L’estate tennistica di Lorenzo Musetti era partita con più dubbi che altro. A seguito del ritiro in semifinale al Roland Garros contro Carlos Alcaraz, il 23enne di Carrara era rimasto fermo ai box per un infortunio all’adduttore sinistro che lo aveva tenuto alla larga dallo swing sull’erba europea. L’incertezza sul pieno recupero a livello fisico, sommata a un virus preso a pochi giorni da Wimbledon, ha poi fatto sì che il numero due azzurro si presentasse ai Championships barcollando come uno zombie. E la partita d’esordio contro Nikoloz Basilashvili è stata il risultato naturale di quanto appena detto.
Quindi, altro tempo per riassestarsi e subito dopo testa al cemento americano. Ma anche qui, inizialmente, sono arrivate molte più delusioni che gioie per l’attuale numero dieci al mondo. Prima dello US Open, per lui, tre sconfitte e una sola vittoria. “Credo che i momenti peggiori siano stati a Cincinnati, quando ho perso contro Bonzi. Sono state tre partite – con Norrie (a Washington, ndr), Michelsen (a Toronto, ndr) e Bonzi – che sembravano lo stesso match giocato tre volte, e li ho persi tutti nonostante avessi molte possibilità, senza mai avere il coraggio di prendere l’iniziativa. Questa è stata la parte più spaventosa con cui ho dovuto fare i conti”, le parole di ‘Muso’ dopo il successo agli ottavi in quel di New York sullo spagnolo Jaume Munar.
Lo abbiamo anticipato, ma ormai è già noto a tutti. La reazione di Lorenzo a seguito dei primi tre tornei americani è stata brillante e ha coinciso con l’appuntamento più importante della trasferta: lo US Open, ultimo Slam stagionale. Nella Grande Mela l’allievo di Simone Tartarini è partito con qualche difficoltà contro un grande battitore come il francese Giovanni Mpetshi Perricard, che gli ha strappato il set inaugurale del torneo. In quel momento di difficoltà, però, Musetti non si è demoralizzato. Anzi. Ha alzato le marce e ha sconfitto prima il transalpino in quattro set, poi ha dominato in tre parziali il belga David Goffin, quindi il connazionale e amico Flavio Cobolli – ritiratosi durante la terza frazione dopo che aveva perso le prime due – e infine ecco Munar e l’ennesima prova di forza con soli quattro game lasciati per strada.
“Secondo me il primo passo è stato proprio credere di poter giocare meglio su questa superficie”, aveva fatto sapere Lorenzo a seguito della vittoria sull’iberico. E infatti, se guardiamo la carriera di Musetti, i risultati importanti su cemento outdoor nei tornei prestigiosi non erano ancora mai arrivati. A livello 1000 e Slam, su questa superficie all’aperto, il tennista toscano non aveva mai infilato più di due successi filati a livello di tabellone principale. Per la prima volta, quindi, il monomane italiano è riuscito a farsi largo sino alla seconda settimana di un Major su cemento outdoor. Poi, al turno dei migliori otto, si è imbattuto in un altro giocatore tricolore, il numero uno al mondo Jannik Sinner. E lì non ha potuto fare molto per difendere le sue chance.
Resta comunque un torneo estremamente positivo per Lorenzo – che salirà al nono posto mondiale dal prossimo lunedì, a meno che Felix Auger-Aliassime non vinca il Major americano -, soprattutto per quanto riguarda la fiducia che questo risultato gli può regalare in vista dei prossimi e ultimi appuntamenti stagionali, ovvero quelli sul duro all’aperto in Asia e sul cemento al chiuso in Europa. L’obiettivo, come detto da lui stesso, è quello di riuscire a qualificarsi per le Nitto ATP Finals di Torino, il torneo che coinvolge gli otto tennisti che hanno messo in cascina più punti nel corso dell’anno.
Attualmente, con i 400 punti intascati grazie alla cavalcata newyorchese, Lorenzo figura all’ottavo e ultimo posto disponibile per una qualificazione al torneo dei Maestri di fine stagione, con 3070 punti complessivi all’attivo. Non si sanno però ancora le intenzioni di Novak Djokovic, che sicuramente avrà i punti necessari per accedere all’evento, ma come si è visto nel 2024 non è scontato che a Torino ci sia. Basandoci quindi esclusivamente su quello che sappiamo per certo, ovvero i punti accumulati da ciascun tennista, il primo che potrebbe mettere paura a Musetti per un pass verso il capoluogo piemontese è l’inglese Jack Draper, che con i suoi 2990 punti tallona il carrarino sebbene il suo fisico continui a dargli noie non indifferenti (si è ritirato per infortunio prima di scendere in campo al secondo turno dello US Open).
Poco dietro nella Race live, ecco la sorpresa più grande del torneo di singolare maschile in quel di New York: il canadese Felix Auger-Aliassime, a quota 2705 punti, con 800 di questi agguantati grazie al penultimo atto strappato nell’ultimo Slam stagionale. E poi ancora i russi Andrey Rublev (2400) e Karen Khachanov (2210), con in mezzo il norvegese Casper Ruud (2285). E ancora il danese Holger Rune (2190), il kazako Alexander Bublik (2145), lo spagnolo Alejandro Davidovich Fokina (2115), lo statunitense Tommy Paul (2100) e i cechi Jiri Lehecka (2050) e Jakub Mensik (2030).
Insomma, nonostante Lorenzo ricopra al momento l’ottavo posto nella Race, la qualificazione alle Finals è ancora un po’ lontana. Specialmente se si conta che mancano ancora due Masters 1000 da giocare (Shanghai e Parigi) e due settimane con ATP 500 (Pechino/Tokyo e Basilea/Vienna), oltre ad alcune altre con tornei più piccoli. E i pretendenti appena dietro di lui, ovvero Draper e Auger-Aliassime, negli anni passati hanno dimostrato di saperci fare in quei tornei e in quelle condizioni di gioco. Ma anche Musetti, ora colmo di fiducia e consapevolezza sulle potenzialità del proprio tennis su cemento, vorrà dire la sua. Parola al campo. E a Jannik Sinner, che battendo Felix in semifinale a New York inizierebbe a dare una mano a Lorenzo in ottica Torino.
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