Petra Kvitova ha giocato oggi il suo ultimo match a Wimbledon. Un torneo che non è stato solo teatro dei suoi successi sportivi, ma che ha segnato profondamente anche il suo percorso umano. Dopo la sconfitta nel match di primo turno contro l’americana Emma Navarro, la campionessa ceca si è presentata in conferenza stampa con il sorriso, ma anche con la consapevolezza che si sta chiudendo un capitolo fondamentale della sua vita.
Vincitrice a Wimbledon nel 2011 e nel 2014, Kvitova ha conquistato in carriera 31 titoli WTA in singolare su 42 finali disputate, raggiungendo anche la seconda posizione nel ranking mondiale nell’ottobre 2011. Una carriera straordinaria, costruita nel segno della potenza e dell’eleganza.
“Ricordo tutto benissimo di quel 2011,” ha detto ripensando al suo primo trionfo. “Non ero la favorita in nessuna delle partite. Non so davvero da dove sia uscita quella prestazione in finale contro Maria Sharapova. È stato tutto così veloce, ha cambiato la mia vita da un giorno all’altro.”
Kvitova, che si è spesso definita una persona timida, ha confessato di essere più nervosa in conferenza stampa che in campo. “Il mio inglese non era un granché. Oggi sul campo, durante il discorso, mi sono sentita come allora, ma forse un po’ meglio (sorride).”
A chi le chiedeva cosa abbia fatto la differenza per dominare sull’erba, Petra ha risposto con la consueta schiettezza: “Il servizio è sempre stato un mio grande vantaggio. Essere alta aiuta qui. È vero che diventa difficile andare in basso sui colpi bassi, ma il servizio ti permette di comandare. Ricordo un match con Venus nel 2014: solo un break in tutta la partita. Era tutto sul servizio.”
Riflettendo sul cambiamento delle condizioni nel corso degli anni, ha aggiunto: “Sì, l’erba è diversa oggi. O forse sono le palline. In generale mi sembra tutto più lento.”
L’emozione dell’ultimo ingresso sul campo – stavolta il Court 1 – è stata intensa. “Entrare e uscire da lì oggi è stato speciale. Wimbledon è casa mia. Ho avuto la fortuna di giocare su un campo dove ho tanti ricordi.”
Kvitova è tornata da poco al circuito dopo la nascita del primo figlio, e ha parlato anche della maternità: “Non è facile conciliare tutto. Ho mia madre che mi aiuta molto, ma prendersi cura di un bambino e preparare un match è impossibile da fare da sole. Ci vogliono compromessi.”
La riflessione più profonda arriva però sul significato di Wimbledon nella sua vita: “Questo torneo mi ha formata come tennista e come persona. Nel 2011 ero una ragazza qualunque. Dopo quella vittoria sono diventata qualcuno, e non è stato facile gestirlo. Il secondo titolo è stato una conferma. Sentivo di dover dimostrare che non era stato un caso.”
Infine, l’annuncio ufficiale: lo US Open sarà il suo ultimo torneo. “Sì, sarà l’ultimo. Il mio corpo non è più in forma. La motivazione non è più quella di un tempo. È così che va la vita.”
Petra Kvitova lascia Wimbledon con due trofei, innumerevoli ricordi e un’eredità indelebile nel tennis femminile. La sua potenza mancina e il suo sorriso timido resteranno tra le immagini più amate del Centre Court.
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Autor: Jenny Rosmini