sicuramente con un’altra classifica avrei fatto un percorso diverso“.

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Autor: Pellegrino Dell’Anno