Sempre più n. 1 (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)
Jannik Sinner non c`è. Lo si vede raramente grazie a qualche selfie strappato qua e là per Montecarlo dai tifosi e a cui lui non si sottrae. Il numero 1 al mondo prepara il suo ritorno lontano dai riflettori, senza clamore. È così che cerca di smaltire la delusione dell`accordo con la Wada, accettato controvoglia, che lo terrà fuori dalle competizioni fino agli Internazionali di Roma a inizio maggio. Una sofferenza che sta lasciando spazio alla voglia di rivalsa, al desiderio di tornare protagonista in campo riprendendosi un ruolo da leader. Pure fermo ai box, Jannik Sinner è così dominante da restare saldamente in testa al ranking pur senza giocare. Ci pensano i diretti inseguitori a rallentare. Come colpiti da un incantesimo, come se l`assenza dell`azzurro gli avesse tolto i poteri. La sconfitta in semifinale a Indian Wells da parte di Carlos Alcaraz che difendeva il titolo in California, ha messo al sicuro la leadership di Sinner che difficilmente potrà essere superato dallo spagnolo. Carlos ha ripetuto talmente tante volte che l`assenza di Sinner non cambiava nulla e che la rincorsa alla vetta del ranking non era un`ossessione, che quasi se ne è convinto. Alcaraz questa mattina conta 6910 punti e ne perderà altri 400 prima di Roma. La sua corsa al n. 1 partirà virtualmente da 6510 punti e ne dovrà ottenere 3220 in quattro tornei che ne mettono in palio, complessivamente, 3500. In pratica, per sperare di detronizzare Jannik, dovrà compiere un`impresa titanica vincendo il titolo a Miami, Montecarlo e Madrid. Un po` più semplice, ma sempre in salita, la strada di Sascha Zverev. Il tedesco é numero 2 al mondo e dopo la batosta presa da Jannik in finale all`Australian Open due mesi fa, non è più riuscito a togliersi la frustrazione di dosso: «Credo che i miei pessimi risultati siano dovuti anche a quella finale», aveva detto dopo l`ennesimo ko, al secondo turno di Indian Wells contro Tallon Griekspoor. Anche sulla terra sudamericana Zverev aveva raccolto pochissimo, ma le sue chance di agganciare Sinner sono un po` più concrete anche se, alla luce del rendimento nell`ultimo periodo, è difficile immagine un`arrampicata rapida e chirurgica fino al numero 1 . Zverev oggi ha 7945 punti, prima di Roma ne penderà 650: 400 a Miami, 100 a Montecarlo e Madrid, 50 a Monaco di Baviera. La sua rincorsa a Sinner parte dunque da un punteggio virtuale di 7295 punti. Questo significa che tra Miami e Madrid dovrà ottenere più di 2435 punti per superare i 9730 di Sinner. Sarebbe sicuro di passare Jannik vincendo tutti i tre Masters 1000, oppure vincendone due su tre e raccogliendo i restanti punti negli altri tornei. Progetti I piani del numero lal mondo intanto rimangono invariati, allenarsi a Montecarlo soprattutto a livello fisico. Con lui in questi giorni ci sono Marco Panichi eUlises Badio, preparatore fisico e fisioterapista. […]
Da Alcaraz un regalo a Sinner (Antonio Sepe, Corriere dello Sport)
Jannik Sinner vince anche quando non gioca. L`azzurro, che sta scontando la sospensione di tre mesi per il caso Clostebol, ha guardato il Master 1000 di Indian Wells da casa, ma ha comunque dei motivi per sorridere. Ha infatti guadagnato punti nel ranking su entrambi i rivali per il numero 1, vale a dire Alexander Zverev e Carlos Alcaraz. Se il tedesco è in crisi di risultati e la sua eliminazione prematura non sorprende più di tanto, diverso è il discorso per lo spagnolo. Vincitore delle ultime due edizioni del torneo e grande favorito per il tris, è stato battuto in semifinale da Jack Draper in tre set. «La sconfitta fa male, sono arrabbiato con me stesso», ha dichiarato Alcaraz, che perderà 600 punti in classifica, scivolando a meno 4.420 da Sinner. Per quanto riguarda Zverev, invece, sono 3.385 i punti che lo separano da Jannik. I due inseguitori potranno tuttavia accorciare le distanze a Miami, dove l`azzurro perderà i 1.000 punti del 2024 mentre Zverev difende la semifinale (400) e Alcaraz i quarti (200). Se per Sascha il sorpasso è difficile ma non impossibile (ha bisogno di 2.435 punti tra Miami e Madrid), per Carlitos invece è proibitivo (gliene servirebbero 3.320 sui 3.500 in palio nei tornei che giocherà). In virtù di ciò, Sinner, che inizia oggi la sua 41a settimana da numero 1, può guardare con ottimismo al suo rientro in campo, previsto al Foro Italico a inizio maggio per gli Internazionali d`Italia. La regina nel deserto californiano è Mirra Andreeva, che ha conquistato il titolo di Indian Wells continuando a stabilire record di precocità. Secondo WTA 1000 vinto dalla diciassettenne siberiana, capace di battere in rimonta Sabalenka e prolungare la sua striscia di successi di fila (12), bissando il trionfo di Dubai. Da oggi n. 6 del mondo (best ranking), è diventata la più giovane campionessa di Indian Wells del secolo e la terza più giovane di sempre dopo Martina Hingis e Serena Williams. Nulla da fare per Sabalenka, che nel 2025 aveva vinto entrambi i precedenti in Australia ma stavolta ha ceduto per 2-6 6-4 6-3 dopo circa due ore di finale. Per lei altra delusione dopo il ko con Keys a Melbourne. […]
Alcaraz, l’anti-Sinner alla ricerca di se stesso (Daniele Azzolini, Tuttosport)
Tornare allo stato di pupa dopo essersi trasformato in una splendida farfalla dai mille colori, e prepararsi a farlo chissà quante altre volte, da stoico protagonista di una sfida alla natura che se non mira all`eterna giovinezza rischia di assumere contorni da neurodeliri. Nella disperata palingenesi di Carlos Alcaraz, parole come rinnovamento, trasformazione, rinascita, rigenerazione, che lui stesso ha più volte ceduto in usufrutto a chi raccoglie le dichiarazioni di fine gara, assumono ormai lo stesso valore di un parcheggio a tariffa. Funzionano a tempo, poi decadono e occorre ricominciare da capo. Lui, a suo modo, è sorprendente. unico che possa battere Sinner tre volte in una stagione segnata da appena sei sconfitte, e finirgli in coda distaccato di seimila punti, che equivalgono – se avete modo di rifletterci – a tre vittorie nello Slam senza che l`altro vi abbia preso parte. Il solo capace di giocare un torneo come Indian Wells, vinto per due anni di fila, in modo decisamente più lindo delle volte precedenti, e perdersi tra le ombre di una notte di vigilia della semifinale, trascorsa a chiedersi (come ha confessato) se sarà in grado di battere Draper – Jack il mancino, ma solo nel tennis, in realtà destrorso, alla Nadal – fino a entrare in campo con la trebisonda già dispersa dietro a chissà quali pensieri negativi. E il bello è che nemmeno sa fingere, il giovane Alcaraz, vittima consacrata del doppio che è in lui e che ama prendersi, così pare, infinite libertà. Draper se n`è accorto subito. «Ho visto che non era il solito Alcaraz, ero convinto di avere buone armi per sfidarlo in una prova così importante, e infatti ho vinto, ma quel primo set mi ha dato la forza per tornare in partita nel terzo». Perché è successo anche questo, e cioè che dopo un set da buttare, Alcaraz abbia giocato il secondo come solo lui sa fare, rischiando tutto con un tennis che fa fischiare le palline a un centimetro dal nastro della rete, e inquadra angoli incomprensibili per gli avversari. Ma non è bastato a rimetterlo in gara. Così come non gli è stato utile il break sul 5-2 che ha zittito Draper a un passo dal traguardo. La sconfitta è giunta al decimo game, anche quello condotto dallo spagnolo fino al 15-30. «Non sentivo i miei colpi», si è scusato. «Dico sempre che devo concentrarmi su me stesso, ma ero più preoccupato del suo livello di gioco che di ciò che avrei dovuto fare. E questo è il miglior modo per perdere». Che volete che vi dica… Che Alcaraz manca ancora di maturità? Lui che ha vinto uno Slam più di Sinner e ha infinite risorse tecniche? Oppure che non ha trovato ancora la continuità che serve? Mi sembra chiaro. Ma continuità e maturità non fanno solo rima, sono l`una parte dell`altra. E il giovane Carlitos, che ha due anni in meno di Jannik, e due anche di Draper, deve mettersi un po` di fretta per sciogliere il nodo, o i diversi nodi, che lo soffocano nei suoi progetti di riconquista. Del primato in classifica. Delle vittorie nei tornei importanti. L’ultima è stata a Wimbledon, ed è quasi un anno fa. I successi di Pechino (2024) e Rotterdam (2025) sono stati utili a lenire le angosce del momento, forse, ma non hanno riacceso la miccia. Ama vivere sul bordo del vulcano, convinto che non esista caldera, colata, coni piroclastici, fumarole o geyser che uno con le sue qualità non possa sfidare, gestire o disinnescare. Ma dubbi, incertezze, tentennamenti, irresolutezza, sono guasti diversi e più pericolosi. Scavano dentro, s`incistano e diventano difficili da rimuovere. Sinner vince stando a guardare. Il dominio che ha imposto nuoce a chi dovrebbe rincorrerlo, più che ai concorrenti lontani. È fatto di determinazione, di scelte giuste, di controllo estremo delle situazioni in qualunque modo esse si presentino, è come una calotta sulle teste degli inseguitori, o peggio, una camicia di forza. Zverev e Alcaraz per sfruttare i due mesi scarsi che restano della squalifica di Sinner, dovrebbero vincere tutti i tornei, da qui a Madrid. […]
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Autor: Alessia Gentile