Rassegna stampa – Sinner buon debutto, Musetti subito fuori, Cocciaretto batte Pegula

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Sinner, semaforo verde (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Il primo passo è fatto. Forse il più difficile, perché sull`erba di Wimbledon si può scivolare, soprattutto se ti porti nella testa troppi pensieri. Jannik Sinner ha liquidato in tre set Luca Nardi e vede all`orizzonte l`australiano Aleksandar Vukic, avversario domani al secondo turno: «Gioca bene e non avrà nulla da perdere, è un fattore che per me rappresenta sempre una difficoltà in più», commenta il numero 1. Nessun tentennamento ieri, forse un po` di fatica nel primo set, anche perché tra lui e il pesarese c`è un buon rapporto e affrontare un connazionale «non è mai facile». Lo dice lui, anche se i numeri, 15 derby su 15 vinti sul circuito principale, farebbero pensare il contrario: «I match di primo turno in uno Slam sono sempre complicati: sono molto contento di come ho chiuso la partita. Peccato che fosse un derby, non un sorteggio fortunato per il tennis italiano. Conosco Luca come persona, ma per un paio di ore ho cercato di tenere l`amicizia lontana dal campo. È andata bene, sono felice di essere tornato in un luogo speciale come questo». Dove è stato accolto bene, nonostante la solita puntura di chi vuole tirare fuori ancora una volta la squalifica per doping: «No, non ho avuto nessun problema con l`accoglienza delle persone. […] Credo si sia capito che è stato un errore, che sono un atleta pulito. È il passato». Come la finale di Parigi, che in qualche modo gli è stata utile per scoprire un`altra parte di sé: «Come persona, so quanto sia importante il tennis per me e per la mia vita. Mi ha insegnato tantissime cose. So anche, però, che la vita fuori dal tennis è più importante. Sapete, l`ultimo mese è stato difficile, ma bellissimo. Sono successe molte cose, e non avrei mai pensato di giocare una finale del Grande Slam in quel modo. Ora sono qui. Sono qui per dimostrare di essere in grado di giocare molto bene anche sull`erba. L`ho dimostrato l`anno scorso, e sento di essere migliorato molto su questa superficie, quindi vedremo cosa potrò fare». Come dall`inizio della carriera, la parola «lavoro» è quella che più spesso viene pescata dal suo vocabolario. […] E infatti anche questa settimana, nonostante lo stress della rottura con Marco Panichi e Ulises Badio, Jannik ha lavorato durissimo, anche nelle ore più calde della giornata per abituarsi all`afa londinese. Cahill ha applaudito il suo atteggiamento, sempre teso ad alzare l`asticella, a fare qualcosa in più. Con il coach australiano ha concentrato molte attenzioni sul servizio dopo l`uscita di scena ad Halle e nella settimana di avvicinamento all`esordio. Le percentuali continuano a non essere troppo soddisfacenti, anche ieri sotto il 60 per cento: «Il servizio è anche molto mentale. Non basta tirare tutte le palle, puoi lavorare sulla rotazione e il ritmo. Il servizio per il mio gioco fa tanto, perché quando servo bene poi sto meglio anche in risposta, con più fiducia. Ci stiamo lavorando. Tanto. Nelle ultime due settimane abbiamo fatto tanto su questo. Sono abbastanza soddisfatto di come ho servito. Per le prime due ore avevo il sole in faccia e non era facile, bisognava cambiare il lancio. Alla fine non credo sia un punto debole del mio gioco. Magari oggi è il servizio e domani la risposta. Certo, mi piacerebbe servire al 75%, sarebbe meglio… Però non funziona così».

Sinner: vi farò vedere chi sono (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)

Se l`estro e la sregolatezza di Fabio Fognini hanno costretto Carlos Alcaraz al quinto set, il talento naturale di Luca Nardi non è riuscito a sortire lo stesso effetto su Jannik Sinner. Il derby azzurro è andato al numero 1 del mondo, che in un`ora e 48 minuti ha archiviato il suo esordio in questa edizione di Wimbledon con il punteggio di 6-4 6-3 6-0. Le indiscusse e ancora inesplorate qualità tecniche del pesarese si muovono su binari troppo regolari, e sull`erba manca quella fantasia che avrebbe potuto mettere in difficoltà l`altoatesino. Dal canto suo, Jannik ha preso gradualmente le misure, assicurandosi senza troppi patemi l`accesso al secondo turno, dove domani affronterà l`australiano Aleksandar Vukic, numero 93 del ranking Atp. «Giocare contro un italiano è sempre una sfortuna, perché solo uno dei due può andare avanti, ma sono contento di essere io – le parole di Sinner, che ha poi parlato del suo ritorno a Wimbledon dopo le finali di Parigi e Halle – Quando sei qui pensi solo a questo torneo. È normale che io ripensi ogni tanto al Roland Garros, ma non è che ci sbatto troppo la testa. È stata una partita eccezionale, anche se è finita come sappiamo. Questa settimana voglio dimostrare prima di tutto a me stesso di essermi lasciato alle spalle quella sconfitta». […] Jannik ha firmato un buon esordio sul Campo 1, in una giornata dove l`unico match maschile del Centrale è stato quello di Novak Djokovic. In una partita chiusa senza concedere palle break e di fatto decisa dai break a cavallo tra la fine del primo e l`inizio del secondo set, uno dei temi emersi a fine incontro è stato il rendimento al servizio. Quando piazza la prima palla è letale: ha vinto 29 dei 32 punti giocati così. Ma il 58% complessivo di prime in campo resta insoddisfacente per molti, soprattutto alla luce delle difficoltà emerse a Parigi. Sinner ci sta lavorando, anche se, a onor del vero, spesso riesce comunque a trovare punti diretti nei momenti importanti: «Alcune cose si migliorano in allenamento. Poi il servizio ha anche una componente mentale. Non devi tirare tutte le palle al massimo, ma trovare rotazioni e ritmo. Nell`ultima settimana ci abbiamo lavorato tanto e ho avuto buone sensazioni in questa partita. Nella prima ora e mezza con il sole in faccia ho cambiato un po` il lancio di palla. Se è un punto debole? Dipende da come la vediamo. È chiaro che se servissi al 75% sarebbe meglio». […]

In versione essenziale, senza ricami o pause (Daniele Azzolini, Tuttosport)

«Siamo gente di montagna», è la frase nella quale un composto Jannik Sinner ripiega la sua giornata a spasso sull`erba, rapida nell`assicurargli la promozione che andava cercando, ma intrisa di pensieri. Resterà lì, bella stirata, come una camicia da mettere in valigia, finché non sarà il momento di riutilizzarla. Cosa che succederà prima o poi perché è la frase cui il numero uno attribuisce la più ampia dotazione del suo credo, cioè del suo modo di essere e di fare, di sentire, e di darsi obiettivi. Un montanaro sulla vetta del tennis… In fondo, ci sta, nessuno potrebbe argomentare il contrario. E un montanaro sull`erba? Bè, dovrebbe sentirsi a casa sua, no? Magari un`erba, quella delle sue parti, meno “a modino” di questa, che è compatta e ben tagliata, ma lui – ammettiamolo – non è per le cose troppo arruffate, dunque è probabile preferisca quella dei Championships, che Ilie Nastase definì «buona per le mucche, più che per i tennisti». E le mucche non fanno parte integrante dei paesaggi alpini di Jannik? Ma è giorno di pensieri profondi, dicevo, e Sinner è in vena di piazzarli come cartelli luminosi lungo la strada della sua riscossa. «Gente di montagna che quando lavora, lavora», rifinisce il suo pensiero Jannik sul primo cartello. Ecco il secondo: «Dopo, ma solo dopo, c`è tempo per tutto il resto». Poi quello dedicato ai genitori, che non manca mai… «Ho visto i miei impegnati per giornate intere al ristorante, eppure quando tornavano a casa riuscivano a farci sentire il loro affetto, magari avevano mille problemi ma per me e mio fratello c`erano sempre». Infine il cartello conclusivo: «Lavoro, lavoro, lavoro… La strada è quella, non ci sono scorciatoie, se vuoi arrivare in cima sai che cosa devi fare». C`entra qualcosa il derby con Nardi? Non credo. Luca è di Pesaro, dunque i suoi sono gente di mare. Meglio i montanari dei marinai? Si aprirebbe un dibattito infinito, in un Paese disegnato dai monti e dalle acque, ma certo non era quella l`intenzione di Sinner al termine di un match che non l`ha visto mai in pericolo e ha chiuso in crescendo, senza concedere più nulla all`amico. «Ci conosciamo bene, ovvio, ma per due ore ho dovuto mettere da parte l`amicizia», ha chiosato Jannik. Quindicesima vittoria consecutiva in un derby, la ventiquattresima sui ventisei giocati nel circuito ATP dal 2018 a oggi. […] Eppure, c`era di più nelle dichiarazioni-manifesto di Sinner, lasciatemelo dire. C`era come una voglia di tornare a parlare di qualcosa che conosce, argomenti sui quali è convinto che tutti lo possano capire. Un modo per allontanare la conferenza stampa un po` arruffata, forse poco preparata, dell`altro giorno, quasi tutta orientata sul caso Panichi-Badio? Di sicuro in quell’occasione Sinner non riuscì a essere granché incisivo, e la sua spiegazione del perché i due del Team siano stati allontanati non è risultata davvero brillante. Così ha invitato tutti a tornare su argomenti che sente di più, che gli sono propri. Ha aggiunto una battuta su Alex Vukic, australiano, uno che tira sassate di servizio e pratica un tennis difficilmente prevedibile. «Serve benissimo, e contro di me non avrà nulla da perdere. Ma io voglio giocare il mio tennis e proseguire sulla strada che ho definito». […]

Musetti subito eliminato (Davide Chinellato, La Gazzetta dello Sport)

Cosi fa male. Lorenzo Musetti aveva altre aspettative per il suo Wimbledon da numero 7 del mondo. Era la sua prima partita sull`erba in stagione, la prima dalla semifinale del Roland Garros abbandonata contro Alcaraz per una lesione di primo grado all’adduttore sinistro. Perdere dal georgiano Nikoloz Basilashvili in due ore e 25` al primo turno è comunque meno di quanto Lorenzo si aspettasse, un ko che inserisce il 23enne azzurro nella categoria di chi nello Slam sull`erba quest`anno ha fatto flop. Come Alexander Zverev, numero 3 del mondo clamorosamente fatto fuori da Rinderknech in una maratona cominciata lunedì e finita ieri. E come Alexander Bublik, il re di Halle, in un cammino che ha incluso la vittoria su Jannik Sinner, ma che sull`erba di Wimbledon si è arreso subito allo spagnolo Munar. Con loro, a casa dopo il primo turno ci sono già 13 teste di serie su 32. «In campo ero uno zombie – ha ammesso Musetti – e anche se fossi riuscito a vincere questa partita non vedo come, con questa forma fisica, sarei potuto andare avanti più di tanto». Semifinalista lo scorso anno, l`azzurro aveva fatto tanto per recuperare dopo Parigi, presentandosi a Wimbledon clinicamente guarito anche se senza partite su erba. Venerdì un`altra complicazione: un virus intestinale. «La prima parte della settimana era andata anche bene, poi ho avuto quel problema: questo senso di affaticamento, di spossatezza, me lo sono portato in campo. E fa abbastanza male». […] Zverev ripete spesso che la gente si dimentica che lui è il numero 3 del mondo, ma stavolta se l`è dimenticato lui. Rinderknech, numero 72, l`ha steso dopo una maratona, prendendosi la seconda vittoria in carriera contro un top ten dopo aver sorpreso al Queens il n.10 Shelton. Il tedesco, ko al primo turno di uno Slam per la quinta volta in carriera, non è mai nemmeno andato vicino al suo livello migliore, nonostante arrivasse a Wimbledon reduce dalla finale di Stoccarda e dalla semifinale di Halle. […]

Musetti: Ero uno zombie (Antonio Sepe, Corriere dello Sport)

Col senno di poi, si può dire che Lorenzo Musetti non fosse pronto per giocare Wimbledon. Fermo per infortunio dalla semifinale del Roland Garros contro Alcaraz, quando si era ritirato nel quarto set, ha fatto di tutto per rientrare in tempo per lo Slam londinese ma è uscito di scena già al primo turno. A sconfiggerlo è stato il georgiano Basilashvili, proveniente dalle qualificazioni, con il punteggio di 6-2 4-6 7-5 6-1. «Ero uno zombie in campo» ha raccontato Musetti, lontano dalla sua miglior condizione. Oltre al fastidio all`adduttore, in questi giorni ha anche dovuto fare i conti con un virus intestinale: «Mi sono sentito svuotato e questo senso di stanchezza me lo sono portato». Dopo una partenza a rilento che gli è costata il primo set, Musetti è riuscito a reagire e a ristabilire la parità. Lo ha fatto approfittando di un passaggio a vuoto dell`avversario, ottenendo il break decisivo nel settimo game e arrivando a vincere 13 punti di fila. I suoi colpi però erano poco incisivi e il pallino del gioco ce l`aveva sempre in mano Basilashvili. L’avvio di terzo set è stato equilibrato, ma il match è girato definitivamente nel nono game, in cui Lorenzo ha avuto una chance per andare a servire per il set e non l`ha sfruttata: da lì si è spento. Nel game seguente ha dovuto fronteggiare due set point, venendo graziato da Basilashvili, che ha messo in corridoio un comodo dritto. La situazione però si è ripetuta nel dodicesimo gioco e alla quarta chance il georgiano ha chiuso. Sotto 2 set a 1, Musetti non aveva più energie mentali e ha gettato la spugna. ‹[…] Malgrado le attenuanti, per il carrarino resta un po` d`amarezza in virtù della prematura sconfitta. Specialmente in un torneo in cui dodici mesi fa si era esaltato, spingendosi fino in semifinale. […]

Che…Musata! Ma c’è Sonego (Roberto Bertellino, Tuttosport)

Buone le prime per Lorenzo Sonego e Flavio Cobolli a Wimbledon. Il torinese, che nel torneo londinese ha raggiunto al massimo gli ottavi, ha sconfitto senza titubanze, in un`ora e 43 minuti, il portoghese 21enne Jaime Faria, qualificato e n° 116 ATP. Cobolli ha messo invece nell`angolo il kazako Beibit Zhukayev, qualificato, imponendosi in tre set e facendo la differenza nel tie-break del secondo, che ha di fatto chiuso il confronto: «La partita – ha dichiarato Cobolli – è stata abbastanza buona. Contro un avversario imprevedibile, il suo livello forse non è stato il migliore ma io sono stato solido e concreto. Ho servito molto bene, cosa che mi ha aiutato molto. Sono contento di stare qui, è un torneo speciale, mi dà tanta gioia. Sull`erba si gioca poco e vedere i progressi che ho fatto tra junior e slam major è molto bello». Poi un aneddoto sulla casa londinese: «Ho preso una “sòla” con la casa. Ho avuto una brutta esperienza nel dormire. Mi sono svegliato a mezzanotte dal caldo e mi sono messo sul divano, che era di pelle, fresco. Solo che ogni 20 minuti dovevo cambiare posizione. Allora a un certo punto mi sono messo 5 minuti nel frigo. Lo aprivo, mi rinfrescavo un po` lì davanti. Quindi ho dormito solo 2 o 3 ore. Non c`è l`aria condizionata. L`anno prossimo non torniamo più». Sonego ha concesso solo due palle break al rivale nell`intero match e non ha mai perso la battuta. Ottime le percentuali al servizio, così il 79% dei punti conquistati quando ha messo a segno la prima palla: 35 in totale i suoi colpi vincenti, con solo 12 gratuiti. Sonego troverà ora il georgiano Nikoloz Basilashvili (2-1 i precedenti per l`italiano), che ha piegato in quattro set Lorenzo Musetti […]. Basilashvili, ex numero 16 ATP, ha dalla sua la potenza e l`esperienza. Contro Musetti ha giocato bene nel momento più delicato. Il carrarino, fermo da circa un mese (semifinale del Roland Garros), ha dovuto combattere anche con un virus intestinale: «Mi spiace – ha detto – non essere riuscito a prepararmi bene, mi sono sentito male a causa un virus intestinale la settimana scorsa, e il senso di affaticamento e spossatezza me lo sono portato dietro». […] La svolta del match è stata la sconfitta nel terzo set: «Mi è un po` crollato il mondo addosso, mi sembrava di essere uno zombie in campo». […]

Magia Cocciaretto, eliminata la n. 3: “Grazie Goggia” (Davide Chinellato, La Gazzetta dello Sport)

«E’ una partita, una semplice partita». Elisabetta Cocciaretto è intelligente abbastanza per sapere come funziona nel tennis: un giorno batti la numero 3 del mondo al primo turno di Wimbledon e il giorno dopo torni la numero 116 e devi guadagnarti un posto nei tornei migliori. Ma quella “semplice partita” è anche un`impresa, un 6-2 6-3 in 58 minuti a Jessica Pegula, che la 24enne azzurra considera un modello. Come Sofia Goggia, l`inattesa voce che con i suoi consigli le ha spiegato come costruire questa partita monumentale. Quello tra la regina azzurra dello sci e la tennista è un rapporto nato grazie a uno sponsor comune e sfociato in una chiacchierata alla vigilia del ritorno della 24enne a Wimbledon dopo averlo saltato per polmonite un anno fa. «Pensavo fosse una persona incredibile, ma dopo quello che ci siamo dette la mia stima è tre volte più alta – Ha detto Elisabetta di Sofia -. Mi ha dedicato un`ora del suo tempo senza essere obbligata, dimostrando altruismo, sincerità e trasparenza». Il consiglio è stato semplice: pensare prima di tutto a sé stessa, guardare gli altri per capire cosa fanno bene ma rimanere sempre concentrati su quello che c`è da fare per diventare grandi. «Mi ha fatto riflettere, tante volte ho guardato troppo dall`altra parte della rete invece di concentrarmi su quello che dovevo fare io». Nella testa di Elisabetta stavolta invece c`era solo una cosa: il suo tennis, come tornare ad appartenere a quel club della meglio gioventù azzurra, quella dei Sinner […] e dei Musetti, con cui è cresciuta. Nell’ora scarsa di gioco sul campo 2, sotto il sole di un infuocato mezzogiorno di Londra, Elisabetta ha guardato se stessa, ha tirato fuori i suoi colpi migliori, ha mostrato perché su quell’erba scoperta al centro federale di Tirrenia qualche anno fa si sente così a proprio agio, libera, determinata come quando affonda in uno dei suoi tomi di giurisprudenza che ha sfogliato anche mentre prendeva fiato e costruiva la sua impresa. «Jessica é un punto di riferimento per me, ha sempre equilibrio e un comportamento top. Ma stavolta non guardavo di là volevo giocare per me, per migliorarmi». Si è migliorata abbastanza da mettere sotto la numero 3 del mondo, ricordando che «il viaggio nel tennis è lungo, ci sono tanti alti e bassi e devi adattarti» e poi scusandosi per la troppa filosofia. […] Giornata da dimenticare per il tennis americano: a fine serata esce pure la Gauff, n.2 al mondo e fresca vincitrice del Roland Garros […]

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Autor: Alessia Gentile