Lucia Bronzetti, una nuova stagione con grinta per dimenticare un finale di 2025 di basso profilo

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Lucia Bronzetti, una nuova stagione con grinta per dimenticare un finale di 2025 di basso profilo

La stagione dei 27 anni è stata davveroaccidentata e scarsa di soddisfazioni per Lucia Bronzetti, tanto che la tennista nata a Rimini ha dovuto nelle ultime settimane abbandonare la top 100, dove si era insediata stabilmente dal maggio di due anni orsono dopo quello che ancora oggi rimane il suo unico successo nel circuito, a Rabat, subito prima del Roland Garros.

Un buon inizio

Il periodo invernale è stato in realtà ricco di dolci presagi per lei, che ha raggionto per la seconda volta i trentaduesimi a Melbourne, superando in due set Viktoria Azarenka e cedendo al termine di una complicata prova del nove contro la rumena Jaqueline Cristian; con l’ex campionessa bielorussa Lucia tiene il campo in maniera perfetta, dettando legge con il dritto sia in diagonale che lungolinea e soffocando le rare iniziative della campionessa dell’Australian Open nel 2012 e 2013. La prestazione è di altissimo livello, anche se Azarenka in seguito giocherà pochissimo e con risultati alterni.

Di ritorno dall’emisfero australe, Bronzetti fa tappa in Romania, a Cluj-Napoca, rimediando un figurone da prima pagina: mette fine alla splendida carriera di Simona Halep ed elimina Stearns, Cocciaretto e Siniakova, che si ritira dopo quattro game. Per l’azzurra è la seconda finale nel circuito e la sfida decisiva con Anastasia Potapova comincia bene con il primo set che Lucia si aggiudica dopo dieci game; da lì in poi però Potapova ritrova ritmo e rovescio lungolinea e le differenze di cilindrata tra le due affiorano, dando ragione alla allora numero 32 del ranking.

La stagione sulla superficie dura la vede al terzo turno a Indian Wells, sconfitta duramente da Aryna Sabalenka dopo i successi con Kalinina e Frech, le stesse giocatrici sconfitte l’anno prima nel medesimo torneo prima di cedere a Coco Gauff, mentre a Miami supera Jessica Bouzas Maneiro, tennista destinata a un buonissimo prosieguo di stagione, per poi soccombere dopo una performance di alto livello a Maria Sakkari.

Tante sconfitte in Europa

La primavera sulla terra battuta e l’estate sui prati si rivelano però esperienze avare di soddisfazioni, fatte di apparizioni fugaci e di rovesci non sempre prevedibili. Sulla superficie lenta le cifre parlano di un 33% di vittorie con 2-6 finale e la metà delle sconfitte arrivano da giocatrici escluse dalla top 100; in tutto questo si segnala il bel primo turno a Madrid contro Naomi Osaka, con vittoria per 6-4 al terzo set. Sull’erba, il terreno di gioco a lei meno congeniale, Lucia disputa quattro incontri e ne vince uno, il primo in tutta la sua carriera a Wimbledon, opposta all’elvetica Teichmann. E proprio durante il torneo inglese rivela di essere uscita da un momento molto difficile nel quale ha anche pensato di chiudere la carriera professionistica.

Bronzetti torna a calcare il terreno duro, il più congeniale a chi gradisce appoggiarsi con maggiore efficacia al colpo della rivale e, prima di spostarsi in Nordamerica, partecipa alla trentatreesima edizione della Hopman Cup, insieme con Flavio Cobolli. I due portano i colori italiani fino allo scontro decisivo con Lucia che supera al long tie-break tanto Donna Vekic quanto Chloe Pacquet, prima di arrendersi nel giorno della finale a Bianca Andreescu, sia in singolare che nel doppio misto, con la canadese in coppia con Felix Auger-Aliassime.

L’inizio di ripresa

A Cincinnati raggiunge gli ottavi di finale, seconda e ultima volta nell’anno dopo Cluj: Lucia riesce a venire a capo dopo quasi quattro ore della cinese Lin Zhu (numero 304) e nei successivi due turni vince due decider per 6-4, il primo con Daria Kasatkina, il secondo con Jelena Ostapenko, che dilaga 6-1 nel set d’apertura per poi annegare sommersa da mucchi di imprecisioni. L’indomani Coco Gauff smorza il buonumore della nostra giocatrice in due set, ma l’esperienza è positiva mentre lo stesso non si può dire dello US Open, che dura il tempo di un match perso contro la giovanissima speranza del tennis ceco Tereza Valentova.

La panchina in Fed Cup

Nonostante la migliore classifica rispetto alla collega marchigiana, a settembre Tathiana Garbin sceglie Elisabetta Cocciaretto e non Lucia come seconda singolarista per le finali di Billie Jean King Cup e la tennista di Porto San Giorgio la ripaga vincendo due singolari e confermandosi spalla affidabile per Jasmine Paolini; smessa la tuta della Nazionale Bronzetti si sposta in Estremo Oriente ma lo spicchio di stagione trascorso in Asia le porta in dote soltanto quattro primi turni.

L’ultimo incontro ufficiale del 2025 riassume un po’ le vicende della stagione: a Chennai il primo turno con la polacca Katarzyna Kawa è una partita divisa in due: nella prima parte il lavoro paziente della nostra portacolori sfibra la rivale e la costringe ad errori di misura nel tentativo di liberarsi del palleggio ordinato e pungente del dritto di Lucia. Il tie-break dà ragione alla tennista riminese dopo venti punti e quattro setpoint per complessivi ottanta minuti di gioco, ma nella restante ora e mezzo Kawa riemerge grazie alla superiorità del suo punch e concede all’azzurra appena due game, entrambi nel set decisivo.

I numeri della stagione

Lucia insomma costruisce con diligenza ma paga lo sforzo smarrendo le energie per difendersi dal ritorno delle avversarie; l’anno agonistico concluso da poche settimane ha visto le sue cifre deteriorarsi nei confronti non tanto delle giocatrici di vertice, quanto di quelle medie o di retrovia. L’11-5 vantato da Bronzetti nel 2024 nei confronti delle rivali escluse dalla top 100 peggiora nel 2025 fino a rovesciare i piatti della bilancia con un 6-7 che al limite è un complimento al lavoro del computer che in extremis spinge l’azzurra anch’essa oltre la sedia numero 100. Allargando l’analisi ai match con le tenniste classificate oltre la posizione numero 50, Lucia chiude 13-19 contro un 19-19 nell’annata precedente.

Anche dal punto di vista della composizione dei punteggi si può notare un certo scadimento: sempre contro le giocatrici fuori dalla top 50 Lucia ha incassato tre 6-0 e sei 6-1, non infliggendo bagel e avendo all’attivo tre 6-1 (di cui due con Simona Halep). Nel 2024 a suo favore ci sono un set di sei game e ben otto 6-1, dati che al passivo sono rispettivamente uno e due. Non di rado Lucia deve giocare in contenimento di fronte a giocatrici più incisive di lei nell’affondo e alcuni match della seconda parte dell’anno, uniti alle scelte della responsabile tecnica della Nazionale lasciano pensare a una condizione atletica incerta, meno competitiva del solito.

Verso un 2026 di riscatto

Una giocatrice dalle caratteristiche di Bronzetti deve poter contare su una preparazione fisica e su un gioco di gambe al massimo delle potenzialità per reggere la pressione della rivale di turno e successivamente creare i propri spazi di manovra con il dritto e il fatto che non abbia troppa dimestichezza con variazioni di gioco in alleggerimento (i risultati quando stacca la mano sinistra sono quantomeno alterni) è una ragione in più che suggerisce una applicazione costante per la salvaguardia dell’efficienza atletica.

Un 2026 di rilancio per un ritorno a posizioni di classifica e di soddisfazioni sul campo che meritano la sua passione e dedizione non può non passare attraverso il pieno vigore atletico e magari una maggiore convinzione sulle proprie possibilità da parte di una giocatrice mai sopra le righe, sempre composta e discreta ma che ha già dimostrato di poter contare su picchi di rendimento e grinta insospettabili. Forza Lucia!

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