Nadal: “Ho attraversato il ritiro con il rispetto per il cambiamento. Ho fatto tanti sforzi, ma pochi sacrifici”

0
3
Nadal: “Ho attraversato il ritiro con il rispetto per il cambiamento. Ho fatto tanti sforzi, ma pochi sacrifici”

Rafael Nadal ha contribuito a cambiare inesorabilmente e irreversibilmente la storia del tennis. Con i suoi 22 Slam e il record assoluto di 14 Roland Garros ha posto la propria carriera in una dimensione altra, consacrandosi nel pantheon della racchetta. Rafa non ha certo bisogno di presentazioni neppure adesso che si compie il primo anniversario dal suo ritiro, avvenuto mestamente, quasi in sordina, durante la Final Eight di Coppa Davis a Malaga.

365 giorni dopo il campione spagnolo si racconta nel programma Universo Valdanodi ‘Movistar+’. Una chiacchierata che schiva la banalità e che approfondisce tutte le tematiche che prescindono l’immagine di Nadal universalmente riconosciuta. Nel ritiro ha trovato una grande tranquillità, cercando il buono in un addio che, inevitabilmente, è stato sofferto. Il momento, però, era quello giusto.

“Cominceremo dalle cose positive. Credo di aver guadagnato in tranquillità, nel senso che, in qualche modo, non sento più quella responsabilità quotidiana di dover rendere. A volte, dare il massimo in condizioni che non sono adatte a farlo non vale la pena. Sul piano umano e personale, questo ti logora, e finisci per essere, a volte, meno felice di quanto dovrebbe essere qualcuno come me. In fondo, sono davvero fortunatissimo”.

Rafa ha chiuso un capitolo importante della sua vita e la nostalgia non può che riaffiorare di tanto in tanto. Sa di essere fortunato ad aver vissuto il tennis ai massimi livelli – e anche di più – però quelle sensazioni saranno per sempre irripetibili.
“Per quanto riguarda gli aspetti negativi, si è conclusa una fase che per me è stata eccezionalmente bella ed emozionante. Ho perso qualcosa che davvero mi appassionava: competere e farlo al massimo livello. Quell’adrenalina è qualcosa di cui ho sempre detto che si sente la mancanza quando tutto questo finisce. L’adrenalina può essere sostituita da molte altre cose nella vita che possono essere migliori sotto molti aspetti. Tuttavia, quella sensazione che si trova nello sport è difficile da trovare altrove”.

Nadal: “Ero preparato al ritiro, avevo esaurito tutte le opzioni per continuare”

Il 2022 non è solamente l’ultima stagione di Nadal nell’Olimpo del tennis, ma rimarrà sempre una delle annate capolavoro del maiorchino. Prima di trionfare per la quattordicesima volta a Parigi – solo a scriverlo tremano le mani – era tornato al successo all’Australian Open a distanza di tredici anni dalla prima volta. Non avrebbe potuto salutare il tennis senza vincere almeno due volte tutti i Major in calendario. Poi il suo corpo gli ha mandato segnali inequivocabili, quelli che vorresti tanto fraintendere, ma che, in fondo, sai essere inconfondibili.

“Essendo sincero, ho attraversato il rispetto che si deve avere per il cambiamento dice Rafa. Alla fine, credo che tutti i cambiamenti nella vita debbano, come minimo, generare rispetto: una prova di come reagirai davanti a una nuova realtà, a una vita che sarà diversa da ciò a cui eri abituato. Non si tratta solo di 20 anni di carriera professionale, ma praticamente da sempre ho avuto molte altre cose al di fuori del tennis. Tuttavia, lo sport e il tennis sono stati la mia dedizione totale”.

Il rispetto per il cambiamento, per una carriera che non poteva più protrarsi oltre. L’uscita di scena è un momento spesso sottovalutato e scegliere le modalità più appropriate non sempre è semplice. I fattori in gioco sono molti. La passione per il tennis, la paura di inaugurare una nuova fase della vita dopo aver dedicato anima e corpo a questa disciplina così totalizzante. Eppure lo spagnolo dice di essersi sentito pronto.

Ero preparato. Credo di aver sfruttato le mie possibilità fino alla fine. Questa è la mia realtà. Il fatto di aver esaurito tutte le opzioni reali che avevo per continuare a competere al livello che mi sarebbe piaciuto mi ha dato la convinzione e la tranquillità di prendere la decisione in pace, convinto che fosse ciò che dovevo fare, perché non c’era altro. Il serbatoio era ormai vuoto. Non conservo alcun brutto ricordo di questa fase.

Ci sono persone che, com’è logico, hanno opinioni diverse e pensano che avrei dovuto lasciare il tennis prima, che non avesse senso arrivare fino alla fine. Ma per me sì aveva senso. A mio avviso, uno deve agire in coerenza con ciò che è come persona. Io ho cercato di sfruttare le mie possibilità fino a quando davvero non ce l’ho più fatta, per un motivo molto semplice: non volevo mentire su ciò che stavo facendo né trovarmi in una situazione in cui non avevo la motivazione necessaria”.

Rafa ha proseguito finché ha sentito di poter dare qualcosa al tennis. Mi sono ritirato perché non potevo dare di più, ma continuavo a essere felice facendo ciò che facevo. Ho subito un’operazione e mi dissero che c’erano possibilità di recuperare completamente e che dovevo darmi un tempo prudenziale per capirlo. Mi sono reso conto che, in realtà, non ero al livello necessario per continuare a competere. Credo di aver portato la mia carriera al limite. Al di là di questo, non si può sapere, ma penso di essere arrivato il più lontano possibile date le circostanze”.

Nadal: “La mia è una famiglia di sportivi. Ho sempre fatto grandi sforzi, ma pochi sacrifici”

Che i Nadal siano una famiglia che ha legato il proprio cognome allo sport ormai è cosa nota. Miguel Angel Nadal ha giocato nel Barcellona, oltre ad aver difeso i colori della Spagna con le Furie Rosse, e anche l’altro zio, omonimo di Rafa, è stato calciatore, con una militanza in seconda divisione. Per non parlare di Toni, lo “el tío del tenis”, divenuto celebre come l’allenatore del nipote, ma con un passato da tennista. L’humus sportivo da cui Nadal proviene è intriso di sport.

Il piccolo Rafa ha sentito la vocazione perché cresciuto circondato dal tennis e altre discipline. Ma soprattutto perché il suo talento si è palesato sin dai primi anni. Anche se, sostiene l’ex numero 1 del mondo, essere baciati dalla fortuna non è sufficiente.
“È evidente che puoi avere il maggior talento del mondo, ma in uno sport come il tennis, che richiede ripetizione, hai bisogno di una grande capacità di lavoro, disciplina e concentrazione. Il talento è ciò che ti permette di dare quel qualcosa in più. Tuttavia, il lavoro è una parte molto importante”.

Poi si spiega meglio: “È vero che a volte la mia carriera è stata incentrata sul fatto che sono un grande combattente con una grande capacità di concentrazione. Non mi dà fastidio, ma la realtà è che puoi avere una grande capacità di lavoro e concentrazione, così come un ottimo fisico, ma se la motivazione non va nella direzione giusta e alla velocità adeguata, purtroppo, come abbiamo detto prima, tutto ciò che puoi fare alla perfezione non sarà sufficiente.

Sono convinto che ci siano tantissime persone che si impegnano ogni giorno quanto o più di me, che ci provano con la stessa energia. Ma non basta. Quello che voglio esprimere è che, anche se può sembrare che mi dia fastidio, c’è una qualità tennistica necessaria per competere ai massimi livelli. Magari bastasse la concentrazione, il lavoro e le capacità che ognuno possiede”.

In seguito confessa cosa dice ai bimbi della sua Accademia a Manacor: Credo che con passione e la giusta determinazione tutto diventi un po’ meno complicato. Se non sei appassionato di ciò che fai, è molto difficile superare le difficoltà che la vita presenta, soprattutto nei momenti difficili. All’Accademia dico sempre ai bambini di divertirsi. Prima di decidere se vogliono dedicarsi a questo, devono scoprire se hanno davvero la passione per esplorare l’opportunità di diventare professionisti”.

La passione è la kryptonite dei sacrifici che lo sport professionistico richiede sin dai primi anni. Tuttavia Rafa sottolinea come non senta di essersi privato di qualcosa.
“Per me sono cose che si fanno senza volerle davvero “fare”. Nel mio caso ho fatto grandi sforzi, ma pochi sacrifici, perché ho goduto di ciò che ho fatto. Non sento di essermi perso nulla nella vita. Ho avuto una vita equilibrata. Sono stato una persona molto impegnata in campo, in palestra e nella mia quotidianità, ma ho anche saputo mantenere un equilibrio.

“Certo, quando tornavo a casa pensavo a ciò che volevo fare il giorno dopo, a ciò che mi avevano detto gli allenatori e a ciò che dovevo migliorare. Tuttavia, sento di aver fatto tutto ciò che desideravo. Un adolescente deve fare certe cose nella sua quotidianità per sentire che, arrivato a una certa età, non ha perso una parte importante della sua infanzia a causa dello sport. Io non ho quella sensazione perché credo di aver fatto tutto ciò che hanno fatto i miei coetanei. Senza dubbio, l’ho fatto meno spesso, ma considero di avere una vita equilibrata e di aver avuto tempo per tutto”.

Nadal su Federer e Djokovic: “Abbiamo insegnato che si può competere con ferocia senza odiare l’avversario”

Ampio spazio è dedicato ai Big Three, di cui Nadal è stato parte integrante. Adesso Rafa guarda a quella rivalità con gli occhi di chi sa di aver insegnato tanto al tennis. E le lezioni migliori non riguardano la tecnica o la tattica.

“Quando sei più giovane, vivi tutto in modo più intenso. Col tempo, le cose si attenuano e tutti cresciamo. Il lato positivo della nostra epoca è che abbiamo terminato le nostre carriere e possiamo cenare insieme senza problemi. Questo è qualcosa di cui essere orgogliosi confessa lo spagnolo.

“Abbiamo gareggiato ai massimi livelli per i più grandi traguardi del nostro sport, e sebbene ci siano state rivalità importanti, non le abbiamo portate all’estremo. La rivalità è rimasta sul campo, e i rapporti personali sono sempre stati basati sul rispetto e sull’ammirazione. Con gli anni, finisci per apprezzare le persone con cui hai convissuto e condiviso tanto. Apprezzo i miei rivali, anche quelli che mi hanno fatto soffrire in campo, perché valuto ciò che ho vissuto insieme a loro e sono felice di aver fatto parte di questa storia. Credo che abbiamo lasciato un’eredità”

Di Carlos Alcaraz e Jannik Sinner pensa tutto il positivo possibile e ritiene che, seguendo il lascito dei Big Three, la loro rivalità possa regalare altrettanto. “Senza togliere loro merito, anche loro vogliono fare le cose bene, e bisogna dare loro tutto il riconoscimento. Non è facile, sono molto giovani e stanno competendo per le cose più importanti. Credo che abbiamo contribuito a far capire alle nuove generazioni che si può essere un concorrente feroce senza bisogno di odiare l’avversario. Si può avere un rapporto — non direi di amicizia, ma comunque un rapporto personale ottimale — anche essendo grandi rivali. Questo è un buon lascito e un buon esempio che abbiamo lasciato in un’epoca di massima competizione”.

Poi Nadal passa a questioni prettamente di campo: “Ai nostri tempi venivamo da un periodo in cui chi aveva più titoli del Grande Slam era Sampras, con 14, ed è umano che qualcuno di noi si sarebbe un po’ fermato dopo aver superato quel numero, se fossimo stati soli. Avremmo raggiunto il massimo. Essendo in tre a competere, non c’era mai spazio per rilassarsi. Se uno non vinceva, lo faceva sempre l’altro. L’esigenza era massima, e la realtà è che non abbiamo mai smesso di esigerci l’uno con l’altro”.

Infine, Rafa cerca di racchiudersi dentro una fotografia: Ho cercato di essere me stesso, senza proiettare un’immagine di perfezione o di esempio. Ho sempre voluto essere una persona naturale e fare le cose secondo la mia etica. Ho avuto la fortuna di essere trattato bene, in generale, dal pubblico, dai miei avversari e dalla stampa. Questo mi ha permesso di avere una carriera sportiva piena e di conoscere molte persone interessanti, non solo per quello che sono, ma per ciò che hanno fatto, e di imparare da loro. Il tennis mi ha dato l’opportunità di viaggiare in tutto il mondo e vivere esperienze che altrimenti non avrei potuto fare. Sono molto grato al tennis, alla vita e a tutte queste esperienze che mi hanno arricchito come persona”.

O que achou dessa notícia? Deixe um comentário abaixo e/ou compartilhe em suas redes sociais. Assim conseguiremos informar mais pessoas sobre o que acontece no mundo do tênis!

Esta notícia foi originalmente publicada em:
Fonte original