Medvedev torna a vincere: trionfo ad Almaty e primo titolo dal 2023

0
4
Medvedev torna a vincere: trionfo ad Almaty e primo titolo dal 2023

[2] D. Medvedev b. [8] C. Moutet 7-5 4-6 6-3

In una finale dai tratti quasi teatrali, Daniil Medvedev e Corentin Moutet hanno dato vita a una battaglia di talento tattico e resistenza. Ne è uscita una partita tesa, spesso irrazionale, in cui entrambi hanno flirtato con il limite fisico ed emotivo. Alla fine, però, a prevalere è stato un Medvedev aggressivo, che ritrova il gusto della vittoria sollevando il primo trofeo dal lontano 2023 quando aveva incredibilmente conquistato il Masters 1000 di Roma, disputato sulla terra rossa del Foro Italico.

Primo set: Medvedev recupera un break e si impone per 7-5

(di Beatrice Becattini)

La ricerca del primo titolo dal 2023 inizia nel peggiore dei modi per Medvedev, che incassa il break nel game inaugurale commettendo un doppio fallo. Daniil, controcorrente rispetto al suo solito, cerca di stare il più vicino possibile alla linea di fondo e di verticalizzare all’istante, con fortune alterne data la scarsa frequentazione della rete. Moutet si esalta nelle giocate, soprattutto quelle nello stretto, e, annullando una palla game con un punto dei suoi, inizia a minare le certezze dell’avversario a suon di variazioni e tagli. Il russo entra in partita ripartendo dalle sicurezze del suo gioco e smuove il punteggio; in risposta tuttavia non trova ritmo e soluzioni al servizio mancino di Corentin. Nel quinto gioco è di nuovo allarme per Medvedev, che si ritrova sotto 0-30. Si salva con quattro punti consecutivi, anche se in un caso Moutet si lascia andare a un’ingenuità colossale sottorete che lo avrebbe portato 0-40. Nel settimo game affronta la medesima situazione e, pur fermandosi a 3 punti di fila, tiene la battuta ai vantaggi. D’improvviso l’estro del francese fa spazio a un black out evidente. Sul 4-3 si ritrova anche lui sotto 0-30, ma non riesce ad aprire la striscia di punti come il suo avversario, concedendo due possibilità di controbreak. All’ex numero 1 del mondo basta la prima: il nastro corregge la traiettoria del diritto di Moutet che termina fuori. Quando il set pare avviarsi verso il tiebreak Medvedev alza il livello sul 6-5. Il transalpino deve fronteggiare un set point, nonostante si fosse portato in vantaggio di due 15, e, dimostrando tutta la poca abitudine a giocare match così importanti – è solamente la terza finale a livello ATP – perde il bandolo della matassa. Il russo comanda lo scambio e, pur avendo bisogno di due smash, una volée e svariati colpi da fondo, si prende il punto e il set in 52 minuti.

Secondo set: Moutet quasi si fa beffare ancora, ma forza il terzo set

(di Beatrice Becattini)

La seconda frazione di gioco si apre in maniera analoga rispetto alla prima. Medvedev non approfitta del momento propizio dovuto alla rimonta ultimata e regala tre palle break, con altrettanti errori gravi. Il servizio fa il suo e a tutto il resto pensa lo schiaffo al volo di diritto. Alla terza occasione, però, Moutet trova un grande passante in corsa di rovescio che gli permette di mettere la testa avanti. Il francese cerca di riattaccare la spina, magari con un punto che esalti il pubblico. Non è giornata, però, per i colpi spettacolari, con cui spesso non trova il campo. Mantiene il vantaggio fino al 3-2, quando Medvedev torna a mettere pressione in risposta. Sul 30-30 entrambi i giocatori optano per la pazienza, consapevoli dell’importanza del 15, e non prendono rischi. Moutet tenta la variazione con il back, ma lo mette in corridoio. Sulla palla del controbreak il russo bada al sodo: accelera con il diritto e viene a prendersi il 3-3 con lo schiaffo al volo. I canovacci di primo e secondo set, fin qui molto simili, si distinguono dal 7 gioco, quando Moutet strappa nuovamente il servizio a Medvedev, calato ancora di intensità e concentrazione. Servendo per pareggiare il computo dei parziali sul 5-4, Corentin inaugura il game con il primo servizio da sotto, ma gli viene chiamato un fallo di piede, finendo poi per perdere il punto, punito da una contro smorzata del russo. Il numero 41 ATP pare accusare la tensione del momento, ma si aiuta con la sua grande manualità e si procura un set point con un buon serve and volley. Chiude con un’accelerazione di diritto che prolunga la finale al terzo.

Terzo set: break nel nono gioco e chiusura da campione per Medvedev

L’ultimo parziale si apre in maniera scoppiettante: i due finalisti si lasciano andare a scambi elettrici, tra accelerazioni improvvise e difese acrobatiche. Il pubblico di Almaty percepisce subito che nessuno dei due vuole cedere di un centimetro. Nel quarto gioco – il più lungo e intenso dell’intero incontro – Moutet, partito con il turbo, comincia a mostrare i primi segni di affaticamento. Il francese, meno lucido rispetto all’inizio, incappa in una serie di dritti in rete che concedono diverse palle break a Medvedev. Il russo, però, non riesce a sfruttarle: due errori in lunghezza con il dritto lasciano il conto in equilibrio. Arriva poi un punto allucinante, 33 colpi di pura tensione e rabbia agonistica. Medvedev è indiavolato, ma Moutet non molla e si procura la palla per salire sul 2-2. Il game sembra non finire mai: si alternano occasioni, scambi logoranti, errori figli della stanchezza. È un gioco al massacro, una lotta di nervi e di resistenza.

Alla fine, dopo quattro palle break annullate, Moutet riesce a portare a casa un game fondamentale. Con il gesto che ormai è diventato il suo marchio di fabbrica punta l’indice alla tempia: due pari, e la battaglia continua.

L’altro snodo decisivo arriva nel nono gioco. Medvedev, con il radar ormai tarato, si procura tre palle break consecutive, approfittando di un Moutet sempre più svuotato, incapace di trovare la prima di servizio e tradito da errori grossolani. Dopo uno scambio durissimo, il russo piazza l’affondo che vale il break e va a servire per il match.

Non trema: con la freddezza del campione chiude il set e la finale dopo oltre due ore e mezza con il punteggio di 7-5 4-6 6-3, conquistando il titolo ad Almaty. È il primo tassello del suo ritorno, dopo mesi in cui era apparso smarrito, quasi “moribondo” tennisticamente, alla ricerca di nuovi punti di riferimento. Non sarà un Masters 1000, ma questo ATP 250 può pesare tantissimo per Medvedev: una vittoria che restituisce fiducia e segnali di adattamento, la volontà di reinventarsi per restare ai vertici.

O que achou dessa notícia? Deixe um comentário abaixo e/ou compartilhe em suas redes sociais. Assim conseguiremos informar mais pessoas sobre o que acontece no mundo do tênis!

Esta notícia foi originalmente publicada em:
Fonte original