Roland Garros, Alcaraz: “Il tetto chiuso ha influito sul mio gioco”

0
5
tenis portal logo

Carlos Alcaraz ha raggiunto la sua seconda finale consecutiva al Roland Garros. Lo ha fatto approfittando del ritiro di Lorenzo Musetti a inizio terzo set, al termine di due parziali intensi e conditi da un bellissimo tennis, come hanno iniziato ad abituarc le sfide tra i due. Lo spagnolo, pur consapevole della posta in palio, ha mostrato rispetto per l’avversario e ha preferito non esaltare il proprio successo in conferenza stampa.

Nel corso della conferenza stampa, Alcaraz ha analizzato i momenti chiave della partita, ha parlato delle sue difficoltà iniziali al servizio, dell’approccio mentale necessario nei match dei tornei de Grande Slam e della capacità di far valere la propria intensità fisica alla distanza. Non sono mancate considerazioni sui possibili avversari in finale.

D: Immagino non sia il modo in cui avresti voluto vincere. Cosa ti sei detto con Lorenzo alla stretta di mano, e hai qualche pensiero per lui?
ALCARAZ: Sì, non è sicuramente il modo in cui avrei voluto raggiungere la finale. Gli ho detto che la sua stagione sul rosso è stata incredibile, ha raggiunto un livello davvero alto. Gli ho augurato una pronta guarigione. Spero di rivederlo presto in campo, a divertirsi con il suo tennis. Sono sicuro che tornerà a lottare per le finali e i titoli Slam.

D: I primi due set sono stati molto duri. Qual era la tua tattica in quei set? E cosa è cambiato nel terzo?
ALCARAZ: Nei primi due set non ho sfruttato le occasioni che ho avuto. Nel primo ho avuto diverse palle break che non sono riuscito a concretizzare. Ma sapevo di avere le mie chance, stavo giocando bene, era solo questione di piccoli dettagli che hanno fatto la differenza.
Nel secondo set sono stato avanti di un break due volte, ma non sono riuscito a mantenerlo. Alla fine, però, ho giocato un gran tie-break.
Credo che poi lui abbia abbassato leggermente il livello e io ne ho approfittato.
All’inizio del terzo sapevo cosa dovevo fare:
portarlo al limite, farlo correre da una parte all’altra. Alla fine si è ritirato, ma credo che l’inizio del terzo set sia stato un momento molto importante.

D: Hai perso un set in quattro delle sei partite finora. Hai mai avuto momenti di preoccupazione? Come riesci sempre a rientrare in partita?
ALCARAZ: A volte pensiamo solo a noi stessi, ‘ho perso un set’, ma non pensiamo che è stato l’altro a vincerlo.
Questa è la differenza. Ci sono partite in cui penso: ‘Ok, lui ha iniziato a giocare davvero bene’, e non è che io sia calato troppo. Siamo in uno Slam, c’è tempo per recuperare. Per esempio oggi: stavo giocando bene, si trattava solo di alcuni errori. Quindi no, non mi preoccupa lasciare dei set per strada. So che ho abbastanza forza mentale per tornare indietro.


D: Sei consapevole di quanto chiedi fisicamente ai tuoi avversari nei match lunghi? Ti dà fiducia anche se perdi uno o due set?
ALCARAZ: Certo. Uno Slam è lungo. Mantenere un livello e un’intensità alta per tre set è molto difficile. Io porto tanta intensità, e i miei colpi viaggiano molto. Penso che alcuni avversari non siano abituati a questo ritmo. Questa consapevolezza mi dà fiducia: anche se perdo un set, o due, so che posso rimontare.

D: In finale potresti affrontare Djokovic, che può vincere il suo 25º Slam, o Sinner, tuo probabile rivale per i prossimi 10 anni. Come vedi entrambi?
ALCARAZ: Sarà una domenica fantastica per gli appassionati. Giocare contro Novak o contro Jannik è sempre bello da vedere – non sempre da giocare, però – (ride, ndr). Ma queste partite ti danno indicazioni su dove devi migliorare. Guarderò la semifinale e poi vedremo chi sarà il mio avversario.

D: Cosa ti piace di più dell’affrontare l’uno e l’altro?
ALCARAZ: Bella domanda (sorride,ndr). Amo ogni battaglia contro di loro, anche se spesso è pura sofferenza, perché ti spingono al limite. La cosa che mi piace di più è che ti danno risposte su come diventare un giocatore migliore. È questo il bello, vinca o perda: esco sempre con più consapevolezza.

D: Oggi il tetto era chiuso. Come ha influito sul tuo gioco? E se domenica iniziasse all’aperto ma poi si chiudesse per pioggia, ti andrebbe bene?
ALCARAZ: Bisogna abituarsi, in un modo o nell’altro. Oggi è stato difficile. Con il tetto chiuso, sul campo c’è molta umidità e le palline diventano più pesanti. Quando il tetto è aperto, la palla viaggia di più, rimbalza di più, vola di più. Cambia tutto. Ma come tennisti dobbiamo adattarci. Non ho preferenze: sono pronto a tutto.

D:Il tuo servizio nel primo set non è stato al livello abituale. Hai cambiato qualcosa in seguito?
ALCARAZ: Non ho cambiato nulla. Semplicemente non avevo buone sensazioni. Succede, in partite così, di non avere un buon feeling con il servizio. Ho cercato di non pensarci troppo e di non farlo influenzare il mio gioco da fondo. Ma è sicuramente un aspetto che dovrò migliorare in vista della finale.

D: Hai una preferenza tra Djokovic e Sinner?
ALCARAZ: Non proprio. Jannik è il tennista più in forma al momento: ha distrutto  tutti finora. Se invece il mio avversarfio fosse Djokovic… beh ha vinto 24 tornei del Grande Slam.
Non ho preferenze. Guarderò la partita e vedremo chi mi toccherà affrontare.

O que achou dessa notícia? Deixe um comentário abaixo e/ou compartilhe em suas redes sociais. Assim conseguiremos tornar o tênis cada vez mais popular!

Esta notícia foi originalmente publicada em:
Fonte original

Autor: Niccolò Moretti