Sinner, la rincorsa senza fine (Daniele Azzolini, Tuttosport)
Il tennis, si sente dire, è una strada irta di ostacoli, che si allunga proponendone sempre di nuovi. Così va uno sport alla continua (e dichiarata) ricerca di certezze, che non manca però di ammonire i suoi interpreti sull’inutilità di tali sforzi, perché nel tempo altri dubbi prenderanno forma. La strada verso Torino per esempio ripropone domande alle quali si pensava di aver già risposto. Chi è il vero numero uno? La classifica dice Alcaraz, prima diceva Sinner, ma quando comandava l’italiano mi sforzavo di presentare lo spagnolo come un tennista talmente vicino al primo in classifica da rappresentare una sorta di numero uno e mezzo… E non è così anche oggi? Alcaraz è stato inferiore a Sinner in termini lampanti a Wimbledon, quando non riuscì a replicare alla veemenza dei colpi dell’italiano. Ha siglato il sorpasso agli US Open, ribaltando le certezze che Sinner aveva acquisito ai Championships con un tennis tutto di prima intenzione, naturale nei gesti eppure esasperato nelle velocità prodotte. Ma la situazione sembra di nuovo cambiata: Jannik ha preso Carlos a pallate a Riad, con un tennis che quando assume piena forma appare in grado di tenere a bada tutte le sortite dello spagnolo, non importa se di prima o di seconda intenzione. Poi ha vinto a Vienna, ribadendo (ma senza la continuità mostrata in Arabia) quel tennis a raffica che spinge gli avversari a ripararsi, prima ancora che a reagire. E dite, non vi sembra che queste ultime settimane abbiano avvicinato i due al punto che Sinner potrebbe essere considerato, lui questa volta, un numero uno e qualcosa, più che un numero due? Non è un caso che la classifica di questa settimana (parlo della “Live”, non della “Race”) assegni a JS una possibilità quasi insospettabile appena un mese fa. Alcaraz 11.250, Sinner 10.510, i due sono distanti 740 punti. Una vittoria di Jannik […] a fronte di una caduta di Carlos prima della semifinale a Parigi darebbe modo all’italiano di tornare al primo posto (domani l’esordio con Bergs). Per poco, una settimana appena, la 66ª da leader. Con l’inizio delle Finals a Sinner verranno sottratti i 1500 punti realizzati l’anno scorso (5 vittorie, nessuna sconfitta), mentre Alcaraz ne perderà solo 200 (una vittoria nel round robin). Torino aprirà di nuovo i giochi, ma Alcaraz è nettamente favorito per la leadership di fine anno. […] Altre domande si fanno avanti, in questa vigilia della volata conclusiva della stagione. Alcune estemporanee, altre più centrate… C’è Zverev che pare abbia salutato Sinner a Vienna con un amabile «sono due anni ormai che rompi le palle» che, capirete, è frase ambigua assai e forse merita di essere ascoltata, più che scritta, per capire il tono in cui è stata pronunciata. I due se la ridevano, forse la risposta è tutta lì. Poi c’è la corsa alle Finals, che per noi conta non poco, vista la possibilità di avere in gara a Torino due singolaristi e un doppio. Situazione complicata dai 1250 punti ancora in palio, 1000 a Parigi e 250 ad Anversa o Metz. Musetti è l’ottavo, insidiato da Auger-Aliassime, Ruud e Medvedev. La cosa strana è che anche il quinto, Fritz, è insidiato da almeno due degli stessi inseguitori. Il fatto è che tra Musetti e Fritz, passando per Shelton (sesto) e De Minaur (settimo), ci sono 160 punti, mentre fra lo stesso Musetti e chi insegue ce ne sono assai di più: 480 con il canadese, 850 con il norvegese, 1.015 con il russo. La situazione obbliga Musetti a darci dentro anche a Parigi. Al termine di una lunga stagione, e con il secondo figlio in arrivo, capisco pure i suoi affanni, ma la classifica è invitante, e tra Parigi e Torino c’è la possibilità di scavalcare Fritz e chiudere magari al quinto posto. Hai visto mai?
Musetti alle finals dipende da Aliassime e Ruud (Claudio Lenzi, La Gazzetta dello Sport)
Ormai è quasi fatta. Per vedere Lorenzo Musetti alle Atp Finals di Torino – e di conseguenza due tennisti italiani qualificati come mai successo prima – potrebbe bastare la possibile sfida tra il canadese Auger-Aliassime e il norvegese Ruud negli ottavi del Masters 1000 di Parigi. Escluso uno dei due diretti inseguitori, l’altro incapperebbe con ogni probabilità in un quarto di finale con Alcaraz che sa tanto di fine corsa. A quel punto – paradossalmente – l’azzurro avrebbe soltanto da abbracciare l’aritmetica qualificazione. Il verdetto, dunque, si avrà a Parigi. Quattro giocatori sono già certi di un posto alle Finals: Carlos Alcaraz, Jannik Sinner, Zverev e Novak Djokovic (sempre che partecipi), e quattro sono quelli da definire, con Taylor Fritz, Ben Shelton, Alex de Minaur e Musetti a un passo dal centrare l’obiettivo. Questi, come anche i più immediati inseguitori (Auger-Aliassime e Ruud), sono tutti al via dell’ultimo “1000” della stagione, ma solo gli ultimi due hanno l’obbligo di arrivare almeno in semifinale per sperare in un sorpasso all’ultima curva. Come detto, sarà molto complicato. Anche perché Musetti non è tipo che resta a guardare e domani farà di tutto per far suo il match d’esordio contro Sonego, l’altro “Lorenzo” azzurro, ieri convincente e vittorioso sullo statunitense Korda. Un solo precedente tra i due a favore del toscano, a Vienna nel 2024 (6-3 6-2), mentre a dividerli c’è anche il tifo calcistico (Musetti è juventino, Sonego tifoso del Torino). Concluse le fatiche della stagione Atp, i due azzurri saranno poi impegnati con il capitano Filippo Volandri nella difesa della Coppa Davis a Bologna. Prima, però, Parigi, dove Musetti, oltre a Sonego, ha sulla sua strada il russo Medvedev, il tedesco Zverev e potenzialmente anche il derby con Sinner, in un’eventuale semifinale. E se Cobolli, vincente all’esordio sul ceco Machac, dovesse sgambettare lo statunitense Shelton, allora per l’allievo di Simone Tartarini si aprirebbe addirittura la possibilità di guadagnare posizioni nella Race to Turin.
Super Cobolli. Sonego da urlo si regala Musetti (Roberto Bertellino, Tuttosport)
È scattata la nuova versione del Masters 1000 di Parigi, spostata dall’impianto di Parigi Bercy a quello della Défense Arena. Subito in campo nella prima giornata di main draw tre azzurri, nell’ordine Flavio Cobolli, Luciano Darderi e Lorenzo Sonego. Cobolli, galvanizzato dalla prestazione di Vienna offerta contro Jannik Sinner, ha superato per la seconda volta in sette giorni il ceco Tomas Machac. L’azzurro, preconvocato in Davis Cup per le Finals di Bologna, ha vinto 6-1 6-4 in meno di un’ora di gioco. Spettacolare il suo primo set, durato 20 minuti e costellato da vincenti, con il rivale letteralmente aggredito da ogni sezione del campo e spesso “costretto” all’applauso quasi di accondiscendenza. Nella seconda parte di match Machac ha provato ad arginare l’esuberanza del tennista romano, nell’ultima classifica n. 23 Atp, ma è riuscito a farlo solo a tratti. Cobolli ha servito con intensità e ha piazzato il colpo del ko nella fase finale della contesa: «Sono contentissimo della prestazione – ha detto a commento dell’impresa di giornata –; giocare con Machac non è mai facile. Ho preparato al meglio la partita, sto lavorando tanto sul servizio e credo si sia visto. Mi sento più fresco ora che a inizio anno, sono in ottime condizioni fisiche. La partita con Sinner mi ha dato prova che sto bene, che ci sono ancora e posso dire la mia». Al secondo turno Cobolli troverà oggi l’americano Ben Shelton, n. 5 del seeding e in piena corsa per le Atp Finals di Torino, contro il quale i precedenti dicono 2-2. Attualmente lo statunitense è sesto nella “Race to Turin”, che qualifica i migliori otto al grande appuntamento, ma deve guardarsi da De Minaur e Lorenzo Musetti. Proprio Musetti, semifinalista a Vienna, ha scoperto il nome del suo avversario di secondo turno: sarà l’amico e quest’anno in alcune occasioni anche compagno di doppio Lorenzo Sonego. Anche per il torinese è stata quella parigina una “prima” 2025 vincente e non contro un giocatore banale, l’ex n. 15 del mondo e figlio d’arte Sebastian Korda, sceso alla poltrona mondiale n. 54 e proveniente dalle qualificazioni. Sonego ha giocato un gran primo set, sempre in spinta e sigillato con un netto 6-2 maturato in 33 minuti con due break. Nel secondo ha bissato con un 6-3. […] Il carrarino è in fiducia: «Sto bene ed essere tra le prime otto teste di serie mi consente di avere qualche giorno in più di riposo e prepararmi al meglio. La mia stagione è stata molto positiva, la migliore di gran lunga fino a qui. Le Atp Finals a Torino sarebbero la ciliegina sulla torta». […] Nulla da fare ieri per Luciano Darderi, fermato in due set, entrambi terminati al tie-break, dal francese Cazaux, in tabellone con una wild card. […] Partita importante quella che sono chiamati a giocare in doppio Vavassori e Bolelli, in piena dirittura verso Torino, contro il tandem Gonzalez (Mes)/Pel (Ola).
Ha gia’ superato 50 milioni di dollari E’ il 7° nella storia a entrare nel club (Marco Iaria, La Gazzetta dello Sport)
Jannik Sinner è diventato l’uomo da 50 milioni di dollari. Con la vittoria a Vienna non ha solo conquistato 500 punti utili per la rincorsa al numero 1, ma ha pure incamerato 512 mila euro (ricordiamolo, al lordo delle tasse che vengono trattenute nel Paese dove si gioca il torneo). Il conteggio ufficiale dell’Atp, espresso nella valuta statunitense, segna un traguardo storico per l’italiano: i suoi premi in carriera sono pari a 50.460.897 dollari. Jannik è il settimo giocatore a entrare nel “club dei 50”. Sul podio, manco a dirlo, ci sono i Big Three: Djokovic al comando con 191,1 milioni di dollari, poi Nadal a 134,9 e Federer a 130,6. Quarto è Murray (64,7). Ecco, quindi, i giocatori in attività: Zverev, appena battuto da Sinner in Austria, con 55,7 milioni, e Alcaraz, a quota 54,7. Lo spagnolo ha abbattuto il muro dei 50 a settembre, trionfando agli Us Open. Jannik, rimasto fermo tre mesi quest’anno, lo tallona al settimo posto, davanti a Medvedev (48), Sampras (43,3) e Wawrinka (37,8). Da notare come nella top ten resista ancora un mito degli anni Novanta, quando i prize money erano molto meno ricchi. Basti pensare che Sampras, vincendo il suo ultimo Us Open nel 2002, si portò a casa 900mila dollari; ventitré anni dopo Alcaraz ha intascato 5 milioni, il premio più alto mai messo in palio a Flushing Meadows. Questi, beninteso, sono soltanto i premi vinti nei tornei. Da alcuni anni l’Atp li integra con ulteriori pagamenti, proporzionali ai rendimenti sul campo. C’è il bonus pool, cioè un premio ulteriore in base ai risultati nei Masters 1000 e nei 500. In carriera Sinner ha incassato quasi 5 milioni da questa voce: 2,1 nel 2023 (1,8 dai 1000 e 0,3 dai 500) e 2,8 nel 2024 (2,5 dai 1000 e 0,3 dai 500). Per quest’anno niente bonus pool per lui, non avendo giocato il numero minimo di tornei. Il tour professionistico distribuisce ai giocatori anche una percentuale dei profitti generati dai Masters 1000: a Sinner sono arrivati 300mila euro per il 2022, 400mila per il 2023 e 1,3 milioni per il 2024. Jannik, quindi, ha ricevuto complessivamente 57,5 milioni di dollari dall’Atp. Le entrate di un top player come Sinner non si limitano ai premi ufficiali. Il suo appeal commerciale lo porta a incassare dagli sponsor circa 34 milioni di euro a stagione, in base alle stime di ChainOn, a cui aggiungere le componenti variabili come i bonus e le royalties (vanno forte i prodotti con il logo personale a forma di volpe). Poi ci sono le esibizioni: Jannik ha conquistato il Six Kings Slam a Riad, nel 2024 e nel 2025, guadagnando in totale 12 milioni di dollari (circa 10 milioni di euro). Infine, il numero 2 del mondo può contare sugli ingaggi nei tornei minori del circuito. In base al regolamento dell’Atp, gli organizzatori dei 250 e dei 500 possono offrire compensi ai giocatori, le cosiddette “promotional fee”. Proprio a Vienna Sinner ha ricevuto un gettone extra di circa 1 milione di euro. «La sua partecipazione costa molti soldi, la vedo come un investimento», aveva detto alla vigilia il direttore Herwig Straka. L’ultima edizione di Vienna, grazie alla presenza di Jannik, ha superato per la prima volta gli 80mila spettatori: la spesa è stata ampiamente ripagata.
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