A volte occorre sapersi arrangiare. E io mi sono arrangiato ieri per cercare di soddisfare una curiosità che era intuibile. Ma che volevo sentir dire da Lorenzo Musetti.
Il mio problema era nato a seguito di un paio di domande che non ero riuscito a fargli direttamente perché il moderatore dell’ATP aveva chiuso la conferenza dopo solo quattro domande in italiano rivolte a Musetti, dopo che per quelle in inglese si erano ovviamente prenotati i colleghi stranieri.
Francamente con Musetti “newcomer” e approdato fra i Magnifici Otto nel modo rocambolesco che sappiamo, con Djokovic che gli sussurra all’orecchio nel momento dell’abbraccio finale post 7-5 al terzo di Atene “Ci vai te a Torino, io no…” (frase e scoop captato via… labiale tv, dal nostro Fabio Barera) credo che si sarebbe potuto dare più spazio a domande e risposte di Lorenzo. Quale personaggio ieri era più interessante, mediaticamente, dell’ultimo arrivato a Torino, uno dei due italiani venutoa regalarci un record storico per il tennis italiano con una doppia presenza alle Atp Finals?
Comunque sia o fosse, ho pensato allora a un piccolo escamotage per ottenere quelle risposte che mi servivano. Quelle domande che avrei voluto fare io poteva magari farle qualcun altro dei colleghi “televisivi” che avrebbero avuto il loro momento per intervistarlo successivamente alla conferenza stampa per i giornalisti della carta e del web.
E così ecco che grazie alla cortese collaborazione della bella e simpaticissima campionessa olimpica russa (Rio 2016), nonché regina di 4 Slam (tre doppi femminili e un misto) Elena Vesnina, sono riuscito a fare per indiretta persona, proprio le domande che volevo fare a Lorenzo Musetti prima che affrontasse Carlos Alcaraz nell’ambito del gruppo Connors cui entrambi appartengono.
Ciò anche se Lorenzo deve prima giocare oggi con Taylor Fritz, da lui battuto le ultime tre volte, sempre nel 2024, a Montecarlo, Wimbledon e poi al torneo olimpico di Parigi, ma ben più difficile da battere su questa superficie. L’americano l’anno scorso qui è arrivato in finale, battuto solo da Sinner come già in finale all’US open.
Avessi potuto avrei chiesto a Lorenzo che cosa si fossero detti lui e Lorenzo Sonego, suo buon amico, e spesso partner di doppio, che gli aveva fatto lo sgambetto al Masters 1000 di Parigi costringendolo in pratica a iscriversi al torneo di Atene per rincorrere Auger Aliassime.
Magari nulla e – chissà – era stato semmai Sonego a dirgli: “Muso mi dispiace…ma il match era importante anche per me”. O magari invece il Lorenzo sconfitto, con il suo spirito toscanaccio si era rivolto all’altro Lorenzo vittorioso con uno scherzoso “Ma che disgraziato che sei! Proprio te mi dovevi fare questo brutto tiro! Ora se non mi qualifico per Torino te la faccio pagare!”.
Ma più che questa curiosità piuttosto infantile volevo in realtà prioritariamente soddisfarne un’altra. Questa: nel duello che dovrà esserci fra Musetti e Alcaraz, su questa superficie indoor che è stata definita da Alcaraz più veloce di quella di Parigi dove Carlitos aveva perso al primo turno da Norrie, Musetti pensava di avere più o meno chances che in un match da giocarsi sulla terra rossa?
Non c’è alcun dubbio sul fatto che tutti e due, Carlitos e Lorenzo, giocano sicuramente meglio sui campi in terra battuta che sul cemento indoor. Ma Alcaraz è il campione di Montecarlo, di Roma e del Roland Garros dove ha sempre battuto Musetti. Quindi anche se è vero che Lorenzo ha costruito la sua classifica principalmente nella stagione “rossa” fra finale Montecarlo (persa con Alcaraz), semifinale Madrid (persa con Draper), semifinale Roma (persa con Alcaraz), semifinale Roland Garros (persa con Alcaraz), avrei voluto sentire Musetti che dicesse una frase in fondo scontata ma utile per farci un titolo.
E così è stato. Il titolo lo vedete qui sopra. Infatti, come le avevo suggerito, Elena Vesnina, tennista che con Makarova ha giocato quattro finali in cinque duelli contro Errani e Vinci, vincendo solo quella del Roland Garros 2013 (7-5 6-2) ma perdendo quelle di Madrid e Roma nel 2012, dell’Australian Open del 2014 6-4 3-6 7-5 (“Vincevamo 5-2 al terzo…) ha fatto presente a Lorenzo Musetti che poc’anzi Carlitos Alcaraz aveva detto, rispondendo a una mia domanda (La domanda: “Qual è la differenza tra avere nel tuo girone un tennista con una così grande esperienza come Novak Djokovic e ritrovarsi invece uno come Lorenzo Musetti che hai battuto 6 volte su 7 e con il quale non hai perso altro che ad Amburg nel 2022?”), “Chiaramente avere nel proprio gruppo uno come Djokovic è dura. L’esperienza che ha in questo torneo, il livello che ha indoor, ho perso da lui nel 2023, eppure avevo giocato bene. E lui mi ha “ucciso” (he killed me) – e sorride – Ad essere onesto preferisco avere Lorenzo, non dirò bugie. Ma se è qui è per quello che ha fatto quest’anno, il livello che ha mostrato…davvero alto! Vediamo coem si adatterà, appena arrivato da Atene, senza poter provare questo campo…”
Poco prima Elena Vesnina si era dimostrata ragazza… simpaticamente pronta nel domandare a Carlitos proprio a fine conferenza: “Hey Carlos, ho una domanda da farti che si stanno facendo un sacco di ragazze in giro per il mondo: ma il tuo cuore è libero?
E Carlos: “Sorry?”
E lei:”Il tuo cuore è stato preso? Sei libero?”
E lui, ridendo di gusto: “Sì, I am free, sono libero, sono libero…sono libero”.
Insomma Elena si è prestata a rivolgere la mia domanda a Lorenzo dopo avergli riferito quel che aveva detto Carlitos a proposito del fatto che era più contento di avere Musetti nel suo girone piuttosto che Djokovic.
E Lorenzo ha reagito con prontezza tutta toscana: “Sono d’accordo con Carlitos, l’avrei detto anch’io al suo posto!”
Dopo di che, alla seconda domanda di Vesnina ha risposto così: “Credo di avere più chances qui che sulla terra battuta. Ho fatto progressi anche nel tennis indoor, a Atene ho giocato molto bene, disputando una bella partita. Se la faccio anche contro Alcaraz non è detto che sia una partita persa in partenza”.
Ecco, secondo me Lorenzo, che non ha davvero nulla da perdere, e al limite, potrebbe avere ancora meno da perdere se avesse perso con Fritz – naturalmente faccio gli scongiuri – alla possibilità di poter battere Alcaraz qui a Torino ci crede davvero. Forse non è un sogno irrealizzabile. Sempre che Alcaraz non giochi al 100 per 100.
O que achou dessa notícia? Deixe um comentário abaixo e/ou compartilhe em suas redes sociais. Assim conseguiremos informar mais pessoas sobre o que acontece no mundo do tênis!
Esta notícia foi originalmente publicada em:
Fonte original
