Sinner botta e risposta (Marco Iaria, La Gazzetta dello Sport)
Sul 6-3 5-3 contro Altmaier, Jannik inizia a boccheggiare vistosamente. L’umidità a Shanghai è all’87% e ha già mietuto vittime («non riuscivo a parlare, tremavo, non sapevo dov’ero», l’allucinante racconto di Atmane). Jannik tira fuori dal cilindro una palla corta che lo porta al match point e alla chiusura della pratica senza fastidiose appendici. È il segnale che le sperimentazioni in terra asiatica proseguono, con prevedibili sbavature ma anche con una certa dose di profitto. L’importante è non disperdere troppe energie. Anche perché, dopo aver usufruito di un bye al primo turno e di un giorno in più di riposo per essere arrivato fino in fondo a Pechino, Sinner deve tornare in campo già oggi (attorno alle 14.30 italiane). Gli avversari sono sempre da rispettare, anche quel Griekspoor già battuto sei volte su sei. Ma il vero avversario, almeno in questa fase iniziale del Masters 1000 cinese, è il clima estremo. Contro Altmaier Ieri l’altoatesino si è opportunamente infilato nei pertugi lasciati aperti dal tedesco numero 49 Atp che due anni fa, al Roland Garros, aveva fatto sua una maratona da cinque ore e mezza in cui Jannik aveva sciupato due match point. Questo, si sa, è tutto un altro Sinner: nella valigetta ci sono 4 Slam vinti e 65 settimane al vertice della classifica. E le velleità di Altmaier, pur col suo bel rovescio a una mano, sono ben presto crollate. Jannik si è preso il primo break nel terzo game, con una risposta sulla riga, e ha superato il momento più difficile della giornata sul 4-3, annullando le uniche due palle break dell’incontro. Poi è andato via di slancio. Cinque giochi consecutivi a indirizzare l’esito. Nell’unica occasione in cui Altmaier si è spinto ai vantaggi in risposta, Sinner lo ha fulminato con uno schiaffo al volo di dritto: doppio 6-3 in un’ora e 38 minuti, il tempo di gioco accettabile per non finire in apnea. «È stato più difficile di quanto sembrerebbe dal punteggio, ma sapevo che sarebbe stato un match duro. Non ho avuto molto tempo per adattarmi qui. Le condizioni sono diverse rispetto a Pechino: è molto più umido, lo senti di più fisicamente», le parole pronunciate dal numero 2 a fine partita. […] Senza Alcaraz, tornato in Spagna per curare la caviglia, Sinner può avvicinarsi ulteriormente al numero 1: in caso di bis a Shanghai, rosicchierebbe altri 200 punti al rivale riducendo il distacco a 390 punti e gettando le basi per il sorpasso, che potrebbe concretizzarsi con il titolo a Vienna. Vuole chiudere l’anno alla grande, sebbene sia difficilissimo ripetere il memorabile filotto del 2024 (Shanghai-Atp Finals-Davis). Di certo Jannik non bada troppo alle polemiche dei rivali. Alexander Zverev, che pur essendo terzo si ritrova più vicino al n.50 Giron che al n.2 Sinner per punti conquistati, ha trovato un nuovo argomento di cui lamentarsi. Mesi fa erano le palline, ora è la superficie dei campi. «Detesto quando sono tutte uguali. Penso che i direttori dei tornei stiano andando in quella direzione perché vogliono che Jannik e Carlos vadano bene in ogni torneo. Sono nel circuito da 11-12 anni e abbiamo sempre avuto superfici diverse. Oggi, invece, puoi giocare quasi allo stesso modo su ogni superficie. Penso che il tennis abbia bisogno di stili di gioco diversi, e credo che al momento questo ci manchi». […] Detto che il livello espresso dai primi due della classe appare nettamente superiore alla concorrenza, al di là delle superfici e delle palline, Jannik ha risposto alla sua maniera: «Non siamo io e Carlos a fare i campi. Non è una nostra decisione. Cerchiamo di adattarci in ogni situazione. Sento che comunque ogni settimana la superficie è un po’ diversa. Ho giocato dell’ottimo tennis anche quando i campi erano più veloci. Ma non sono io a fare i campi, cerco solo di giocare il miglior tennis possibile». Amen.
Sinner alla ricerca della perfezione come Nadal e Nole (Paolo Bertolucci, La Gazzetta dello Sport)
Riparte da Shanghai il viaggio di Jannik Sinner per confermarsi vincitore del più importante torneo asiatico. Tappa essenziale per accorciare la forbice in termini di punti che lo separano da Carlos Alcaraz e proseguire la corsa per provare a riprendersi il trono mondiale. Ormai tutti i suoi gesti, i movimenti, addirittura i suoi sguardi finiscono per essere vivisezionati nella ricerca di immettere, togliere, montare ad arte o semplicemente inventare qualcosa di nuovo o di diverso. È una sorta di caccia al tesoro. In verità, la strada intrapresa da Jannik ricalca la ricerca della perfezione, già vista in passato con Nadal e Djokovic alla sua età. Consolidato e per certi versi anche spremuto a dovere il proprio tennis di base, i maniaci del perfezionismo, e l’italiano fa parte di diritto di questo club molto ristretto, cercano di alzare il proprio livello esplorando zone del campo fin lì poco battute. In quelle aree cambia la prospettiva del rettangolo di gioco. I movimenti sono accelerati, le aperture abbreviate e gli effetti da dare alla palla vengono per forza modificati. Al di là del servizio abbondantemente dissezionato, è interessante verificare la posizione assunta in fase di ribattuta, anche se il giudizio è inficiato dalla qualità del servizio dell’avversario, ma anche qui si possono scorgere pochi, ma significativi accorgimenti. I primi turni, sulla carta meno impegnativi, sono quelli adibiti alla sperimentazione: non vuol dire cambiare o stravolgere il proprio gioco, ma modificare alcuni dettagli a volte invisibili ai più. I cambiamenti apportati negli anni da Nadal e Djokovic sono serviti ad allargarne il bagaglio tecnico e allungare anche la loro carriera e questo accadrà anche per Sinner. È quindi normale che contro Altmaier Jannik abbia provato anche qualche discesa a rete più del solito, qualche back, qualche smorzata: fa parte di quella strada intrapresa per incrementare e migliorare il proprio gioco, non certo per snaturarlo. […]
Nuovo Sinner vecchio stile. Muso lo spia (Daniele Azzolini, Tuttosport)
Le storie del tennis hanno sempre un perché, ma non sempre danno modo di metterlo a fuoco nell`immediato. Anche quelle che appaiono più casuali e seguono un tracciato determinato da fattori contingenti, nei quali è pressoché impossibile scorgere messaggi che riguardino il futuro. È uno sport, il nostro, che ama giocare a nascondino, e pretende pazienza infinita. Prima o poi l`arcano sarà svelato, forse domani, o tra una settimana, oppure tra uno o due anni, chissà. Jannik Sinner e Daniel Altmaier s`incontrarono al secondo turno del Roland Ganos 2023 e ne sorti un match tormentato. Lo vinse il tedesco al quinto set, lo perse Sinner che nel quarto ebbe due match point. Lo ricordo bene perché il confronto non soltanto ribaltò i pronostici, ma anche il finale, consegnando al pubblico un vincitore straziato dalle lacrime e uno sconfitto furibondo per i rimorsi che lo affliggevano ma felice di poter annunciare che da quella sconfitta sarebbe tornato alla ricerca della propria serenità perduta. Aveva 25 anni il tedesco di Kempen (oggi ne ha 27), un paesino della Vestfalia, regione famosa per il trattato di pace che pose fine alla guerra dei trent`anni, e ora che aveva vinto contro uno dei più forti, era lui a non trovare pace. Ne aveva di cose da raccontare, di speranze inseguite e mai raggiunte, di tennis giocato e vissuto in periferia. Bramava per se stesso un mondo più stabile. Sinner al contrario fece esattamente ciò che ha fatto al termine degli ultimi US Open persi contro Alcaraz. Decise di rimettersi al lavoro, e di porre fine alle insicurezze giovanili che lo visitavano di sovente e senza mai annunciarsi. Studiare, soffrire, imparare: ecco il carburante per la sua felicità. Si sono incontrati ieri a Shanghai, e devono essersi ritrovati ben più adulti. Hanno ottenuto entrambi buona parte di ciò che allora volevano. Altmaier è ormai fisso intorno alla 50^ posizione in classifica, oggi al n. 49, best ranking al 47, lontano da quel via vai dentro e fuori i primi 100 che lo fiaccava nell`animo. Sinner, lo sapete, viene da due anni di vittorie, ma ancora insegue. Non solo se stesso e quella imprevedibilità da calare nel proprio tennis, ma anche Alcaraz. Come si vede, non c`erano intenzioni vendicative nel nuovo match tra i due. Si trattava stavolta solo di una sfida di passaggio, verso lidi che riguardano solo Sinner. […] 6-3 il primo set e il secondo, con i break giunti nei giochi iniziali (al 4° game nel 1° set, e al 2° nella frazione successiva) e qualche affondo improvviso del tedesco che Jannik forse aveva dimenticato ma ha saputo subito ricollocare nella giusta dimensione. Il servizio di Altmaier, per esempio, che effettua quasi sempre una curva accentuata e disagevole per chi risponde nelle battute laterali. Sinner ci è caduto una volta, poi ha trovato la posizione giusta per la ribattuta. […] Sugli spalti c`era Lorenzo Musetti, forse incuriosito dalle annunciate novità nel gioco dell`amico. Ma non tutto è visibile. C`è il servizio ritrovato (66% di prime battute con l`88% di punti ottenuti), ci sono le incursioni a rete, sempre più fluide. «Poi c`è il resto», come ha spiegato coach Vagnozzi, «quello che non si vede, e fa parte dei modi per collegare tutto l`insieme delle cose che Sinner deve fare». Musetti ha avuto vita facile con l`argentino Comesana, nel secondo set ha giocato solo lui. I problemi muscolari che l`hanno costretto al ritiro a Pechino sono passati. Ora c`è il derby con un Darderi in crescita (quasi spietato con Bu) e voglioso di una convocazione in Davis […].
Sinner risponde a tutto campo (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)
A Pechino, il doppio olimpionico Sara Errani-Jasmine Paolini supera Hsieh-Ostapenko 6-4 6-0 e si qualifica alla finale di oggi alle 10.30. All`esordio nel 1000 di Shanghai, i gemelli “de noantri” avanzano decisi: il 23enne Lorenzo Musetti, in corsa per le ATP Finals del 9-16 novembre a Torino, domina per 6-4 6-0 l`argentino Comesana, evidenziando nuovi progressi sul duro e il 24enne Jannik Sinner, già qualificato e campione uscente dei Super8, supera per 6-3 6-3 Altmaier, dribblando le condizioni particolarmente umide («ho avuto poco tempo per adattarmi») nel delicato incrocio tecnico e psicologico col tedesco che due anni fa al Roland Garros gli inflisse una delle più cocenti sconfitte. Intanto, in parallelo, l`altro 23enne Luciano Darderi supera il cinese Bu per 6-4 6-4 e si qualifica al derby di terzo turno contro Musetti (precedenti 1-0 per Lorenzo, ma solo in 5 set l`anno scorso sull`erba di Wimbledon). Mentre Sinner troverà già oggi Griekspoor (6-0, un solo set concesso). I dati tecnici smentiscono la sensazione che i campi in terra rossa siano sempre più veloci, avvicinandosi a quelli in cemento che invece sembrano rallentati, come l`erba. ATP e WTA, che gestiscono il circuito pro, per migliorare lo spettacolo, incrementano gli scambi lunghi a discapito del servizio-volée, diminuendo sempre più gli specialisti ed omologando coi campi anche i giocatori? La tesi del complotto contro gli attaccanti puri è sposata dall`ex super battitore Goran Ivanisevic e anche dal Magnifico, Roger Federer: «Nei miei primi anni, c`era più distinzione tra attaccanti e difensori. Ora tutti giocano in maniera piuttosto simile. Cambiando la velocità di campi e palle, i direttori dei tornei hanno reso ogni settimana praticamente identica e il più debole deve tirare colpi straordinari per battere Sinner o Alcaraz. Mentre sulla superficie più rapida, il match si decide su pochi punti e le sorprese sono più probabili. La rivalità fra Jannik e Carlos funziona benissimo e non hanno interesse a metterli in difficoltà». Con in scia l`ex grande promessa Sascha Zverev: «Detesto l`uniformità delle superfici. I tornei stanno andando in quella direzione perché Sinner e Alcaraz vadano sempre bene». Jannik ha risposto ironico al tedesco ancora a caccia del primo urrà Slam: «Io e Carlos non facciamo i campi. Non è una nostra decisione. Cerchiamo di adattarci a ogni situazione. Ogni settimana è un po` diversa. Ho giocato del grande tennis anche su campi più veloci. Cerco solo di giocare il miglior tennis possibile». […]
Musetti, avvio di lusso. Travolge Comesana, ora il derby con Darderi (Massimo Brizzi, La Gazzetta dello Sport)
Derby azzurro doveva essere e derby azzurro sarà. A Shanghai, Lorenzo Musetti e Luciano Darderi non falliscono, rispettano il pronostico e approdano a braccetto al terzo turno del Masters 1000 cinese dove si sfideranno per un posto negli ottavi. Successi in due set per entrambi: 6-4 6-0 in un’ora e 27 per Musetti contro l’argentino Francisco Comesana; un doppio 6-4 per Darderi a regolare il beniamino di casa, il cinese Yunchaokete Bu, in un’ora e 30’. Il loro incrocio, nella parte di tabellone presidiata dal tedesco Alexander Zverev, promuoverà uno dei due azzurri al probabile confronto con il canadese Felix Auger Aliassime, che con un doppio 6-3 si è sbarazzato del cileno Tabilo. Musetti fornisce segnali incoraggianti dopo il bye al primo turno, soprattutto dal punto di vista fisico: il guaio muscolare che lo ha costretto al ritiro nei quarti di Pechino contro lo statunitense Learnen Tien pare alle spalle e in campo si è visto. Dopo un avvio equilibrato Lorenzo riesce ad alzare il livello con colpi vari e brillanti, mostrandosi più lucido nei punti chiave e più solido alla distanza. Il primo set, piuttosto combattuto, è deciso al nono gioco: sul 4-4 Musetti strappa il servizio all’argentino, un po’ falloso, va a servire per chiudere il primo parziale, salva una palla break e sigilla un game non semplice incassando il 6-4 in 51’. Comesana si disunisce e accusa il colpo: Musetti sale sul 2-0 e diventa padrone del campo con sicurezza e varietà di colpi che tratteggiano il 6-4 6-0 finale, con il piccolo giallo di un malore per l’argentino, che si è accasciato al suolo ed è stato prontamente soccorso anche dall’italiano.[…] Prestazione convincente anche per Darderi che si impone sulla wild card locale Bu gestendo bene i momenti decisivi del match. Nel terzo game il break che gli dà l’abbrivio per il 6-4 iniziale in 46’, mentre nel secondo set Darderi prima allunga (3-1), poi scappa (5-1), si fa quasi riprendere (5-4) ed è bravo a chiudere con sicurezza (6-4). […] Il loro sarà il terzo confronto diretto, il secondo a livello Atp, con Musetti vincitore dei due precedenti: successo al Challenger di Torino del 2024 per 7-5, 7-6(8) e poi a Wimbledon 2024 per 6-4, 4-6, 6-7(5), 6-4, 6-4.
Un bel Musetti. Ora c’è Darderi (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)
«No, non ho mai pensato di tornare in Europa e mettere fine
alla trasferta. Sapevamo che non si trattava di una cosa grave e che c`era la possibilità di recuperare in pochi giorni. Abbiamo lavorato sulla zona infortunata e abbiamo capito meglio da dove nascono questi problemi». Non poteva esserci notizia migliore per accompagnare l`esordio di Lorenzo Musetti al Masters 1000 di Shanghai. Il numero 2 d`Italia ha sconfitto l`argentino Francisco Comesana per 6-4 6-0, chiudendo una partita che, dallo score di 3-4 nel primo set, lo ha visto infilare una striscia di nove giochi consecutivi. Nel finale, l`argentino ha accusato anche un malessere legato al caldo e all`umidità, venendo soccorso anche da Musetti stesso, che si è subito avvicinato per aiutarlo. Tornando al tennis, ottima la prestazione del toscano, che a Pechino si era ritirato nel terzo parziale del quarto di finale quarti contro Tien per una contrattura. Uno stop precauzionale, seguito da trattamenti mirati e lavoro specifico. Una notizia confortante, soprattutto in vista di un torneo come lo Shanghai Masters, dove in questa edizione i campi particolarmente lenti potrebbero aiutarlo a esprimere il suo miglior tennis: «C`è molta umidità, e questo fa sì che la palla si apra di più. Si scambia tanto e non mi dispiace. Allo US Open il cemento era più veloce ma comunque lento e lì ho capito che il mio tennis può funzionare. Tutto cambia quando metto intensità e riesco a comandare con il dritto». […] Domani, sulla strada per gli ottavi
di finale, ci sarà il derby contro Luciano Darderi. L’italoargentino, numero 26 del seeding, ha esordito battendo il cinese Bu Yunchaokete con un doppio 6-4. I precedenti dicono 2-0 per Musetti, che l`anno passato ha avuto la meglio sia nella semifinale del Challenger di Torino che nella battaglia in cinque set al secondo turno di Wimbledon. A dare ulteriore energia a Musetti è anche la rincorsa alle Nitto ATP Finals: tra gli inseguitori, solo Auger-Aliassime è ancora nel torneo, mentre Ruud, Rublev e Bublik sono già fuori. Un`occasione in più per
crederci: «Mi sono sentito un altro Lorenzo, in un certo senso. Servizio e uscita di dritto hanno funzionato, e ho trovato tante variazioni. Questi sono gli aspetti che mi permettono di far bene anche su una superficie dove non sono ancora sbocciato, ma sto facendo progressi». […]
Nella miniera dello scriba del tennis (Eliana Di Caro, Il Sole 24 Ore)
Possedeva quello spirito British – nel senso di elegante e puntuale – anche nell`archiviazione del suo patrimonio: gli articoli pubblicati in oltre sessant`anni rilegati in faldoni e accuratamente incorniciati da un evidenziatore rosso, a farne risaltare la presenza in pagina; le riviste specializzate di tennis catalogate con perizia e precisione; i libri – propri e altrui – a documentare il costante aggiornamento su tutto quel che veniva edito, dalle biografie ai manuali, dai volumi di statistica ai romanzi; i manifesti dei tornei, esemplari grafici di altrettanto valore estetico, un viaggio nel viaggio di questo sport, accanto alla scrittura. Spulciando qui e là le collezioni di un giornalista e scrittore come Gianni Clerici, che ha attraversato il secondo Novecento e i primi due decenni di questo secolo, c`è da perdere la testa. Donate dalla famiglia all`Università Cattolica di Brescia, […] sono una vera e propria miniera che comprende quasi duemila fotografie, bozze di libri (poi usciti) con le correzioni di intellettuali come Giorgio Bassani e Mario Soldati, carteggi con amici e protagonisti della cultura italiana come Oreste del Buono e Alberto Arbasino. Chi ama il tennis potrebbe approntare una tenda e fare una convenzione con la mensa dell`università, perché fermarsi poche ore proprio non basta. Anche solo leggere alcune delle cronache sulla «Gazzetta dello Sport», sul «Giorno» e, naturalmente, sulla «Repubblica» è un godimento per l`uso delle parole (prima ancora che per le valutazioni strettamente tennistiche). Per certi ritratti indimenticabili, come quello del barone von Cramm all`indomani della morte, per alcuni titoli graffianti (vedi “Becker gambe di marmo”) o affettuosi (“Monsieur Panattà ha incantato i parigini”) ispirati dalla sua penna. Per la delusione «di cui lo scriba non ricorda l`eguale», la famosa finale del 2019 persa a Church Road da Roger Federer con Novak Djokovic dopo aver dissipato due match point: non sarebbe stato più giusto un pareggio, per una volta?, conclude amareggiato in un corsivo. Ma questa è solo una fetta della torta. Le raccolte delle riviste – a partire dalla più antica d`Italia, «Il Tennis italiano», accanto all`americana «World Tennis», all`inglese «Lawn Tennis» e a molte altre – ci trasportano in un`altra era di questo sport, così come gli ordinati quaderni con i risultati del Clerici giocatore (di tutto rispetto, peraltro, essendo stato nel 1953 a Wimbledon e nel 1954 a Parigi) e le foto in bianco e nero con altri eleganti atleti di quegli anni come Fausto Gardini e Umberto (Bitti) Bergamo. Mentre si guardano le dediche di Lea Pericoli e Novak Djokovic vergate sui rispettivi libri, gli occhi corrono tra gli scaffali dove campeggiano diverse enciclopedie del tennis, sostano sulla sua giocatrice preferita di sempre, la divina Suzanne Lenglen. […] Un salto in deposito regala altre sorprese, come i taccuini su cui il nostro annotava l`andamento delle partite, magari preparava già l`attacco di un pezzo o fissava commenti che gli sarebbero tornati utili per ricordare un punto, come il quadruplo “Fuck!” a margine di un match tra Serena Williams e Lindsay Davenport. Grossi tubi contengono manifesti e locandine in attesa di trovare un`adeguata collocazione, così come centinaia di foto che saranno presto identificate e catalogate, non soltanto legate al tennis. Raccontano i viaggi e la curiosità del mondo di chi le ha scattate. Tra carte e cimeli di vario genere, non mancano un libro-disco sulla Davis del `76 del giornalista Mario Giobbe, con la voce di Paolo Bertolucci che trasmette la forza e l`affiatamento di quella grande squadra, e il Tennis pocket Book, un quadernetto sul Roland Garros del 1999 con le statistiche di Rino Tommasi, compagno di memorabili telecronache. Prima di andar via l`ultima curiosità: cosa ha detto lo scriba di un certo Jannik Sinner, quando cominciava a farsi notare? Ecco sulla «Repubblica», l`8 novembre 2019, il suo giudizio alla vigilia della semifinale delle Next Gen Atp Finals con Miomir Kekmanovic (poi vinte dall`altoatesino, che allora aveva diciotto anni): «I suoi colpi sembrano esistere dai tempi dell`asilo, dal giorno in cui, come tutti gli sportivi della sua zona, poteva essere uno sciatore (…) Non si è mai visto un tennista italiano più dotato, e lo posso affermare proprio io che ho incontrato su un campo del vecchio Parioli Nicola Pietrangeli sedicenne». Tutto torna, capite? L`ascesa di Jannik è una storia già scritta, custodita nelle pagine e negli sguardi di Gianni Clerici. Bastava solo saperla leggere.
O que achou dessa notícia? Deixe um comentário abaixo e/ou compartilhe em suas redes sociais. Assim conseguiremos informar mais pessoas sobre o que acontece no mundo do tênis!
Esta notícia foi originalmente publicada em:
Fonte original