Nel panorama tennistico degli incontri di qualificazione per i tornei in partenza lunedì emergono in particolare due notizie: la prima non è molto positiva e riguarda il ritiro per infortunio di Giulio Zeppieri dal torneo di Marrakech per un problema occorsogli durante il match contro il favorito numero due, l’argentino Federico Coria. Speriamo che il contrattempo non riguardi il polso sinistro, la cui operazione lo ha tenuto lontano dai court da giugno, quando si ritirò al Challenger di Sassuolo durante il primo set dell’incontro di sedicesimi di finale contro Martin Klizan, fino allo scorso gennaio.
La seconda segnalazione riguarda un tennista nato nel 1989, già formalmente ritiratosi alcuni anni fa e riapparso poi in numerosi tornei minori; ci riferiamo a… Martin Klizan. Il mancino slovacco sta affrontando il tabellone cadetto del torneo di Bucarest e domenica ha eliminato il suo omonimo Landaluce, espoir diciannovenne spagnola più giovane di Klizan di diciassette anni. Martin senior ha vinto 6-2 3-6 6-4 e tra lui e il main draw si frappone solo il ventunenne francese Sasha Gueymard Wayenburg.
Se Klizan riuscisse a superare l’ostacolo, tornerebbe in un tabellone principale dopo quattro anni e cinque mesi, ovvero dal torneo di Sofia del novembre 2020, quando uscì sconfitto nei sedicesimi da Adrian Mannarino. Klizan si ritirò a metà stagione l’anno successivo, dopo aver fallito le qualificazioni a Wimbledon, per fare poi ritorno all’agonismo verso la fine della stagione 2023 ad Antalya. Nel 2024 è stato capace di ricostruirsi un ranking maggiormente degno dei suoi giorni migliori nel Tour (24 nell’aprile del 2015), chiudendo l’anno alle soglie della top 300, grazie anche ai successi di Heraklion, Valldoreix e Reggio Emilia.
In carriera Klizan ha vinto sei tornei, e sia a San Pietroburgo nel 2012 che a Monaco nel 2014 l’avversario in finale è stato il nostro Fabio Fognini. Il suo record con i top 10 è tutt’altro che disprezzabile e comprende, a fronte di ventuno sconfitte, quattro successi, ai danni di Jo Wilfried Tsonga a New York 2012, Kei Nishikori al primo turno di Parigi 2014, Dominic Thiem a Kitzbuhel nel 2018 e nientemeno che Rafa Nadal nei quarti del torneo di Pechino nell’ottobre 2014. In quell’occasione lo slovacco risalì da una situazione di punteggio a suo sfavore di 7-6 4-2, per chiudere il secondo set al decimo game e prevalere per 6-3 nel decider; Martin perse poi con Berdich in semifinale. Nel 2018 ha anche superato Djokovic, allora numero 12 del ranking, a Barcellona.
La sua carriera è stata anche costellata di atteggiamenti e dichiarazioni rilasciate senza filtri, coraggiose e teatrali, a volte eccessive, come quando ebbe a parlare di doping (tirando in ballo anche Nadal, salvo poi affermare di essere stato frainteso) e di scommesse, soprattutto tra i giocatori di retrovia. Lingua lunga e alcuni infortuni non lo hanno comunque allontanato dal tennis e nel 2024 ha collezionato ben 66 incontri, vincendone 44: vedremo se lunedì mattina saprà riassaporare l’ebbrezza del tennis che conta.
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Autor: Danilo Gori