La Coppa Davis ha ricordato Niki Pilic, Djokovic: “È stato come un padre per me”

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La Coppa Davis ha ricordato Niki Pilic, Djokovic: “È stato come un padre per me”

Le lacrime, sostituite dagli applausi di chi l’ha conosciuto e ha saputo trarne insegnamenti di vita. La cerimonia di tributo per Niki Pilic, scomparso a settembre scorso, è avvenuta poco prima dell’inizio della gara tra Italia e Austria all’interno della SuperTennis Arena. Al centro del campo tre figure che sono state molto vicine a Pilic, Novak Djokovic, Boris Becker e Ivan Ljubicic. Tutti e tre lo hanno ricordato come un padre, sottolineando l’importanza che lo storico capitano ha avuto nelle loro carriere e nel tennis mondiale.

Pilic è stato l’unico capitano capace di vincere la Coppa Davis con tre nazionali diverseGermania (1988, 1989, 1993), Croazia (1995) e Serbia (2010, come consulente tecnico) ed è stato celebrato alla presenza della moglie, della figlia e dei principali rappresentanti del tennis internazionale: il presidente ITF David Haggerty, il presidente ATP Andrea Gaudenzi, il presidente della FFT Gilles Moretton e il numero uno della federazione tedesca Dietloff von Arnim.

Djokovic, visibilmente commosso, ha raccontato quanto Pilic abbia influito sulla sua crescita: “Per me è stato come un padre. Ha avuto un ruolo fondamentale nella mia carriera e in quella di tanti giocatori che oggi sono qui. Non potevamo avere un luogo migliore di queste Finals per onorare l’unico uomo ad aver conquistato tre Coppe Davis con tre paesi diversi. Ringrazio Bologna per avergli dedicato questa cerimonia”.

Anche Boris Becker ha ribadito quanto Pilic sia stato decisivo per lo sviluppo del tennis tedesco: “Se dovessi spiegare tutto ciò che ha fatto, non mi basterebbero giorni. Senza di lui, il tennis tedesco e molti di noi non sarebbero ciò che sono oggi. Sono grato a Bologna per averlo celebrato”.

Infine, Ivan Ljubicic ha ricordato Pilic come una figura chiave per la Croazia: “Per me è stato un capitano, una guida e molto più di un semplice uomo di tennis. È il padre del nostro movimento. Ha tracciato la strada per tutti noi: per Goran Ivanisevic, per me e per Mario Ancic. Quando tornò in Croazia per prendere le redini della squadra e portarci al titolo, fu uno dei momenti più emozionanti della nostra vita. Anche se non è più tra noi, oggi siamo qui per onorarlo. È stato capace di unire tutti, perché per lui le frontiere non sono mai esistite. Grazie di tutto, Niki”.

Nole, intanto, si è soffermato ai microfoni di SuperTennis nel ricordare i tempi bolognesi della sua carriera: “Sono molto legato a Bologna che ha rappresentato la città che, da giovanissimo, mi ha accolto per allenarmi e crescere”. Poi l’ex n. 1 del mondo ha ricordato la vittoria ottenuta in Coppa Davis con la Serbia nel 2010: “Credo che quello sia stato uno dei momenti più belli vissuti in campo. Il tennis è uno sport individuale, ma in Davis è tutto speciale. Giochi per la tua nazione e condividi un’avventura tennistica con dei tuoi colleghi con i quali sei cresciuto. La vittoria del 2010 ci ha fatto vivere momenti straordinari anche dopo la conquista, nell’anno successivo. Per me il 2011 è stato uno degli anni migliori e anche Tipsarevic e Troicki hanno alzato il livello del loro tennis dopo quel successo”.

Chi è favorito per il traguardo finale? Nessuno secondo Djokovic: “Non c’è una Nazione che spicca sulle altre. In questo momento l’Italia domina a livello mondiale ma qui non ci sono favoriti. Certo giocare in casa è un grande aiuto. Vedremo come andrà, certo che per gli azzurri giocare a Bologna è una gran fortuna”.

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